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Le donne vittime di femminicidio nell’ultimo thriller di Marilù Oliva

Nell'ultimo thriller di Marilù Oliva "Le spose sepolte", la vena gialla della scrittrice rende giustizia alle donne vittime di femminicidio

MILANO – In questa quarta giornata di Tempo di Libri, abbiamo voluto porre attenzione su uno dei fenomeni che purtroppo è all’ordine del giorno. Nell’ultimo thriller di Marilù Oliva “Le spose sepolte”, la vena gialla della scrittrice rende giustizia alle donne vittime di femminicidio. L’atmosfera noir avvolge un piccolo paesino nell’Appennino Tosco Emiliano. Il tema di fondo sono le donne sparite nei decenni, mogli e madri di cui i mariti sostengono di non sapere nulla. Le loro ossa vengono ritrovate grazie a un killer giustiziere che prima dà alla polizia le coordinate e poi ammazza i mariti assassini, che con la giustizia l’avevano fatta franca per mancanza di prove

 

Da dove è nata l’idea di parlare di un tema così delicato come quello del femminicidio?

L’idea è nata quasi dall’ idignazione che si prova ogni giorno di fronte agli eventi che succedono. Sia gli eventi drammatici ma anche i momenti di svalutazione delle donne, le persone che si approfittano del corpo delle donne. Tutti questi fenomeni sono collegati perchè sono profondamente convinta che le donne vengano uccise e questo processo di uccisione comincia proprio nel momento in cui le donne vengono svalutate. E’ da tutto questo che nasce l’indignazione la voglia di far luce su un tema così delicato.

Leggendo il libro, siamo rimasti particolarmente colpiti dall’ispettrice Micol. A chi ti sei ispirata per creare il personaggio?

Per creare il personaggio di Micol, ho “rubato” alcune cose a mia figlia di 19 anni. E siccome questo nome meraviglioso a me piaceva fin da quando ho letto Il giardino dei finzi contini, ho sfruttato questo nome. Di lei c’è la sua dolcezza e la sua mente matematica anche se il ruolo di Micol è completamente differente. Per il resto volevo dare l’immagine di una donna molto determinata però anche serena rispetto alla sua femminilità. Una cosa che mi piace moltissimo di Micol e anche di mia figlia, è il fatto che lei non si guarda mai allo specchio. Credo che questo sia un bel messaggio per tutte le donne, visto che c preoccupiamo di essere sempre belle. Frutto della mia invenzione è l’aver aggiunto al personaggio un lato un pò metafisico perchè mi piacciono i contrasti, i chiaroscuri e per questo il lato metafisico consiste nei sogni che fa. Micol stessa fa fatica ad accettarli. Sono sogni per un certo senso rivelatori, che le svelano dei dettagli che le erano sfuggiti. A questo lei cerca sempre di dare una spiegazione scientifica perchè a primo impatto Micol a questi sogni non attribuisce molta importanza. In più la protagonista dimostra un’estrema dolcezza con sua madre, nel suo correrle in aiuto nonostante abbia una vita totalmente indaffarata.

Come mai la scelta di aver dato vita a un personaggio killer per rendere giustizia alle donne uccise?

E’ sicuramente una provocazione perchè in molti casi sembra che la giustizia non ci sia. Ci sono anche dei casi in cui magari il giudice stabilisce che venga archiviato il caso nonostante le violenze manifeste. Oppure dei casi di uomini che perseguitano le loro compagne e non vengono allontanati come dovrebbe essere. Ho lanciato una provocazione per pensare a cosa potrebbe succedere se uno decidesse di farsi giustizia. Chiaramente dall’epilogo si capisce che non è possibile farci giustizia da sole altrimenti finiremmo nell’anarchia. Il caso del killer, oltre al senso della giustizia, è mosso da altri problemi che sono il rancore, la rabbia e una situazione irrisolta. Questo perchè i killer quando covano per tanti anni, hanno delle situazioni irrisolte oscure e terribili risalenti a incidenti provocati sesso dal’infanzia.

Hai deciso di dare voce a storie di vittime di feminicidio realmente accadute?

A parte la dedica rivolta a persone che non sono mai state trovate, c’è da dire che non tutte le vittime sono spose. Ad esempio Sandra Sandri era una bambina scomparsa nel bolognese molti anni fa, probabilmente finita in un gruppo di pedofili che hanno approfittato anche della situazione economica della sua famiglia. Ricordiamo anche Desiree Fusco, e  Roberta Ragusa. Nel romanzo però ci sono anche altri personaggi ai quali mi sono ispirata che sono quattro femminicidi emblematici perchè mi ha stupita molto come si sono comportati questi uomini e soprattutto mi ha colpito il fatto che ci fossero dei figli. Per ogni cento femminicidi succede che a 65%di questi assistano i bambini. Bambini che sono femmine e maschi,a riprova che il femminicidio non è un problema di genere ma un problema che interessa tuta la società.

Essendo in tema di Tempo di Libri, c’è una scrittrice che ti ispira particolarmente?

Ci sono tante scrittrici che leggo con piacere. La mia preferita è Maria Bellonci a livello di formazione. Karin Slaughter è la mia thrillerista preferita. Di italiane vi posso citare Rosella Postorino però c’è un autore che ha contato di più nella mia formazione è in assoluto è Gabriel Garcia Marquez

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