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Jack Kerouac, le frasi più belle del padre della Beat Generation

Le opere più conosciute di Kerouac sono “Sulla strada”, considerata il manifesto della Beat Generation, “I sotterranei”, “I vagabondi del Dharma”

Le opere più conosciute di Jack Kerouac sono Sulla strada, considerata il manifesto della Beat Generation, I sotterranei, I vagabondi del Dharma e Big Sur, i quali narrano dei suoi viaggi attraverso gli Stati Uniti e delle brevi permanenze in qualche località. Kerouac, insieme a William Burroughs e Allen Ginsberg, costituì il primo nucleo della Beat Generation, il movimento giovanile che trovò anche una sua espressione in campo artistico, poetico e letterario sviluppatosi dal secondo dopoguerra e principalmente negli anni cinquanta negli Stati Uniti.

La Beat Generation

Il movimento nasce dal mondo underground newyorkese, ricco di stimoli provenienti dalla cosiddetta anticultura, la cultura proveniente dalla strada. Ed è proprio la strada la protagonista del romanzo manifesto della Beat Generation, Sulla strada di Jack Kerouac. Il termine beat in senso colloquiale significa stanco o abbattuto, in riferimento alla comunità afroamericana del periodo, ma Kerouac fa sua quell’immagine e altera il significato includendo le connotazioni di ottimistabeato, e l’associazione musicale essere sul beat. Kerouac ha più volte spiegato che, nel descrivere la sua generazione come “beat”, ha cercato di catturare la “sacralità” segreta degli oppressi.

Jack Kerouac, le frasi più belle

Jack Kerouac moriva il 21 ottobre del 1969 all’età di 47 anni. Lo ricordiamo attraverso le sue frasi più celebri.

 

“Devo essere felice o morire, perché la mia condizione terrena è piena di una tristezza insostenibile e io do la colpa a Dio anziché a me stesso.”

 

“Gli esseri umani seminano il proprio terreno con guai e inciampano nei macigni della loro stessa falsa erronea immaginazione, e la vita è dura.”

 

“Per me l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano, come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno Oooohhh!”

 

“Sembra che io abbia una costituzione che non regge l’alcol e ancor di meno l’idiozia e l’incoerenza.”

 

“Voglio essere considerato un poeta jazz che suona un lungo blues in una jam session d’una domenica pomeriggio.”

 

“Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati. Dove andiamo? Non lo so, ma dobbiamo andare.”

 

“A me piacciono troppe cose e mi ritrovo sempre confuso e impegolato a correre da una stella cadente all’altra finché non precipito.”

 

“Una macchina veloce, l’orizzonte lontano e una donna da amare alla fine della strada.”

 

“C’è sempre qualcosa di più, un po’ più in là… non finisce mai.”

 

“Quella strada del passato si srotolava confusamente di fianco a noi come se la tazza della vita si fosse rovesciata e ogni cosa fosse impazzita.”

 

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