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Jack Heath, storia dello scrittore australiano che ha pubblicato a 30 anni 18 libri

Dell'Australia sappiamo poco o nulla. Abbiamo così deciso di intervistare uno degli scrittori più noti dell'isola. Si chiama Jack Heath

MILANO – Dell’Australia sappiamo poco o nulla, soprattutto di quanto succede nella loro editoria. Abbiamo così deciso di intervistare uno degli scrittori più noti dell’isola. Si chiama Jack Heath e ha scritto a soli 30 anni diciotto libri. Ecco cosa ci ha raccontato.

Cos’hanno bisogno di leggere i ragazzi? Quale tipo di storie?

Ai teenager piace leggere tanti generi diversi, ma ce ne sono alcuni che preferiscono. Per quello che ho visto, preferiscono libri sul futuro piuttosto che sul passato, amano le storie che cominciano subito e che mantengano un ritmo alto fino alla fine, probabilmente perché altri media stanno attirando la loro attenzione.

Sei giovane mai hai già scritto 18 libri. Come fai? Vuoi superare Stephen King?

Il segreto è suddividere la scrittura di un libro in varie fasi. Scrivi una bozza contenente soltanto la trama,  poi la riscrivi in mente con i personaggi e le ambientazioni. Poi la riscrivi ancora una volta per lo stile di scrittura. Non provare a fare tutto in una volta o a impiegare troppo tempo su una singola fase. Se non ti concentri e focalizzi tutta la tua attenzione su una fase alla volta, ogni  libro ti porterà via anni. Penso che di Stephen King ce ne sia uno al mondo. Tra l’altro “Revival” è uno dei miei libri preferiti.

Da cosa prendi ispirazione per scrivere i tuoi libri?

Leggo libri di ogni genere, ma cerco di evitare i bestseller e i classici, perché potrebbero influenzare il mio lavoro e renderlo meno originale. Tengo poi sempre d’occhio i giornali, perché credo che le storie migliori tendano a nascondersi nella scienza, nella cronaca nera e nelle notizie dal mondo. Una volta che ho raccolto abbastanza materiale, mi prendo del tempo per pensare con calma, per fare in modo che le idee migliori vengano a galla.

Ci puoi raccontare qualcosa sulla letteratura australiana contemporanea? In Italia non ne sappiamo un granché.

Non esiste quello che potremmo definire uno “stile australiano” – tutti i libri sono piuttosto differenti l’uno dall’altro – ma ci sono tanti polizieschi australiani (Jane Harper è una star appena esplosa). Ci sono anche meravigliosi romanzi di fantascienza per ragazzi, come “Zeroes” e “Illuminae”.

Secondo te cosa potremmo fare per incoraggiare le persone a leggere?

Possiamo dar loro libri che parlino di argomenti di cui sono già interessati. Potremmo anche creare spazi liberi da qualsiasi tipo di schermo dove sono incoraggiati a leggere senza distrazioni. Le lezioni di letteratura potrebbero anche trattare la letteratura contemporanea, di cui i ragazzi sono già curiosi, invece di concentrarsi su storie vecchie e superate e che trattano di una società che non esiste più da tanto tempo.

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