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In un libro le lettere spedite dagli italiani alla famiglia Moro durante la sua prigionia

In occasione del centesimo anniversario della nascita di Aldo Moro, Umberto Gentiloni Silveri pubblica “Il giorno più lungo della Repubblica”

MILANO – La storia del rapimento e dell’assassinio dello statista da parte delle Brigate Rosse, raccontato attraverso le lettere spedite dagli italiani alla famiglia Moro durante la sua prigionia. In occasione del centesimo anniversario della nascita di Aldo Moro, Umberto Gentiloni Silveri pubblica “Il giorno più lungo della Repubblica”.

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IL SEQUESTRO MORO – Dal primo giorno del sequestro infatti, la famiglia Moro viene letteralmente sommersa da un fiume di lettere: pensieri, disegni, foto, preghiere, piccoli grandi gesti di vicinanza e solidarietà. Scrivono italiani e italiane di ogni età e condizione: bambini delle scuole elementari e pensionati, operai e intellettuali, detenuti e funzionari dello Stato, politici più o meno affermati, nonché associazioni,  sindacati, partiti che intendono partecipare a un funerale collettivo, quello della Repubblica e delle sue basi fondanti. Questa imponente mole di lettere, messaggi, telegrammi torna oggi per la prima volta alla luce – riordinata e consultabile nel Fondo Aldo Moro presso l’Archivio Flamigni –, dopo essere rimasta sepolta per decenni dentro scatole di cartone o buste di plastica, amorevolmente custodite dalla moglie Eleonora e dai familiari dello statista.

 

VIAGGIO A RITROSO – Nel rivisitare la corrispondenza di casa Moro dal giorno del sequestro a quello del ritrovamento del cadavere e fino agli anni più recenti, Umberto Gentiloni Silveri seleziona e propone al lettore i passi dove è più evidente la distanza tra il sentimento comune di una condivisione diffusa e la violenza del progetto eversivo brigatista, e dove sono emotivamente più intensi i segni del rapporto tra la dimensione personale di chi scrive e i grandi scenari della storia che si muovono sullo sfondo. Ne scaturisce una lucida e partecipe analisi della più grande cesura del nostro passato, un viaggio a ritroso in un’Italia scomparsa, ma che, da allora, continua a interrogarci da vicino.

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L’AUTORE – Umberto Gentiloni Silveri (Losanna 1968) è docente di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Storia, Culture, Religioni della «Sapienza» Università di Roma. Dal 2016 collabora al quotidiano «la Repubblica ». Tra i suoi libri più recenti ricordiamo: L’Italia sospesa. La crisi degli anni Settanta vista da Washington (Einaudi 2009) e Contro scettici e disfattisti. Gli anni di Ciampi 1992-2006 (Laterza 2013). Da Mondadori ha pubblicato: Bombardare Auschwitz. Perché si poteva fare, perché non è stato fatto (2015).

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