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Il consiglio di Spinoza(.it), ”La lettura non è ‘pop’? Proviamo con un talent per lettori, ABC-factor”

''I libri sono out. Meglio le etichette dell'acqua minerale, o degli shampoo''. È il caustico commento sullo stato della lettura in Italia che proviene da una voce strapopolare del web, quella di Spinoza – alias Stefano Andreoli e Alessandro Bonino
Stefano Andreoli e Alessandro Bonino, i curatori del blog satirico collettivo Spinoza, ospiti domani a Scriba Festival, ci parlano del blog, di informazione, di libri e letture
MILANO – “I libri sono out. Meglio le etichette dell’acqua minerale, o degli shampoo”. È il caustico commento sullo stato della lettura in Italia che proviene da una voce strapopolare del web, quella di Spinoza – alias Stefano Andreoli e Alessandro Bonino, i curatori del “blog serissimo” che porta il nome di un certo filosofo olandese del Seicento (un loro vecchio zio). Ospiti domani a Scriba Festival – dove, assicurano, porteranno numeri indimenticabili –, Andreoli e Bonino ci raccontano di come è nato Spinoza.it e parlano con noi di informazione, libri, lettura. Ovviamente nel loro stile “serissimo”, perché “una buona battuta è un ottimo modo per stamparsi in testa qualcosa che è stato fatto, o detto, che merita di essere ricordato”.
Com’è nata l’idea del blog?
Il blog l’abbiamo ereditato da un nostro vecchio zio che faceva il filosofo in Olanda. Quando siamo andati dal notaio e abbiamo scoperto che ci aveva lasciato un blog siamo rimasti un po’ sbigottiti e un po’ delusi, ma poi abbiamo trovato un modo per metterlo, come si dice, a frutto. Scherzi a parte, il blog è nato molto prima dell’idea che lo ha reso famoso: pensate, il sito esiste addirittura dal 2005, ma per un bel po’ di tempo è rimasto inattivo. Poi, all’improvviso, zac! il governo Prodi cade, e qualche mese dopo Berlusconi vince le elezioni. Era il 2008 e la situazione politica era surreale (non che ora sia molto meglio) e allo stesso tempo stimolante. Pensavamo che il sito Spinoza fosse il terreno ideale per scherzarci sopra. Non immaginavamo che non ci saremmo fermati più.

Gli italiani leggono e si informano poco. Secondo voi la colpa è del modo di trattare l’informazione da parte di chi la dirige?
Siamo un po’ tutti colpevoli: lettori pigri e poco inclini all’approfondimento, quotidiani che escono già vecchi (almeno per chi, come noi, vive su internet), editori che solo adesso si stanno accorgendo che qualcosa è cambiato nel modo di fruire di notizie e informazioni.
Trattando l’argomento un po’ obliquamente, possiamo dire che ci siamo accorti che Spinoza, attraverso la risata, raggiunge molte persone che lo usano anche per informarsi e solo dopo aver letto la battuta approfondiscono – quando va bene – la notizia. Quando pubblichiamo i nostri libri-raccolta, quel che cerchiamo di fare è raccontare la storia recente, andando anche a ripescare notizie di cui noi stessi ci eravamo completamente dimenticati, e che magari risalivano solo a pochi mesi prima. Nel momento in cui le cose succedono sembrano importantissime, ma nel giro di qualche giorno piombano nell’oblio. Una buona battuta è un ottimo modo per stamparsi in testa qualcosa che è stato fatto, o detto, che merita di essere ricordato.
Guardando al mondo dei libri la situazione non cambia: pochi lettori, molti scrittori. Secondo voi come si potrebbe fare a rendere la lettura più “pop”?
Si potrebbe fare un talent per lettori. ABC-factor. Immaginiamo che sarebbe un successo. Comunque i libri sono out. Meglio le etichette dell’acqua minerale, o degli shampoo.
Qual è il vostro giudizio sul panorama letterario italiano?
Il panorama letterario italiano, secondo noi, è molto italiano. Neppure Haruki Murakami è così italiano come il panorama letterario italiano. Ma neanche, per dire, Maradona. Escono molti libri belli, per fortuna. Ma anche tanti brutti. Ma questo è sempre successo, e crediamo succeda anche nel resto del mondo. Aspettiamo comunque con fiducia l’apertura delle frontiere della Corea del Nord e la conseguente traduzione e diffusione globale di tutti i testi del regime di Pyongyang. La letteratura mondiale potrebbe uscirne rivoluzionata.
Qual è (se esiste) il vostro altre ego letterario, lo scrittore che più si avvicina alla filosofia del blog?
Lo scrittore che sentiamo più vicino senz’altro è Learco Pignagnoli, padre e maestro e tutti noi. Quasi nessuno lo conosce perché è imprigionato in un libro misconosciuto pubblicato da Aliberti qualche anno fa, dal titolo ‘Opere complete di Learco Pignagnoli‘, a cura di Daniele Benati. Per noi Pignagnoli è un po’ come Borges, o Philip Roth: crudo, densissimo e illuminante. Dopo averlo letto si comincia a guardare al mondo con occhi diversi.

Potete anticiparci qualcosa del vostro intervento a Scriba Festival? Di cosa si parlerà durante l’incontro che vi vedrà protagonisti?
Credo attingeremo dal nostro repertorio classico: la donna segata in due, la sparizione della Statua della Libertà, più un numero di levitazione che stiamo ancora perfezionando. In alternativa, pensavamo di recitare a memoria alcune poesie di Giosuè Carducci. Oppure di fare scena muta. In ogni caso sarà indimenticabile.
8 novembre 2013
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