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I paurosissimi romanzi di Stephen King che nessun film potrà mai eguagliare

Nessun regista sarà mai in grado di farci viaggiare nei luoghi più oscuri della nostra mente come riescono a fare le pagine di un libro. In occasione della notte di Halloween

MILANO – Se avete visto Shining di Stanley Kubrick, non potete immaginare che ci sia qualcosa di più spaventoso dell’immagine delle gemelle Grady con i loro grembiulini in fondo  al corridoio o di Jack Nicholson con la scure. C’è molto di cui aver paura nell’adattamento del romanzo di Stephen King ma, secondo Joanna Novak di Bustle, i libri di Stephen King sono più terrificanti delle loro trasposizioni cinematografiche tratte dai suoi libri. Se “Shining” di Stanley Kubrick o “Carrie” di Brian DePalma o “Misery” di Rob Reiner sono la creme de la creme ed i rispettivi romanzi sono ancora più paurosi, cosa può contenere di terrificante un libro come Cujo? Per Halloween, tratto da Bustle, vi proponiamo i romanzi di Stephen King più paurosi delle loro trasposizioni cinematografiche.
L’allievo (Apt Pupil)

Tratto da “Stagioni diverse” (Different Seasons), la seconda raccolta di racconti scritti da Stephen King e pubblicata nel 1982, “L’allievo” fu realizzato sulla scia di “The Shining”, l’unico racconto scritto dall’autore in terza persona. Si dice, inoltre, che esso sia stato completato in sole due settimane. Il film, uscito nel 1998, non è stato all’altezza del libro.

 

Christine. La macchina infernale

Senza nulla togliere al romanzo di King ma bisogna ammettere che l’adattamento cinematografico di John Carpenter non è affatto pauroso, quindi la competizione si chiude in partenza. Janet Maslin, famosa per le sue recensioni per il New York Times, riguardo al film ha scritto:” Nonostante la macchina, una Plymouth rossa del 1958, è in grado di bruciare, asfissiare e schiacciare i suoi nemici con in sottofondo vecchia musica rock and roll, “La macchina infernale” non è molto spaventoso.

 

Dolores Claiborne 

In una recensione sull’omonimo film del 1995 tratto dal romanzo “Dolores Claiborne”, Roger Ebert scrisse:

Questa è una storia di paura, certo, ma è un racconto privo di elementi soprannaturali. Infatti, tutte le vicende raccontano gli orrori di tutti i giorni: l’alcolismo, la violenza sulle donne, l’abuso dei bambini…I film vicini alla realtà tratti dai romanzi di Stephen King…sono interessanti in quanto hanno a che fare con situazioni infelici e riescono a tenere vicino i propri spettatori, forse proprio perché i personaggi sono ben delineati”.

Tuttavia, nonostante la grande bravura di Kathy Bates e Jennifer Leigh, il romanzo – narrato attraverso un’avvincente utilizzo della prima persona – rimane molto più inquietante della versione cinematografica.

 

Il cimitero degli animali (Pet Sematary) 

Con una frase come, “A volte morti è meglio”, come può un film anche soltanto competere?

 

L’uomo in fuga (the running man) 

In “On Writing” (“Sulla scrittura”) King dichiarò di aver scritto questo libro, di ben 336 pagine, in una sola settimana. Nessun libro può spaventare quanto questa informazione.

 

L’occhio del male (thinner) 

Le descrizioni presenti nel libro di King lo rendono più spaventoso del film, sopratutto quando si tratta di raccontare l’incontrollabile perdita di peso che rende un uomo pelle e ossa.

 

Cose preziose (needfull things) 

C’è solo una cosa da dire, come si possono paragonare 790 pagine di un libro con un film? Non puoi, sopratutto dopo aver letto le parole di King:”Tutti amano qualcosa per niente…anche se costa loro tutto”.

 

 

 

 

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