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I 19 libri classici più difficili da leggere

C'è chi li legge tutti d'un fiato, ma poi se li dimentica poco dopo. Chi, per finirli, salta le parti più noiose dei grandi libri classici

MILANO – I classici hanno il loro fascino. Però, diciamolo, quanto sono difficili da leggere. E’ vero che per ogni libro ci vuole il momento e lo spirito giusto, ma, siate sinceri: quanti sono i grandi classici che, ad oggi, non siete ancora riusciti a leggere oppure non avete capito fino in fondo? O ancora, quali libri avete letto ma per finirli siete stati costretti a saltare qualche pagina, o qualche capitolo? Noi vi proponiamo i 19 libri più complicati della letteratura classica, proposti dal sito Bookriot. Voi, con quale di questi titoli, avete trovato più difficoltà?

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GUERRA E PACE di Lev Tolstoj – Occorsero almeno sette anni a Tolstoj per comporre uno dei capolavori della letteratura ottocentesca. L’ossatura del romanzo, sullo sfondo delle guerre napoleoniche – dal 1805 alla travolgente insurrezione di tutto il popolo russo nel 1812 – è data dalle vicende di due grandi famiglie dell’alta nobiltà, i Rostov e i Bolkonskij, depositari dei valori autentici e genuini, intrecciate a quelle dei corrotti e dissoluti Kuragin. Spiccano, nella moltitudine di personaggi, le figure di Natasa, fanciulla e poi donna di straordinaria purezza e d’indole forte e impetuosa; del principe Andrei, che porta il suo orgoglio nella guerra, nella prigionia e nell’infelice amore per Natasa; dell’enigmatico e complesso Pierre Bezuchov, capace di autentica adesione al «dolore del mondo».

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ANNA KARENINA di Lev Tolstoj Centro della vicenda è la tragica passione di Anna, sposata senza amore a un alto funzionario, per il brillante ma superficiale Vronskij. Parallelo a questo amore infelice è quello felice di Kitty per Levin, un personaggio scontroso e tormentato al quale Tolstoj ha fornito i propri tratti. ‘In Anna Karenina è rappresentata – scrive Natalia Ginzburg – la colpa come ostacolo, anzi come barriera invalicabile al raggiungimento della felicità’. Tra i primi lettori il libro ebbe Dostoevskij che così ne scrisse: ‘Anna Karenina è un’opera d’arte assolutamente perfetta. Vi è in questo romanzo una parola umana non ancora intesa in Europa… e che pure sarebbe necessaria ai popoli d’Occidente.

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ULISSE di  James Joyce – L’Ulisse di Joyce è un’opera fondamentale del Novecento letterario europeo. Il romanzo rovescia il canone epico della tradizione, raccontando non il destino di un eroe, ma la giornata comune di un uomo moderno nelle sue peregrinazioni quotidiane. Un’odissea dentro la realtà di ogni giorno che sa aprire, per squarci e discese nell’abisso psichico dei personaggi, porte sulla verità di ogni uomo.

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MOBY DICK di  Herman Melville – ‘Moby Dick’ è l’opera più celebre dell’Ottocento americano. Questo grande romanzo del mare narra la drammatica sfida del Capitano Achab alla Balena Bianca, colosso marino ma anche creatura metafisica, figurazione dell’inconoscibile. A bordo del Pequod, la nave condannata, uomini di fedi e culture profondamente diverse vengono trascinati verso un unico destino, in un’epopea tragica che è anche una fra le più intense opere poetiche di tutti i tempi.

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INFINITE JEST di  David Foster Wallace – In un futuro non troppo remoto e che somiglia in modo preoccupante al nostro presente, la merce, l’intrattenimento e la pubblicità hanno ormai occupato anche gli interstizi della vita quotidiana. Il Canada e gli Stati Uniti sono una sola supernazione chiamata ONAN, il Quebec insegue l’indipendenza attraverso il terrorismo, ci si droga per non morire, di noia e disperazione. E un film perduto e misterioso, ‘Infinite jest potrebbe diventare un’arma di distruzione di massa.

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IL SIGNORE DEGLI ANELLI  di  J.R.R. Tolkien – Si tratta di un romanzo al di fuori del tempo. E’ un libro d’avventure in luoghi remoti e terribili, episodi di inesauribile allegria, segreti paurosi che si svelano a poco a poco, draghi crudeli e alberi che camminano, città d’argento e di diamante poco lontane da necropoli tenebrose in cui dimorano esseri che spaventano solo al nominarli, urti giganteschi di eserciti luminosi e oscuri. Tutto questo in un mondo immaginario ma ricostruito con cura meticolosa, e in effetti assolutamente verosimile, perché dietro i suoi simboli si nasconde una realtà che dura oltre e malgrado la storia: la lotta, senza tregua, fra il bene e il male.

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I FRATELLI KARAMAZOV di Fëdor Dostoevskij – La libertà, la colpa, l’espiazione. Le vicende dei quattro fratelli Karamazov indagano tra le pieghe più oscure dell’animo umano, alla ricerca incessante del confine tra bene e male. Per dare voce ai dilemmi etici più radicali, Dostoevskij mette in scena un parricidio, come fecero Sofocle nell”Edipo re’ e Shakespeare nell”Amleto’. Così l’uccisione del vecchio Fëdor serve a tratteggiare personaggi indimenticabili e a dare spazio alla leggenda del ‘Grande Inquisitore’, vetta indiscussa del pensiero politico e religioso dostoevskijano. E il lettore non può che essere gettato nel vortice degli avvenimenti, inevitabilmente penetrato dalla dolente umanità di un’opera che ha la dignità del sacro.

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I MISERABILI di Victor Hugo – In questo grande romanzo, tra i più importanti della letteratura francese, Victor Hugo riversa gran parte della sua esperienza umana e sociale, per costruire una storia di fatica, esilio, amore e povertà. Un’epopea della miseria e un imponente affresco d’epoca che, nella Parigi dell’800, vede protagonisti alcuni indimenticabili personaggi, come Jean Valjean, la solare Cosette, Fantine, il cupo ispettore Javert: anti-eroi ricchi di luci e ombre, capaci di gesti scellerati ma anche di azioni generose e commoventi. Una storia dal ritmo incalzante, magistrale e irripetibile per l’autenticità delle emozioni e per la complessità della trama narrativa.

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ORGOGLIO E PREGIUDIZIO di  Jane Austen – L’opera più popolare e più famosa di Jane Austen, un vero e proprio ‘long-seller’. Attraverso la storia delle cinque sorelle Bennet e dei loro corteggiatori, lo sguardo acuto della scrittrice, sorretto da un’ironia tanto più spietata quanto più sottile, annota e analizza fatti, incidenti, parole di un microcosmo popolato da personaggi che avranno molto da insegnare a Dickens e Thackeray. Dei sei romanzi di Jane Austen, questo è il primo in ordine di tempo e insieme il suo capolavoro. Quando lo scrisse aveva soli ventun anni e un’amica di famiglia l’aveva definita ‘la più graziosa, sciocca, leziosa farfalla in cerca di marito che sia dato incontrare’. Frivola e ironica, non si distingueva dal mondo campagnolo e borghese cui apparteneva, fatto di tè, ballli, flirt della buona società, minuti e ridicoli incidenti della vita quotidiana. Ma su questi motivi sapeva giocare con una grazia e una profondità uniche. Ed è così che, narrando in Orgoglio e pregiudizio la storia delle cinque sorelle Bennet e dei loro corteggiatori, riesce a evocare, con tocchi sobri e precisi, l’intero, incantevole, penetrante quadro della provincia inglese alla fine del Settecento.

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IL BUIO OLTRE LA SIEPE di Harper Lee – In una cittadina del ‘profondo’ Sud degli Stati Uniti l’onesto avvocato Atticus Finch è incaricato della difesa d’ufficio di un ‘negro’ accusato di violenza carnale; riuscirà a dimostrarne l’innocenza, ma l’uomo sarà ugualmente condannato a morte. La vicenda, che è solo l’episodio centrale del romanzo, è raccontata dalla piccola Scout, la figlia di Atticus, un Huckleberry in gonnella, che scandalizza le signore con un linguaggio non proprio ortodosso, testimone e protagonista di fatti che nella loro atrocità e violenza non riescono mai a essere più grandi di lei. Nel suo raccontare lieve e veloce, ironico e pietoso, rivive il mondo dell’infanzia che è un po’ di tutti noi, con i suoi miti, le sue emozioni, le sue scoperte.

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ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO di  Marcel Proust – Un uomo decide di impegnarsi in un’impresa folle: la ricerca del ‘tempo perduto’. Il risultato non sarà una seconda vita ma un libro, in sette volumi, intitolato appunto ‘alla ricerca del tempo perduto’. Marcel Proust si congeda anzitempo dalla vita per riabbracciarla tutta intera in un grandioso romanzo. Una tattica suicida, direte voi. Sì, gli scrittori sono un club di suicidi, ma la vita è quella scemenza in cui tutto il mondo perduto della giovinezza, a volte, può riemergere d’un tratto nel sapore di un biscottino inzuppato nel tè. E allora, un romanzo, solo un grande romanzo può raddrizzare questo ‘perpetuo errore che è esattamente la via’.’ (Antonio Scurati)

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LOLITA di  Vladimir Nabokov  – La violenta passione erotica del protagonista-narratore Humbert Humbert per la dodicenne Lolita, insieme all’intensità e alla portata del suo abuso di lei, sono genuinamente scioccanti specie per una cultura tuttora seriamente preoccupata delle violenze sui minori. Scritto con il tipico stile immacolato dell’autore, questo romanzo violento e brutale solleva affascinanti domande sul ruolo della narrativa. Si può trovare bellezza, piacere e comicità in una storia eticamente ripugnante? Si può sospendere il giudizio morale in favore dell’apprezzamento estetico di una frase finemente cesellata o di un’espressione perfettamente equilibrata?

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VIA COL VENTO di  Margaret Mitchell  – Ambientato nel Sud degli Stati Uniti durante la Guerra di Secessione, il romanzo è un potente affresco storico-melodrammatico, che unisce alle vicende dei protagonisti la tragica realtà della storia americana, vista dalla parte dei sudisti. Una delle critiche mosse al libro e al film, infatti, riguarda il tentativo fin troppo riuscito di appoggiare i valori di un mondo scomparso durante la guerra civile, ammantando la storia con un alone mitico e indubbiamente romantico. Via col vento rappresenta – in senso lato, anche simbolicamente – la nostalgia per tutto ciò che è perduto e la difficoltà di vivere la cruda realtà di ogni giorno, espressa nella vicenda stessa dell’intreccio amoroso dei protagonisti. Vi si può leggere una supposta critica alla moderna società americana, che nacque appunto con l’affermazione della causa nordista durante la Guerra di Secessione.La complessità tematica del romanzo e la costruzione a tutto tondo dei personaggi non hanno appesantito il racconto che, malgrado la mole, ha conquistato e continua a conquistare milioni di lettori in tutto il mondo.

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L’ARCOBALENO DELLA GRAVITA di  Thomas Pynchon  – Nell’Inghilterra della seconda guerra mondiale, minacciata dai missili V2, il tenente americano Tyrone Slothrop è dotato di una facoltà tutta particolare: avverte in anticipo la caduta dei razzi grazie all’eccitazione sessuale. Per questa prerogativa viene tenuto sotto controllo dai servizi segreti e dagli scienziati. Avvertendo che contro di lui si sta architettando qualcosa fugge da Londra. Il libro, parabola sulla guerra e la tecnologia, racchiude un profondo significato filosofico ed esistenziale.

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LA BIBBIALa Bibbia è il libro più diffuso al mondo, ma una recente indagine rivela che molti faticano a leggerla perché la trovano difficile e troppo voluminosa.  Esistono però molte edizioni pensate su misura per chi vuole vivere una nuova esperienza della Bibbia, portandola con sé nello zaino, in viaggio, in ufficio. Percorsi di lettura mirati permettono di leggere subito le parti più importanti del testo sacro.

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JANE EYRE di  Charlotte Bronte  – Molte delle esperienze dell’autrice ricorrono nei romanzi che scrisse, dei quali ‘Jane Eyre’ è il più celebre. Jane, esplicito alter ego della scrittrice, dopo anni di stenti e di solitudine, diventa istitutrice presso la famiglia Rochester. Il cinico padrone di casa è conquistato dalla personalità della ragazza. Ma quando scopre che la moglie di Rochester, creduta morta, è ancora in vita, prigioniera della pazzia, Jane fugge abbandonando l’uomo che le aveva chiesto di sposarlo. Sarà un enigmatico presentimento a farla tornare indietro e a preparare lo sviluppo finale del romanzo.

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CENT’ANNI DI SOLITUDINE di  Gabriel Garcia Marquez – E’ la storia centenaria della famiglia Buendia e della città di Macondo. In un intreccio di vicende favolose, secondo il disegno premonitorio tracciato nelle pergamene di un indovino, Melquiades, si compie il destino della città dal momento della sua fondazione alla sua momentanea e disordinata fortuna, quando i nordamericani vi impiantarono una piantagione di banane, fino alla sua rovina e definitiva decadenza. La parabola della famiglia segue la parabola di solitudine e di sconfitta che sta scritta nel destino di Macondo, facendo perno sulle 23 guerre civili promosse e tutte perdute dal colonnello Aureliano, padre di 17 figli illegittimi e descrivendo in una successione paradossale le vicende e le morti dei vari Buendia.

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COMMA 22 di Joseph Heller – L’espressione Comma 22, è diventata, grazie a questo libro, emblema dell’assurdità e della demenza militare. Il protagonista è l’antieroico bombardiere americano Yossarian, ossessionato dal fatto che migliaia di persone sconosciute, a cui lui personalmente non ha fatto nulla, tentino continuamente di porre fine ai suoi giorni. Il romanzo si popola di personaggi stravaganti e irreparabilmente maniaci, che nella zelante applicazione della disciplina marziale mettono in ridicolo la ferrea e folle logica del Comma 22.

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CIME TEMPESTOSE di  Emily Bronte – È questa un’opera del tutto isolata nella tradizione narrativa inglese. In essa l’aspro realismo del quotidiano vive di misteriose e inquietanti tensioni onirico-simboliche e di cupe fiammate emotive, all’interno di una struttura narrativa di grande saldezza ed efficacia. Vi domina la figura di Heathcliff il quale, animato da una passione distruttiva, svolge nel libro la funzione ‘fatale’ del vendicatore spietato, vero ‘replicante’ di tante devastanti figure del gothic novel britannico; ma il suo tirannico porsi come l’inflessibile dark hero nasce da una disperata infelicità di fondo e lo porta a vivificare la propria morte con quella della donna amata, in una sorta di aspirazione erotico-panteistica che conferisce alla sua figura dimensioni assolutamente inedite.

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