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I 12 libri capaci di ispirare ogni lettore

Di libri classici ce ne sono veramente tantissimi e molti sono diventati grandi successi letterari. Ma ce ne sono alcuni che sono veramente brillanti, pezzi unici, che ci ispirano. Quali sono?

MILANO – Ci sono libri belli e interessanti. E libri che ci hanno cambiato la vita. O meglio, che ci hanno ispirato per fare meglio o per migliorarci. Sicuramente ogni booklover, ha il proprio libro del cuore, ben sistemato nella propria libreria. Ma il sito Lifehack, ha stilato una classifica dei 20 libri più brillanti della letteratura che hanno saputo ispirarci. Noi ve ne riproponiamo alcuni. Che ne pensate?

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Senza un soldo a Parigi e Londra, di George Orwell – Orwell è uno scrittore conosciuto soprattutto per i suoi due più grandi capolavori: “1984” e  “La fattoria degli animali”. Ma molto prima di questi romanzi, George Orwell, nel 1933 ha scritto il suo primo racconto lungo che racconta la sua esperienza di povertà quando viveva in uno squallido motel alla periferia di Parigi. Facendo ogni più umile lavoro cerca di uscire da questo stato di povertà, fino ad arriva a Londra…

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L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello di Oliver Sacks – Questo è un romanzo davvero imperdibile perché Sacks, con grande abilità e moralità, descrive la molteplicità e la diversità dell’universo umano: medici e malati, lettori di romanzi e di poesia, cultori di psicologia e di metafisica, vagabondi e sedentari, realisti e fantastici…

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A sangue freddo di Truman Capote – Pubblicato nel 1966, ‘A sangue freddo’ suscitò una serie di polemiche di carattere letterario ed etico-sociale. L’autore venne accusato, tra l’altro, di voyerismo cinico, per aver voluto registrare ‘oggettivamente’ un fatto di cronaca nera, anzi di violenza gratuita, avvenuta nel cuore del Middle West agricolo: lo sterminio brutale di una famiglia da parte di due psicopatici. Nel libro, la visione puntuale delle dinamiche della vicenda, ottenuta grazie all’assidua frequentazione dei due colpevoli, giustiziati dopo un processo durato sei anni, è filtrata e riscattata attraverso una sapiente rielaborazione stilistica.

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La peste di Albert Camus – Orano è colpita da un’epidemia inesorabile e tremenda. Isolata con un cordone sanitario dal resto del mondo, affamata, incapace di fermare la pestilenza, la città diventa il palcoscenico e il vetrino da esperimento per le passioni di un’umanità al limite tra disgregazione e solidarietà. critto da Camus secondo una dimensione corale e con una scrittura che sfiora e supera la confessione, ‘La peste’ è un romanzo attuale e vivo, una metafora in cui il presente continua a riconoscersi.

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L’età della ragione di Jean-Paul Sartre – Il romanzo è una severa rappresentazione delle vicissitudini e delle crisi di un gruppo di giovani che, nei brutali anni prebellici, scoprono la vita e si accingono a conquistare ‘l’età della ragione’. Il loro tentativo di integrare le mistificate vicende private nel dramma storico che li circonda sarà un’esperienza dolorosa e difficile. Solo uno di loro riuscirà a conquistare il senso profondo dell’esistenza e della libertà.

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I mandarini di Simone De Beauvoir – E’ un romanzo intelligente basato sulla moralità e sull’autoconsapevolezza. I Mandarini sono gli intellettuali francesi attorno ai quali si è sviluppato, nel secondo dopoguerra, un battagliero e discusso movimento filosofico-politico-letterario.

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La ballata del caffè triste di Carson McCullers – In uno sperduto villaggio del profondo Sud degli Stati Uniti, Miss Amelia, una donna matura e indipendente, dai tratti spigolosi e mascolini, si guadagna da vivere con il suo emporio ma soprattutto producendo e vendendo liquore di contrabbando. La sua esistenza cambia con l’arrivo del cugino Lymon, un nano capace di ingraziarsi l’intero paese, e di convincere Amelia a trasformare l’emporio in uno scalcinato caffè, punto di ritrovo per la comunità. La felicità di Amelia è però di breve durata: il ritorno dell’ex marito Marvin, cacciato di casa per ragioni non chiare la prima notte di nozze, e ora appena uscito di prigione, innesca una spirale di conflitti e violenze che cambierà la vita della donna e dello stesso villaggio.

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La metamorfosi di Franz Kafka – Uno tra i libri più letti nel periodo scolastico. Gregor dopo una notte insonne e agitata, si risveglia trasformato in un enorme insetto. Il libro narra di come il commesso viaggiatore faccia di tutto per accettare questa sua nuova condizione e di come cerca di adattarsi alla vita nella sua nuova natura.

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Mosca-Petuskì. Poema ferroviario di Venedikt Yerofeev – si svolge in uno stato di estasi superalcolica tra la stazione di Mosca e quella di Petuskì, è stato uno dei libri più letti nella Russia dell’ultima era sovietica; circolava clandestinamente di lettore in lettore dal 1973, e fu pubblicato quello stesso anno in Israele in russo. In Russia fu ammesso ufficialmente e integralmente solo dopo il 1990, incontrando un successo e un apprezzamento enorme.

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La buona terra di Pearl S. Buck – Universalmente considerato il capolavoro di Pearl S. Buck, La buona terra (1931) è il primo romanzo della trilogia The House of Earth, che narra le vicende della famiglia di Wang Lung, visceralmente attaccato alla sua terra, e dell’umile e rassegnata O-Lan, sua moglie. Il tema centrale è quello della vita patriarcale, legata a usanze secolari, del contadino cinese, per il quale la terra rappresentava tutto.

72 giorni. La vera storia dei sopravvissuto delle Ande e la mia lotta per tornare di Nando Parrado – Un aereo precipita su una cima delle Ande. Delle 45 persone a bordo, 17 muoiono nell’impatto. Per gli altri ha inizio una lotta per la sopravvivenza a 40 gradi sottozero. Al decimo giorno, le poche scorte di cibo sono finite. C’è una sola cosa che possono fare per rimanere vivi: nutrirsi dei corpi dei compagni morti. In un patto quasi sacrale, i sopravvissuti affidano l’uno all’altro il proprio consenso. Nando Parrado è tra loro.

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Quando gli arabi vivevano sull’acqua di Wilfred Thesiger – Per secoli e secoli il sud dell’Iraq è stato caratterizzato dalla presenza di paludi. In primavera le nevi che si scioglievano sulle cime più alte della Persia e della Turchia, facevano andare in piena il Tigri e l’Eufrate e le paludi erano il risultato secolare dell’inondazione e della dispersione dei due fiumi. L’autore, che ha vissuto in queste paludi dal 1951 al 1958, descrive l’esistenza della popolazione araba che le abitava.

 

 

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