MILANO – Ritenuto da molti un grande e intenso poeta, la fortuna critica che ha incontrato l’opera di Heinrich Heine dopo la sua morte è oscillante. Mentre per alcuni fu il maggior poeta tedesco del periodo di transizione tra romanticismo e realismo, per altri il giudizio è negativo. Nietzsche gli riconosce un ruolo di precursore. Il suo ‘Libro dei canti’ possiede comunque straordinaria lievità e levigatezza formale: è una delle opere più diffuse e tradotte della produzione tedesca.
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“Dio mi perdonerà: è il suo mestiere.”
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“L’avvocato è un galantuomo che salva i vostri beni dai vostri nemici tenendoli per sè.”
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“L’esperienza è una buona scuola. Ma le sue rette sono più alte.”
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“Che cos’è il piacere, se non un dolore straordinariamente dolce.”
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“Dove le parole finiscono, inizia la musica.”
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“È dolce quello che tu mi dici, ma più dolce è il bacio che ho rubato alla tua bocca.”
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“Ognuno dovrebbe perdonare i propri nemici, ma non prima che questi siano impiccati.”
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“Comprimi ora il tuo cuore sul mio, sicché le fiamme unite si consumino”
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“Non chiedetemi che cosa ho, ma che cosa sono”