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Grazia Deledda, 5 libri da leggere della scrittrice sarda

Oggi il mondo della letteratura ricorda l'anniversario di nascita di Grazia Deledda. Per l'occasione, scopriamo i suoi 5 libri più amati.

Oggi il mondo della letteratura ricorda l’anniversario di nascita di Grazia Deledda, nata il 27 settembre 1871.

La carriera letteraria della grande scrittrice sarda incomincia nel 1888, quando invia a Roma alcuni racconti, ”Sangue sardo” e ”Remigia Helder”, che vengono pubblicati dall’editore Edoardo Perino sulla rivista ‘L’ultima moda’.

La conferma del successo arriva qualche anno più tardi, nel 1903, con la pubblicazione di ”Elias Portolu”, a cui segue una fortunata serie di romanzi e opere teatrali.

Il senso della vita secondo Grazia Deledda

Il senso della vita secondo Grazia Deledda

Grazia Deledda fu la seconda donna al mondo ad aggiudicarsi il Premio Nobel per la Letteratura e la prima italiana in assoluto. L’aforisma del giorno è tratto da un suo romanzo.

Grazia Deledda, i 5 libri più famosi della grande scrittrice sarda

Nel 1926, Grazia Deledda vince il Premio Nobel per la Letteratura. Per ricordare l’autrice nel giorno del suo compleanno, vi raccontiamo i suoi cinque libri che hanno riscosso maggior successo tra il pubblico.

Canne al vento“, 1913

Grazia Deledda è stata una delle maggiori scrittrici italiane, in grado di raccontare l’ambiente rurale della sua terra d’origine – la Sardegna più aspra e in particolare la città di Nuoro – e i drammi naturali della vita di ogni uomo.

Nel descrivere la vicenda del servo Efix e delle tre sorelle Pintor, dame di nobili origini ormai decadute, le cui vite vengono sconvolte dal ritorno in seno alla famiglia del nipote Giacinto, Grazia Deledda ci consegna una piccola grande epica della fragilità umana e del dolore dell’esistenza, facendo della Sardegna una potentissima miniatura dell’Italia intera.

‘Canne al vento’ è in questo senso un’opera esemplare: induce, già nel titolo, un’inconfondibile immagine dell’aspro ed essenziale paesaggio dell’isola, ma evoca nel contempo l’immagine universale, ‘biblica’ dell’uomo, fragile e oscillante creatura battuta dalla sorte, sempre tentata da un confronto diretto con la forza potente di una misteriosa Giustizia.

Forse, dopo aver letto il romanzo, molti lettori avranno come l’impressione che in Sardegna non si va, ma dalla Sardegna si viene.

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La madre“, 1920

In un paese ricco di tradizioni e unito da una ferrea legge morale, Paulo, giovane sacerdote in cui tutti confidano e che tutti ritengono esempio di fede e devozione, si innamora di Agnese, una donna che vive sola nella grande tenuta di famiglia.

La madre di Paulo, accortasi dei sentimenti del figlio e delle sue fughe notturne e decisa a proteggerlo dalle tentazioni, tenta di riportarlo sulla retta via, ricordandogli i doveri di parroco e consigliandogli di confidare nel Signore, interrompendo immediatamente la peccaminosa relazione.

Dilaniato tra il senso di colpa e la profonda passione, Paulo torna ancora una volta dall’amata, ma, ormai convinto della propria fede, si rifiuta di cedere alle sue lusinghe.

Agnese promette di rivelare pubblicamente la loro relazione durante il rito domenicale, causando in Paulo e nella madre una profonda angoscia. Nonostante la rinuncia della donna, a mettere in pratica quanto minacciato, lo stress accumulato nei giorni precedenti causa la repentina morte della madre al termine della funzione.

“La madre” di Grazia Deledda è un romanzo di fede e di peccato, prostrazione e letizia, timori taciuti e passioni che irrompono incontrollate.

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La via del Male“, 1896

‘La via del male’, caso unico nella lunga carriera di Grazia Deledda, conobbe ben quattro redazioni a stampa.

Il libro fu pubblicato per la prima volta nel 1896 da Speirani a Torino; nel corso del 1906 la Gazzetta del Popolo di Torino lo pubblicò in appendice con il titolo ‘Il servo’; nello stesso anno di nuovo con il titolo ‘La via del male’ il romanzo uscì di volume nella Biblioteca Romantica della Nuova antologia di Roma; infine, nel 1916, presso l’editore Treves di Milano, se ne ebbe una nuova ed ultima versione.

Il testo, dunque, è rimasto in lavorazione per più di vent’anni, essendo passato attraverso una massiccia attività correttoria.

In questo romanzo, che incontrò il favore di Luigi Capuana, l’autrice, suggestionata dal verismo, abbandona le imitazioni degli autori romantici a favore di un’elaborazione maggiormente aderente alla realtà, con descrizioni di situazione concrete in cui far muovere personaggi più autentici.

Ne ‘La via del male’, compaiono gli elementi tipici della produzione di Grazia Deledda: gli uomini, abitatori della sua ‘misteriosa’ Sardegna, primitivi e taciturni, in ascolto solo delle voci della natura, chiusi nelle loro credenze e tradizioni, in lotta contro un destino avverso che li piega o li costringe a ripiegare in se stessi, che, agitati da passioni violente, guidati dall’amore, vissuto come esperienza passionale, o dall’odio, sono indotti al peccato, ma poi travagliati dal senso di colpa che li condurrà ad espiare.

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Cenere“, 1904

‘Cenere’ fu pubblicato nel 1904, dopo essere uscito a puntate l’anno prima sulla rivista Nuova Antologia.

La storia è quella di una giovane che concepisce un figlio con un uomo sposato e che, in conseguenza di ciò, viene esclusa dalla comunità. Non potendo assicurare un futuro al bambino, preferisce lasciarlo alla famiglia paterna. Senonché, quando questi diventa adulto cerca la madre anche a costo di compromettere il suo matrimonio e le sue prospettive di vita borghese.

Sullo sfondo della città e delle campagne circostanti, Grazia Deledda sviluppa una vicenda nella quale si intrecciamo temi ricorrenti nella sua narrativa: il peccato, la passione violenta e il senso di colpa, l’arcaica inconciliabilità tra vincoli di sangue e consuetudini sociali..

Elias Portolu“, 1903

Pubblicato nel 1903, Elias Portolu racconta la storia di un pastore sardo che ritornato in paese, dopo aver scontato un’ingiusta condanna ed essere stato tentato dal prendere i voti, cerca inutilmente di resistere all’amore che prova per la moglie del fratello.

Elias Portolu è uno dei romanzi più riusciti di Grazia Deledda. In esso la scrittrice descrive con grande efficacia il dramma del protagonista, succube della forza della passione e lacerato dai sensi di colpa, che solo la fede riuscirà alla fine a placare..

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