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Giuseppe Catozzella, “Ecco cosa significa sentirsi straniero in casa”

E tu splendi è il nuovo libro di Giuseppe Catozzella in cui ad essere centrale è il tema della estraneità e della paura dell’altro

MILANO – Siamo stati alla presentazione del nuovo libro di Giuseppe Catozzella “E tu splendi” che uscirà in tutte le librerie del 22 marzo. Ecco cosa ci ha raccontato il giovane autore.

Il tema

Non è stao facile scrivere il mio ultimo libro E tu splendi, perché è stato difficile ammettere la mia estraneità in casa mia. I miei genitori sono lucani e sono emigrati a Milano tra gli anni sessanta e settanta e io mi sono sempre sentito straniero a casa mia ed è una sensazione brutta. Il tema dello straniero, il tema dell’altro, sentirsi straniero in casa propria. Non c’è un momento in cui questo tema non sia stato più attuale: i migranti, quelli che arrivano, sono sempre considerato i nemici. I miei ultimi tre libri sono sempre stati su questo tema. Perché abbiamo così paura dell’altro? Perché sono diventati il nemico numero uno? Perché in molto stati si costruiscono veri muri, come quella della Seconda Guerra Mondiale e del Medioevo? il motivo è che l’altro ti ricorda che sei straniero anche tu. Il migrante ti ricorda che sei migrante anche tu, lo siamo tutti.  Siamo un popolo che è sempre migrato tantissimo, ovunque. Tutti siam frutto di una catena ininterrotta di migrazioni. Il sentimento che scaturisce davanti ai migranti è quello della vergogna. Questo è il motore da cui è partito il racconto del mio libro.”

 

La trama

Arigliana, “cinquanta case di pietra e duecento abitanti”, è il paesino sulle montagne della Lucania dove Pietro e Nina trascorrono le vacanze con i nonni. Un torrente che non è più un torrente, un’antica torre normanna e un palazzo abbandonato sono i luoghi che accendono la fantasia dei bambini, mentre la vita di ogni giorno scorre apparentemente immutabile tra la piazza, la casa e la bottega dei nonni; intorno, una piccola comunità il cui destino è stato spezzato da zi’ Rocco, proprietario terriero senza scrupoli che ha condannato il paese alla povertà e all’arretratezza. Quell’estate, che per Pietro e Nina è fin dall’inizio diversa dalle altre – sono rimasti senza la mamma -, rischia di spaccare Arigliana, sconvolta dalla scoperta che dentro la torre normanna si nasconde una famiglia di stranieri. Chi sono? Cosa vogliono? Perché non se ne tornano da dove sono venuti? è l’irruzione dell’altro, che scoperchia i meccanismi del rifiuto. Dopo aver catalizzato la rabbia e la paura del paese, però, sono proprio i nuovi arrivati a innescare un cambiamento, che torna a far vibrare la speranza di un Sud in cui si mescolano sogni e tensioni. Un’estate memorabile, che per Pietro si trasforma in un rito di passaggio, doloroso eppure pieno di tenerezza e di allegria: è la sua stessa voce a raccontare come si superano la morte, il tradimento, l’ingiustizia e si diventa grandi conquistando il proprio fragile e ostinato splendore.

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