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Facebook oscura la pagina di Zerocalcare per un post in ricordo del G8 di Genova

Non rispettosi degli standard della comunità Facebook. Per questo motivo il celebre social ntework ha deciso di sospendere post e profilo del fumettista Zerocalcare

MILANO – Non rispettosi degli standard della comunità Facebook. Per questo motivo il celebre social ntework ha deciso di sospendere post e profilo del fumettista Michele Rech, in arte Zerocalcare. Il motivo? Un post pubblicato in occasione di un’iniziativa organizzata a Genova in occasione dell’anniversario del G8 del 2001.Un nuovo caso di censura del celebre social network, dopo quello che ha visto protagonista alcune pagine Facebook dedicate all’arte che si sono viste censurare post con protagonisti celebri nudi artistici.

IL POST – Il post aveva la locandina dell’evento e la sua descrizione. “Mercoledi 20 luglio, a 15 anni esatti dal G8, alle 15:00 stiamo a fare disegni live in piazza Alimonda a Genova insieme a Alessio Spataro, Paolo Castaldi, Manuel De Carli, Luca Genovese, Simone Lucciola e Cisco Sardano. Tutto quello che facciamo sarà poi messo all’asta benefit per chi sta bevuto”. Sono subito attivati commenti e insulti nei confronti dell’autore di “Kobane Calling”.

LA RISPOSTA – Dopo la censura, ecco la risposta di Zerocalcare sul suo profilo personale, che riprendiamo in parte. “Siccome mi hanno sospeso la pagina fan per il post sull’iniziativa di Genova nell’anniversario del G8 del 2001 di domani, vale la pena spendere due righe, anche perché dopo che avevo fatto la lagna in un fumetto un paio di settimane fa, stavolta un sacco di gente ha scritto cose molto carine e supportanti ed è utile chiarire questa roba.
Questo post ha scatenato una serie di commenti immondi, che andavano dalla gioia per il buco in testa a Carlo Giuliani a invettive varie e promesse di non comprare mai più i fumetti miei e roba del genere. Un sacco di gente giustamente ha commentato “vabbé, ma che la roba di zerocalcare non l’avete mai letta? Che lo scoprite ora come la pensa?”, qualcun altro s’è lamentato del fatto che i lettori pretendono di decidere i temi su cui un autore può o non può esprimersi…. Ecco, è tutto molto giusto, ma sti ragionamenti non colgono quello che è successo.
Quindi tutti i ragionamenti tipo “chissà quanti di quelli che fanno la fila per il disegno poi in realtà pensano ste cose” sono sbajati regà. Ma no perché tutti quelli che mi leggono la pensano come me eh, ci stanno pure persone molto lontane come orientamento politico e si, ci stanno pure guardie, ma so’ comunque persone tendenzialmente capaci di gestire quella contraddizione ed accettare un punto di vista diverso.
E invece evidentemente Genova non è finita (c’è chi lo dice da tempo, lo dico pure io ma ammetto di averlo usato più come uno slogan che altro), non solo –ma basterebbe quello- perché ci sta ancora una persona in galera a 15 anni di distanza dai fatti (e altre sottoposte a misure e restrizioni) mentre altri venivano promossi e facevano carriera, ma perché è la controparte e pezzi dei suoi apparati che continuano a fare una guerra accanita e che sulla narrazione di quelle giornate non vogliono mollare di un centimetro.
Quindi boh, è dal 21 luglio 2001 che litighiamo su quanto è successo a Genova. Però forse vale la pena continuare a farlo, anche per rispetto al nostro dolore, al nostro sangue e alle nostre lacrime, pure se ci sembrano così lontane oggi”.

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