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Daniela Maddalena, “Essere coraggiosi significa avere cuore”

Le nostre letture mostrano spesso quello che non ammettiamo di volere e segretamente desideriamo: le gesta eroiche, le fughe di prigione, gli amori tormentati, le avventure di giovani, spericolati e curiosi ragazzini

MILANO – Bertrand Russel scriveva che “l’equilibrio tranquillizza, ma la pazzia è molto più interessante”. E di questo sono convinti molti di noi: spesso siamo terrorizzati dall’armonia, l’equilibrio, la stabilità. Ci terrorizzano, anche se spesso sono tutto ciò che desideriamo. Proviamo sentimenti contrastanti, siamo indecisi, irrequieti. Eppure le nostre letture mostrano spesso quello che non ammettiamo di volere e segretamente desideriamo: le gesta eroiche, le fughe di prigione, gli amori tormentati, le avventure di giovani, spericolati e curiosi ragazzini. E un giovane protagonista in cerca di avventure è proprio Erasmo, personaggio principale dell'”Elogio dell’acqua” (Marcos y Marcos) di Daniela Maddalena, autrice che abbiamo avuto il piacere di intervistare.

Erasmo “Ha tredici anni, e la tendenza a prendere le cose con filosofia”. Chi è davvero Erasmo?

Tutti noi abbiamo un Erasmo dentro. Spero. Se non ce ne ricordiamo, il libro ci aiuterà a ritrovarlo. E’ il nostro io avventuroso, spavaldo, arguto, che ama il rischio e la novità. Ama mettere in gioco le sue qualità, che neppure conosce, ma l’avventura gliele tira fuori.

Mi è stato chiesto se ci vuole maggiore responsabilità a scrivere libri per ragazzi. Non ho pensato di scrivere un libro per ragazzi, anche se lo collochiamo in questa tipologia. Ho pensato di scrivere di avventure che si svolgessero nei cinque elementi, Acqua, Aria, Fuoco, Terra, la Quintessenza. Questa è la prima. Quando viviamo un avventura perdiamo la zavorra dell’età e della consuetudine, e diventiamo ragazzi. Quando viaggiamo diventiamo ragazzi, per questo ci piace sempre molto. Un’avventura tutta in un elemento è certamente frutto della fantasia, una sfida, ma anche un viaggio che inizia qualcosa di totalmente nuovo. L’Acqua è la prima avventura, perché nell’Acqua nasciamo. Ci purifichiamo, ci trasformiamo.

La filosofia con cui Erasmo affronta la vita è quella della saggia follia.

Cosa hanno in comune il nostro protagonista Erasmo e Erasmo da Rotterdam, che troviamo in epigrafe?

Erasmo da Rotterdam era un saggio. Nel suo famoso libro, la Follia elogia la Vita, e la Vita elogia la Follia. In pieno rinascimento umanistico, la Follia di Erasmo spazza via con sarcasmo i falsi riti, i falsi miti, le complicazioni astruse del potere e della morale. La Follia è sorella del buon senso. Piace a tutti perché è un colore che tutti abbiamo dentro, e se sai farlo vibrare nel mondo esterno, sarai persona armoniosa. I titoli dei capitoli del mio Erasmo sono un richiamo a Rabelais, contemporaneo di Erasmo da Rotterdam. Un altro magnifico elargitore di sana follia.

Erasmo è un ragazzo libero e ha una grande sensibilità (ci sente molto bene, è musicista). La madre non c’è più, il padre fa il capitano di lungo corso, quindi un lavoro avventuroso, che lo porta lontano, in spazi grandi.  Erasmo ha molto tempo per stare con se stesso, nel mondo. Non deve continuamente sottostare a divieti e controlli. Impara a controllare se stesso. Ascolta, osserva, collega, inventa. Trova soluzioni ardite, usa il suo buon senso. E’ indipendente, e spesso deve cavarsela da solo, soprattutto all’inizio di questa avventura. Man mano che andiamo avanti, la zia diventa più protettiva, anche se è una protezione strampalata. Erasmo esplora la vita nei suoi elementi, in prima persona, con la sua vitalità e la sua intelligenza.

Certo non si cerca un padre in acqua, nuotando. Ma lui ci va, perché solo immergendosi dentro il mistero, dentro l’Acqua, può compiere il suo viaggio iniziatico. Non si fa fermare dalle convenienze, ha una saggia follia. Cerca suo padre, il suo maschile, che realizza con equilibrio, pur trovandosi su una strada impossibile. Alla fine dell’avventura avremo delle grandi sorprese.

Erasmo è coraggioso. Bisogna imparare a essere coraggiosi  fin dalla tenera età? Si può imparare a essere coraggiosi? Forse ci insegna a esserlo l’esperienza della vita?

Essere coraggiosi significa, letteralmente, “avere cuore”.  Sicuramente Erasmo ha appreso il coraggio dal padre, questo lo intuiamo dal fatto che il padre fa un lavoro non ripetitivo, che gli chiede di affrontare sempre nuove avventure. Ma il coraggio si apprende anche dall’opposto. Talvolta un genitore per nulla coraggioso, inibendo un sentimento necessario per vivere, fa scattare nel figlio una doppia dose di coraggiosità. Per capire come stanno le cose, bisogna arrivare alla fine del libro.

Elogio dell’Acqua è un’avventura – come anche le altre che seguiranno – piena di azione. Interiore ed esteriore. Succedono tante cose, ci sono colpi di scena, ed Erasmo deve continuamente rivedere le proprie scelte. Quando incontra le sirene pensa di essere preparato ad evitarle. L’ha studiato a scuola, sa come proteggersi. Ma le cose vanno in modo totalmente diverso. Se non cambia programma, morirà. Deve continuamente formulare strategie di azione e di sentimento, che sono anche sconvolgenti. Lo stare nel cuore gli permette di avere un orizzonte ampio, non solo mentale. Erasmo da Rotterdam ci ha insegnato: un pizzico di estro ti salva la vita.

Quale mare racconti nell’”Elogio dell’acqua”?

In Elogio dell’Acqua, la vera protagonista è l’Acqua. Lei accoglie Erasmo e la zia, e i personaggi che man mano si incontreranno. Io amo moltissimo il mare. Posso guardarlo per ore, sentendomi piena. A volte, guardando il mare, ho cercato Erasmo e la zia. Li ho trovati?

L’acqua è elemento di nascita, di passaggio da uno stato ad un altro. Il mare di Erasmo è la sua sconfinata sete di viaggio, di ricerca, di individuazione in un mondo grande, affettuoso e avvolgente, ma anche pericoloso. Nel mare, Erasmo e la zia vanno sott’acqua e anche sopra, nelle varie avventure che si presenteranno. Sono un poco pesci anche loro. La zia ha gli occhi laterali, infaticabile nuotatrice, può stare sott’acqua per molti minuti. Erasmo ha progettato una tenda da camping acquatico, insomma non si fanno mancare nulla. Si fanno amico l’elemento che hanno sfidato, l’Acqua. Il mare gli farà incontrare mostri ma anche l’amore. Il mare gli regalerà molti indizi del papà capitano, quindi Erasmo si sente incoraggiato a proseguire. Sta facendo una grande lavoro, sfinente, ma è il lavoro giusto. Il mare lo incoraggia e lo ostacola. Il viaggio in Acqua è come un battesimo. Serve ad iniziare. Alla fine avremo sorprese.

Quanto ha influito su questa storia il tuo essere musicista?

Il mio essere musicista influisce su tutto. Vivo con le orecchie aperte, è addirittura il mio lavoro. Prima ancora di pensare a strumenti musicali, composizioni, gruppi ecceteri, bisogna pensare che un musicista sente in un modo particolare. Non per motivi magici. Semplicemente allena le orecchie, cerca di non farsele drogare dal rumore e dalla robaccia che viene trasmessa dappertutto e sempre. La chiamano musica, ma non lo è. Mi duole immensamente constatare quanto poco in Italia la musica venga considerata. C’è un abuso di roba di sottofondo, che stordisce. Non è musica e non è ascolto musicale. L’ascolto è sempre una relazione preziosa, nitida, tra te un altro, o un’altra fonte. Il sottofondo è un’invenzione moderna, che ha lo scopo di rimbambire. La sordità è una disabilità più grave delle cecità. Purtroppo si considera musica solo quella che serve a intrattenere. Ma la musica ha un potere enorme. Magico, sacro.

Dimmi cosa e come ascolti, e ti dirò chi sei.

Erasmo ha tredici anni, un’età in cui si possono fare molte cose e molto bene. La sua prontezza di riflessi, sensibilità, visione allargata sulle cose le deve anche all’esperienza della musica. La musica gli dà una marcia particolare. Erasmo fa il DJ, ma conosce il quartetto di Ravel (episodio delle sirene), sa improvvisare al pianoforte, anche ripetendo e canzonando una musica fatta da altri (sull’Arca), ascolta la rete di dissonanze e di giochi compositivi, la gabbia invisibile che le sirene gli stanno calando addosso, per ammaliarlo e poi sbranarlo. Erasmo ama la libertà, e la musica gli permette una libertà e un divertimento sconfinato. La musica dà speciali chiavi di salvezza, e in un romanzo di avventura, talvolta pirotecniche, serve. Serve moltissimo nella vita.

 

 

 

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