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Da Milano a Torino, uno scrittore siciliano come compagno di viaggio

Accorgendoci di viaggiare di fianco a uno scrittore che arriva direttamente dalla Sicilia, abbiamo deciso di fargli qualche domanda per scoprire la sua storia

TORINO – Si fa notare per aver detto a dei ragazzi maleducati di abbassare il volume della musica. Sono passate da poco le 7 e l’atmosfera è ancora soporifera. E’ poi lui, il signore che viaggia di fianco a noi, ad attaccare discorso per parlare della gioventù d’oggi e dell’italia in generale. Quando però scopriamo che si tratta di uno scrittore che arriva da Catania per portare i suoi libri a degli amici, decidiamo di ascoltare la sua storia e di intervistarlo in merito ai suoi libri e alla sua storia di scrittore. Un’intervista lunga un viaggio, una storia inaspettata e bellissima.

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UN PIACEVOLE INCONTRO – Pronti a vivere il Salone del Libro nel suo quarto giorno di eventi, non ci aspettavamo di iniziare incontri e intervista già sul treno. Si chiama Giuseppe Ferrante, uno scrittore siciliano, e si reca a Torino per portare i suoi libri a degli amici. Gli chiediamo allora qual è la sua storia di scrittore. Dopo aver vissuto a Enna e sul lago d’Iseo (per motivi di lavoro, quello del giudice), ha iniziato a scrivere per caso, dopo la pensione, fino a quel momento aveva scritto solo sentenze. Il suo libro meglio riuscito (ma vorrebbe che lo dicessero i lettori) è “Donna di voglia (Il nome di una contrada di campagna)” che parla degli eventi che sconvolsero l’italia dall’arrivo delle truppe americane in Sicilia.

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I TEMI DEI SUOI LIBRI – I suoi libri parlano di Sicilia, sono in parte autobiografici e affrontano temi importanti. Al giorno d’oggi vede un pericolo nelle forti tendenze neofasciste dei giovani d’oggi e da questo si collega al fatto di come molti, nel 1943, divennero immediatamente anti-fascisti, mentre fino a un momento prima indossavano la camicia nera. Un vero e proprio trasformismo. Il suo punto di riferimento è stato Pirandello nella vita e nella scrittura.

 

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 LA MAFIA NON DORME MAI – A pochi giorni dall’anniversario dell’assassinio di Giovanni Falcone, non poteva mancare neanche una riflessione sulla situazione del potere criminale in Italia. “In Italia la Mafia continua ad essere strettamente legata alla politica, ‘Mafia Capitale’ ne è una prova evidente. Il giudice Scarpinato, attuale Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Palermo, ha scritto un libro che consiglio a tutti, “Il ritorno del Principe“.  Finalmente per combattere le mafie, che sono come dei tumori, esistono le leggi giuste, bisogna solo farle rispettare ed applicarle altrettanto duramente nei confronti di chi si macchia di corruzione.

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LA CULTURA E’ DI TUTTI – Giuseppe parla, infine, della pratica della scrittura e della cultura in generale:”Spero di essere un discreto cantastorie, nella scrittura si ha più tempo per riflettere che nel parlato. Per questo è più facile scrivere che parlare secondo me. Concludo dicendo che istruzione e cultura sono due cose differenti, anche se c’è un errore di grammatica in un frase, conservatene lo stesso il significato.”

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