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Da Fermo a Dallas, la riflessione di Erri De Luca sugli ultimi episodi di violenza e razzismo

Le riflessioni dello scrittore napoletano in merito alle tragedie di Dallas e di Fermo, un escalation di violenza che ha avuto come filo conduttore razzismo ed intolleranza

MILANO – “Una sciagurata vendetta, che non aveva nulla a che vedere con la contemporanea manifestazione in piazza, in difesa dei diritti di uguaglianza”. Definisce così lo scrittore Erri De Luca gli ultimi tragici avvenimenti di Dallas, dove sono stati assassinati 5 agenti della polizia alla fine di una delle tante manifestazioni dopo l’ennesimo caso di afroamericani uccisi da poliziotti bianchi. Episodio che è avvenuto 24 ore dopo la tragedia di Fermo, dove un profugo nigeriano ucciso da ultrà. Ecco le riflessioni dello scrittore napoletano Erri De Luca in merito alle tragedie di Dallas e di Fermo, un escalation di violenza che ha avuto come filo conduttore razzismo ed intolleranza.

“L’America si porta dietro ancora nel 21° secolo la piaga del razzismo, insieme alla proliferazione di armi, ovvero il fatto che tutti quanti possono avere delle armi, acquistandole liberamente nei negozi. Questo mette la polizia nella condizione di estrema attenzione, per cui è capace di intervenire  a fuoco mentre uno sta solo prendendo i documenti dal portafoglio. Le procedure di polizia qui in America sono molto diverse rispetto al resto del mondo.

Quello che è successo a Dallas è stata una sciagurata vendetta di un gruppo di persone che non aveva niente a che vedere con la bella manifestazione di protesta che si svolgeva contemporaneamente in piazza. C’è una differenza enorme tra quello che è successo a Dallas ed il movimento dei diritti di uguaglianza della storia americana. Niente a che vedere con le “pantere nere”. Sono persone sganciate da qualunque significato politico, che hanno agito per malintesa rappresaglia individuale.

Non credo che la cialtroneria di alcuni politici possa influenzare il comportamento delle persone. A Fermo c’è stato uno scellerato fascista, non un militante della Lega, che ha insultato e poi ucciso una persona che stava li con la sua compagna. Da questo punto di vista, l’imputazione di omicidio preterintenzionale è insufficiente: si tratta invece di omicidio volontario, non premeditato ma nemmeno accidentale, lo ha voluto uccidere.”

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