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Chiara Moscardelli, “Siamo il risultato del rapporto avuto con i nostri genitori”

La scrittrice romana torna in libreria con "Teresa Papavero e la maledizione di Strangolagalli", il primo di una serie di "gialli" che vedono come protagonista Teresa Papavero

MILANO – “Credo fermamente che noi siamo il risultato del rapporto che abbiamo avuto con i nostri genitori, nel bene o nel male.” E’ questa l’opinione di Chiara Moscardelli, scrittrice romana in libreria con “Teresa Papavero e la maledizione di Strangolagalli“, il primo di una serie di “gialli” che vedono come protagonista Teresa Papavero, donna sui 40anni decisa a tornare a Stran­golagalli, borghetto a sud di Roma nonché suo paese nativo.

 

Come nasce il personaggio di Teresa Papavero?

Cercavo una signora Fletcher meno attempata e più pasticciona. Sono cresciuta con la Signora in giallo, ho persino i DVD a casa. Come parte la sigla io mi tranquillizzo. E’ il mio personale Lexotan. Allora dovevo prima cercare Cabot Cove, una tranquilla cittadina dove non succede mai niente….

E mi sono imbattuta in Strangolagalli: delizioso borghetto in provincia di Frosinone. Lì c’è ancora il sindaco che cammina per la strada e saluta gli abitanti, il medico di base, c’è un solo ristorante, buonissimo! Avevo trovato la mia Cabot Cove. Teresa Papavero ci si è subito trovata benissimo.

 

Quali punti d’incontro e quali differenze ci sono rispetto ai tuoi precedenti libri?

Di certo Teresa, come le mie protagoniste precedenti e come la Moscardelli è alla ricerca del suo posto nel mondo. Ma ha una marcia in più. Lei è una Avangers! Ha i super poteri. Ha delle capacità innate che la faranno diventare una vera profiler. Non è alla ricerca del principe azzurro, anche se poi…incidentalmente…ne trova ben due.

 

A chi, o a quali opere, ti sei ispirata per l’inizio di questa trilogia gialla?

Be’, c’è la Signora in giallo, sicuramente. C’è Agatha Christie, ma soprattutto c’è quel telefim americano anni ’70’…ve lo ricordate? Attenti a quei due con Tony Curtis e Roger Moore: due ricchi e intrepidi avventurieri che tra belle donne, humor inglese e paesaggi meravigliosi si ritrovano a risolvere rocambolescamente i casi più improbabili. Divertentissimo.

 

Quanto c’è di te e quanto c’è delle donne quarantenni di oggi nel personaggio di Teresa?

Di me c’è l’insicurezza, la terribile sensazione di non valere poi così tanto e di cercare di dimostrare sempre qualcosa. Credo fermamente che noi siamo il risultato del rapporto che abbiamo avuto con i nostri genitori, nel bene o nel male. Ebbene questo rapporto, problematico, c’è in Teresa come c’è in me. Per le quarantenni di oggi davvero non saprei. Ci sono donne sicure di sé, per fortuna, come donne forti e fragili. Mi piace pensare che qualsiasi tipo di donna possa trovare qualcosa  in Teresa. In fondo, nessuno è perfetto, no? Per citare A qualcuno piace caldo.

 

Hai qualche anticipazione in merito ai prossimi due libri della trilogia?

Di sicuro la Papavero dovrà scegliere tra Leonardo Serra e Corrado Zanni. Poi c’è la questione della madre scomparsa. E Dal momento che Strangolagalli è un po’ come Cabot Cove…non vogliamo farle trovare un altro cadavere?

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