MILANO – Carlo Cassola nasce il 17 marzo 1917 a Roma. Impazza la prima guerra mondiale quando vede la luce. La sua nascita è frutto del matrimonio tra Maria Camilla Bianchi e Garzia Cassola, militante socialista e redattore dell’ “Avanti” sotto la direzione di Leonida Bissolati. La sua infanzia non è certo felice: è, per indole, un ragazzo isolato che ama fuggire nella sua immaginazione e nelle fantasticherie. Per questa ragione si avvicina alla letteratura. “Bastava un nome ad emozionarlo, a mettergli in moto la fantasia, col risultato di allontanargli spesso e deprezzargli tutto ciò che sapeva di reale e obbediva a ragioni pratiche” – scrive Carlo Cassola, parlando di sé stesso nel suo “Fogli di diario“.
LA FORMAZIONE – La sua formazione scolastica è regolare, anche se più tardi la definirà un fallimento. Nel 1927 comincia a frequentare il Regio liceo-ginnasio Torquato Tasso, fino a quando, cinque anni dopo, si iscrive al liceo classico Umberto I. Qui si appassiona alle opere di Giovanni Pascoli e legge opere quali “Oggi, domani e mai” di Riccardo Bacchelli, “Amici Miei” di Antonio Baldini e “I fratelli Rupe” di Leonida Répaci. Il suo amore per la letteratura è ormai cosa consolidata. Intanto comincia la seconda guerra mondiale e si avvicina all’ermetismo, di cui apprezza l’essenzialità, il culto per la poesia e l’attenzione all’esistenziale.
I RACCONTI – Tra il 1937 e il 1940 scrive i primi racconti, raccolti nel 1942 in due piccoli volumi, “Alla periferia” e “La vista”. Come scrive Salvatore Guglielmino, già in queste storie “Cassola mira a cogliere in una vicenda o in un gesto quello che è il suo aspetto più autentico, l’elemento sia pur modesto e quotidiano che ci svela il senso di un’esistenza , il tono di un sentimento“. Presta servizio militare a Spoleto e a Bressanone e nel 1939 si laurea in giurisprudenza. Finalmente è libero di dedicarsi completamente alla scrittura. Sulla rivista “Letteratura” pubblica i racconti “La visita”, “Il soldato” e “Il cacciatore” e comincia a collaborare con diversi giornali.
I GRANDI ROMANZI – Nel 1949 Cassola ha una profonda crisi, in seguito alla morte prematura della moglie, che aveva solo 31 anni. In discussione viene messa la sua intera poetica esistenziale di uomo e scrittore. Di questo periodo è “Il taglio del bosco“, rifiutata da Mondadori e Bompiani e poi pubblicata da Vittorini per Einaudi, nella collana sperimentale “I gettoni”. Nel periodo che segue si dedica molto alla scrittura, dando vita a romanzi come “Fausto e Anna“, “I vecchi compagni” e “La ragazza di Bube“, con cui vince il Premio Strega 1960. Nel 1984 si ammala al cuore e muore a sessantanove anni il 29 gennaio 1987.
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