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Andrea Bressa, “Sul web vincono i contenuti culturali di qualità”

Abbiamo chiesto al redattore culturale di panorama.it il suo punto di vista circa lo stato dell'editoria italiana e come è possibile avvicinare alla lettura sempre più persone

MILANO – Maggiore attenzione alla qualità, anche a discapito della velocità, premia il successo dei contenuti culturali sul web. Parola di Andrea Bressa, redattore culturale di panorama.it . Secondo il web content editor non sono i mezzi a fare danni, ma chi li usa male. Abbiamo chiesto ad Andrea Bressa il suo punto di vista circa lo stato dell’editoria italiana e come è possibile avvicinare alla lettura sempre più persone, anche grazie al contributo dei nuovi canali di comunicazione.

 

Qual è lo stato dell’editoria italiana oggi?

Dal mio punto di vista l’editoria italiana appare molto vivace. Ci sono tanti marchi che lavorano in campi più o meno diversi, o perlomeno con personalità e caratteristiche proprie. Certo, sappiamo che una grande fetta del mercato è in mano a tre o quattro grandi gruppi, ma l’indipendenza e la varietà delle case editrici controllate da questi colossi sembrano restituire un’offerta ancora pluralista. Parlo dal punto di vista di chi va in libreria, spinto dal desiderio di farsi ispirare passeggiando fra gli scaffali e sfogliando copertine, quarte, risvolti e prime pagine: l’imbarazzo della scelta è evidente.

 

La comunicazione è in continua trasformazione, quindi anche quella legata alla cultura ed ai libri. Come è cambiata negli ultimi anni?

È chiaro che ci sia stato un aumento esponenziale dei canali su cui poter parlare di libri e cultura. Mi riferisco alla Rete ovviamente, un ambiente che contiene in sé svariati canali comunicativi: blog, video blog, forum, testate online e social network, tutti intrecciati fra loro, capaci assieme di poter raggiungere una quantità di pubblico enorme in tempi brevissimi come mai si è potuto fare prima. Si tratta di una realtà che per la sua natura fugace necessita di un flusso velocissimo di informazioni, da creare e comunicare velocemente, rischiando di perdersi qualche pezzo per strada, soprattutto in termini di qualità. Ma la storia dei sistemi di comunicazione ci insegna che non sono i mezzi a fare danni, ma chi li usa male.

 

Scrivi di cultura su panorama.it . Dal web alla carta stampata, come cambia il modo di informare legato ai libri ed alla cultura?

Non avendo vissuto professionalmente il periodo pre-Web, non ho gli strumenti per dire come sia cambiato esattamente il modo di informare nel campo della cultura e dei libri. Rimando un po’ a ciò che ho detto prima, ma soprattutto lascerei parlare chi ha sperimentato questo passaggio sulla propria pelle.

Posso però dire che nel mondo della comunicazione culturale sul Web mi sembra di assistere a un’incoraggiante ripresa del longform o comunque a una maggiore attenzione alla qualità dei contenuti. Qualcuno si è forse accorto che arrivare primi non vuol dire sempre per forza essere vincenti. I lettori più attenti lo sanno.

 

I dati legati alla lettura in Italia sono in leggera ripresa, ma se paragonati al resto dell’Europa siamo uno dei Paesi dove si legge meno. In che modo è possibile attuare questo cambiamento culturale, portando la gente a leggere di più nel nostro Paese?

Come si può convincere una persona che non ha l’abitudine alla lettura a leggere un libro? Parlandoci, spiegandogli quali sono i lati positivi, provando a trovare un aggancio con la sua personalità, i suoi sentimenti, le sue esperienze. Forse, fidandosi, leggerà quel particolare titolo, ma è altamente probabile che torni alla vecchia abitudine: è arduo far cambiare idea a un adulto. Per questo bisogna puntare sui bambini e sui ragazzi, coinvolgendoli a scuola e a casa, provando a fargli scoprire il piacere di prendere/perdere tempo, il sollievo nel rallentare la frenesia del tutto e subito e la bellissima sensazione di poter cambiare identità e viaggiare nel tempo e nello spazio sfogliando semplicemente un libro.

 

 

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