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Abbate e Buttafuoco, “In un Paese civile la sicurezza è garantita dallo Stato, non dai singoli cittadini”

I giornalisti e scrittori Carmelo Abbate e Pietrangelo Buttafuoco hanno dato vita a un pamphlet "Armatevi e morite", in cui sottolineano l'importanza di una politica più seria

PORDENONE – Carmelo Abbate è giornalista, saggista e scrittore, protagonista della trasmissione tv ‘Quarto grado’. E’ è autore, tra l’altro, de ‘Il regno dei casti‘ (Piemme 2017). Pietrangelo Buttafuoco ha studiato filosofia a Catania e in Germania, ha scritto per il ‘Secolo d’Italia’, per ‘Il Giornale’, per ‘Panorama’, per ‘Repubblica’. Dal 2015 scrive su ‘Il Fatto Quotidiano’, e ha una rubrica su ‘Il Foglio’; ha pubblicato romanzi e saggi, tra i suoi ultimi lavori ‘Buttanissima Sicilia‘ (Bompiani 2014) e ‘I baci sono definitivi’ (La nave di Teseo 2017). Insieme hanno dato vita a un pamphlet Armatevi e morite, pubblicato da Sperling & Kupfer e presentato a Pordenonelegge.

GLI STATI “ARMATI” D’AMERICA – Il bersaglio politico principale, sottinteso,  è Matteo Salvini e la Lega , i destinatari sono invece i cittadini. Il messaggio degli autori agli italiani lo riassume Abbate in un paragone: “La sicurezza è come la Sanità, quella fornita dallo Stato funziona male ma di certo i cittadini non si organizzano un ospedale in casa e chiedono invece che lo Stato faccia bene la sua parte. Ecco, per la sicurezza l’atteggiamento deve essere lo stesso”. A sostegno delle loro tesi gli autori citano le statistiche su armi da fuoco e crimini in particolare negli Usa, dove è storicamente prevalente il ‘partito’ di chi sostiene la libertà, anzi il diritto, dei cittadini di armarsi: negli States, affermano fra l’altro Buttafuoco e Abbate, ci sono 88,8 armi da fuoco ogni 100 persone, eppure gli Usa sono primatisti negli omicidi con, ad esempio, circa 12mila morti solo nel 2008. In più bisogna ricordare gli incidenti domestici, il cui numero è altissimo, causati dall’imperizia nell’uso delle armi . La situazione è all’opposto in Giappone dove a fronte di 0,6 armi da fuoco ogni 100 abitanti le persone uccise nel 2008 furono 11. Il Giappone – ricordano poi gli autori- è anche nel nostro immaginario il paese dei samurai, delle spade, della competizione. Eppure sono riusciti ad azzerare la bellicosità cosi come è successo in Australia dove, cambiando corso, il governo ha deciso di riacquistare le armi e nel giro di due anni i crimini si sono dimezzati.

LA SICUREZZA E’ COMPITO DELLO STATO – E’ un libro realista, non teorico:  “Non contestiamo in punta di ideologia questa ‘logica’, ma di lucida osservazione della realtà: armare il cittadino e farlo diventare il poliziotto di se stesso è anzitutto prova di debolezza da parte dello Stato: in un Paese civile è lo Stato che ha il monopolio delle armi e della sicurezza”, sottolinea Abbate. “La politica deve essere più seria  – affermano all’unisono i due autori – e l’Italia conosce già il modello fai da te ed è la mafia, la camorra, l’’ndrangheta. C’è  una falla nella gestione della sicurezza a livello politico a cui si può ovviare, anche se sappiamo che Polizia, Questure e Carabinieri hanno limitatissime risorse economiche, risvegliando un dibattito illuminato e richiamando, senza fuoco, ogni cittadino a partecipare alla vita civile; in secondo luogo la percezione della sicurezza passa attraverso la costruzione o ricostruzione di luoghi illuminati, organizzando parcheggi perfetti, eliminando dalla strada spaccio e prostituzione . Il compito è dello Stato, l’entità più forte e autorevole”.

 

Alessandra Pavan

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