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8 cose che non sapete su Fëdor Dostoevskij

Delitto e castigo è forse il romanzo più famoso di Dostoevskij, uno degli autori più amati di sempre. Siete sicuri di sapere tutto sull'opera e sull'autore?

Ricorre oggi l’anniversario di Fëdor Dostoevskij nato a Mosca  l’11 novembre del 1821 e morto a San Pietroburgo il 9 febbraio del 1881. Per l’occasione vi proponiamo 8 curiosità su una delle sue più grandi opere “Delitto e castigo“.

“Delitto e castigo”

La drammatica vicenda di Raskol’nikov è conosciuta ai più: un giovane pietroburghese che, dopo aver commesso un efferato omicidio, vive le conseguenze delle sue azioni a livello emotivo, psicologico e spirituale. Dostoevskij ha scritto questo romanzo, ambientato nella città di San Pietroburgo, nel 1866 ed è considerato, insieme a Guerra e Pace di Tolstoj,  uno dei romanzi russi più influenti di tutti i tempi. Prendendo spunto da un articolo di mentalfloss, ecco 8 cose che non saprete sull’autore e sul romanzo

Dostoevskij è stato un militare

Il padre di Dostoevskij era un medico autoritario, che si rivolgeva al padre in maniera dispotica. Nel 1938 il genitore lo constrinse a fequentare gli studi di ingegneria militare, nonostante i suoi interessi si indirizzino fin da subito verso le materie umanistiche. Nel 1843 Fëdor si diplomò ma, dopo solamente un anno, lasciò il servizio militare per dedicarsi alla scrittura.

“Povera gente”

Il suo primo libro, “Povera gente”, racconta la storia d’amore tra due poveri giovani che, tramite uno scambio di lettere, descrivono la loro misera e infelice condizione. Nel 1846 venne pubblicato il romanzo e ottenne fin da subito un grande consenso, in particolar modo da parte di critici come Belinskij e Nekrasov che ne elogiarono la capacità di descrivere la sofferenza dell’uomo solo e degradato.

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La fonte di ispirazione per “Delitto e castigo”

Fonte di ispirazione per la stesura di “Delitto e castigo” è stata l’esperienza trascorsa ai lavori forzati. In particolar modo un episodio ha segnato poi la vita dell’autore: durante la prigionia, Dostoeskij venne condannato a morte tramite fucilazione e, solo una volta sul patibolo, i soldati gli riferirono la commutazione della pena capitale. Una soffrenza così grande che si è trasferita in profonde riflessioni sulla pena di morte, contenute in “Delitto e castigo”.

Narrazione in prima persona

Inizialmente “Delitto e castigo” era narrato in prima persona, raccontato come fosse una confessione. Solo in seguito si è passato ad una narrazione onnisciente, che permette al lettore di immergersi nella psiche tormentata del protagonista.

I problemi coi soldi

Il giovane Raskol’nikov non era l’unico ad avere problemi coi soldi. Dostoevskij visse parte della sua vita immerso nei debiti a causa del gioco d’azzardo

Il significato del nome

Il nome Raskol’nikov ha un significato preciso. Raskol è sinonimo di “scisma” ed è un riferimento alla separazione che si è verificata nella chiesa Ortodossa russa nel 17° secolo. Il nome inoltre potrebbe anche essere un riferimento alla divisione dell’animo del protagonista.

La sentenza leggera

Nel 19° secolo era normale ricevere punizioni corporali, anche molto violente, per i delitti più gravi. Negli anni in cui Dostoevskij scrive il suo romanzo, la punizione più frequente era l’esilio in Siberia per un certo numero di anno. Raskolkinov viene condannato solamente a otto anni, probabilmente perché soffriva di una “crisi mentale anormale”.

Le recensioni di Delitto e Castigo

Delitto e castigo inizialmente è stato pubblicato a puntate su una rivista ed ha avuto da subito una grande diffusione. Le critiche, però, non sono state tutte positive: alcune persone, in particolar modo studenti politicamente radicali, affermavano che il romanzo istigasse ad avere delle inclinazioni omicide.

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