Sei qui: Home » Libri » 8 canzoni italiane ispirate a grandi classici della letteratura

8 canzoni italiane ispirate a grandi classici della letteratura

Abbiamo pensato così di proporvi alcune canzoni italiane ispirate a opere letterarie. Alcune mostrano chiaramente il richiamo letterario, altre meno

MILANO – Come il cinema, il teatro e l’arte, anche la musica si è trovata più volte a prendere ispirazione dalla letteratura. I casi di felici contaminazioni sono infiniti, dai romanzi scanditi da colonne sonore a canzoni che raccontano la storia di personaggi letterari o che prendono spunto dalla tematica trattata in un racconto. Abbiamo pensato così di proporvi alcune canzoni italiane ispirate a opere letterarie. Alcune mostrano chiaramente il richiamo letterario, altre meno.

LEGGI ANCHE: Perché “Amore che vieni, amore che vai” di De André è da considerarsi poesia

“Signora Bovary” di Francesco Guccini

Guccini è un grande lettore, come dimostrano tantissime delle sue canzoni, così ricche di riferimenti letterari. Tra queste ricordiamo “Don Chisciotte”, “Cirano”, “Gulliver”, oltre che “Signora Bovary” (che dà il nome all’album di cui fa parte), anche se la Bovary di Flaubert e quella di Guccini sono molto diverse, “perché – come ha detto in un’intervista a Paolo Talanca – la seconda siamo noi”.

 

“Il gatto e la volpe” di Edoardo Bennato

Questa indimenticabile canzone di Bennato parla dei personaggi presenti nella storia di Pinocchio, scritta da Collodi. I due bricconi, il gatto e la volpe, prendono la parola e si propongono come impresari all’ingenuo Pinocchio. Il brano è contenuto nell’album “Burattino senza fili”, uscito nel 1977, un concept album tutto dedicato alla storia del burattino che prende vita. Un’altra intramontabile canzone di Edoardo Bennato che prende spunto da un’opera letteraria è “L’isola che non c’è”, ispirata alle “Avventure di Peter Pan” di James Berry, come del resto tutti gli altri brani del concept album di cui “L’isola che non c’è fa parte”, intitolato “Sono solo canzonette”.

 

“Non al denaro, non all’amore né al cielo” di Fabrizio De Andrè 

“Non al denaro, non all’amore né al cielo” è un album di De Andrè ed è il suo tributo all’”Antologia di Spoon River” di Edgar Lee Masters, uscita per la prima volta in Italia nel 1943, per la casa editrice Einaudi nella traduzione di Fernanda Pivano. Il concept album contiene le canzoni: La collina, Un matto (dietro ogni scemo c’è un villaggio)Un giudiceUn blasfemo (dietro ogni blasfemo c’è un giardino incantato)Un malato di cuoreUn medicoUn chimicoUn otticoIl suonatore Jones.

 

“Elemosina” di Max Gazzè

La poesia è una costante fonte d’ispirazione per il cantautore romano Max Gazzè. Questo brano traduce un componimento del poeta maledetto francese Stéphane Mallarmé, poeta citato anche nella canzone “Su un ciliegio esterno”.

 

“Bardamu” di Vinicio Capossela

Charles Bukowski, tra i poeti, è in assoluto quello più amato dai compositori di tutto il mondo. In “Bardamu” Vinicio Capossela cita “Niente canzoni d’amore”, la celebre raccolta di Buk. “Per quanto scura / la notte è passata / e non lascia che schiuma / di birra slavata / e una spiaggia / e una linea di sabbia / è il fronte di un addio / gli altri si cambino l’anima / per meglio tradire / per meglio scordare”, canta Capossela, in pieno stile bukowskiano.

 

“I milanesi ammazzano il sabato” degli Afterhours

Dichiarato fin dal titolo è il richiamo al romanzo di uno dei più importanti giallisti italiani. Nel libro di Scerbanenco, però, i milanesi ammazzano AL sabato, nel disco degli Afterhours, invece, IL sabato. Nel romanzo ammazzano di sabato perché sono talmente stressati da avere il tempo libero di fare un omicidio solo nel fine settimana, nel caso del disco della band – come più volte ha spiegato lo stesso Agnelli – ammazzano IL sabato, che sta a simboleggiare la noia.

 

“Remedios la bella” dei Modena city Ramblers

I Modena City Ramblers hanno dedicato un album intero al capolavoro di Garcia Marquez “Cent’anni di solitudine”. “Remedios la bella” è una canzone dedicata alla bella Remedios Moscote, la donna che sa essere attraente senza alcun atteggiamento di traboccante femminilità e di consueta attrazione. In lei c’è qualcosa che turba e stravolge gli uomini e li fa impazzire d’amore.

 

“Invito al viaggio” di Franco Battiato

Franco Battiato in questa canzone cita Baudelaire fin dal titolo. In particolare, parla dell’omonima poesia, che fa parte dei “Fiori del male“. Il brano, con i testi del filosofo catanese Manlio Sgalambaro e le musiche di Battiato, inneggia al viaggio, “in quel paese che ti somiglia tanto”, un viaggio nel quale c’è libertà e rispecchiamento, perché partendo scopriremo il mondo e impareremo a conoscere meglio noi stessi.

 

 

© Riproduzione Riservata