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10 tra le più belle e commoventi frasi della letteratura

Una delle cose che la letteratura sa far meglio è raccontare il dolore, quello che causa e il cambiamento che spesso porta con sé

MILANO – Una delle cose che la letteratura sa far meglio è raccontare il dolore, quello che causa e il cambiamento che spesso porta con sé. La “Commedia” di Dante parte dallo smarrimento di un uomo, “I promessi sposi” da un amore che non può realizzarsi, “Delitto e castigo” di Dostoevskij da un omicidio, giusto per fare qualche esempio. I grandi scrittori hanno saputo raccontarci la sofferenza umana, raccontandoci così anche la nostra. Ecco allora alcune frasi belle e commoventi tratte da grandi romanzi individuate da Buzzfeed.

 

Accettiamo l’amore che pensiamo di meritare...”

(“Noi siamo infinito“, Stephen Chbosky)

 

Nel momento in cui dubiti di poter volare, perdi per sempre la facoltà di farlo…

(“Peter Pan“, James M. Barrie)

 

Io non voglio che tu perda tutte le cose che un altro potrebbe darti…

(“Io prima di te“, Jojo Moyes)

 

Se non ti aspetti niente dalle persone mai ti deluderanno…

(“La campana di vetro“, Sylvia Plath)

 

In Afghanistan esistono tanti bambini, ma non esiste più l’infanzia…

(“Il cacciatore di acquiloni“, Khaled Hosseini)

 

Qualche volta posso sentire le mie ossa sforzarsi sotto il peso delle vite che non sto vivendo…

(“Molto forte, incredibilmente vicino“, Jonathan Safran Foer)

 

Stavo di nuovo piangendo, ubriaco del passato impossibile…

(“Lolita“, Vladimir Nabokov)

 

Ho sempre avuto fame di affetto, io. E mi sarebbe bastato riceverne a piene mani anche solo una volta. Abbastanza da dire: grazie, sono piena, più di così non ce la faccio. Sarebbe bastato una volta, una sola unica volta…

(“Norwegian Wood“, Haruki Murakami)

 

E tutto quello che ho amato, l’ho amato da solo…”

(“Solo“, Edgar Allan Poe)

 

” Voi siete belle, ma siete vuote”, disse ancora. ” Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro, Perché è lei che ho riparato col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa…

(“Il piccolo principe“, Antoine de Saint-Exupéry)

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