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Le 10 icone che hanno contraddistinto gli anni Novanta

A raccontarci aneddoti e particolarità del decennio di fine secolo il giornalista Luca Mastrantonio, autore con Errico Buonanno del libro "Notti magiche. Atlante sentimentale degli anni novanta"

MILANO – C’erano Pamela Anderson e Roberto Baggio, il Tamagochi ed il Gameboy, il modem 56k era l’unica opportunità di connettersi, ma soprattutto c’erano la speranza e l’autenticità, possibile grazie alla caducità dell’analogico e ad un mondo non ancora digitalizzabile. Erano questi gli anni Novanta secondo Luca Mastrantonio. Il giornalista del corriere della Sera è autore insieme a Errico Buonanno del libro “Notti magiche. Atlante sentimentale degli anni novanta“, opera che riassume un decennio, gli anni Novanta appunto, di cui si potevano perdere pezzi e ricordi.


Che valore hanno avuto  gli anni Novanta per gli adolescenti di quell’epoca?

Era un’epoca in cui ci veniva raccontato che era finito il mondo brutto delle ideologie. Era caduto il muro di Berlino, c’era l’Europa e tanto futuro, sogni, viaggi. La comicità ci diceva che occorreva fare “tutto adesso”, il “Carpe diem” oraziano era sintetizzato nel “Just do it” della Nike. Gli anni ’90 sono iniziati nell’ ’89 a Berlino e sono finiti nel 2001 con i “muri” sono tornati con la Genova del G8 in cui si protesta contro la globalizzazione  e con l’attentato alle torri gemelle.

I Novanta sono stai il decennio del Punk e del Grunge, che oggi non ci sono più. Abbiamo vissuto in quegli anni sogni calcistici con le notti magiche di Baggio e Schillaci nel  ’90 e di Baresi e lo stesso Baggio nel ’94. Un decennio di sogni e di grande ottimismo per il futuro, tutto da conquistare.

 

Cosa ricordi con più nostalgia di quegli anni?

Ricordo “la nostalgia”. Era un’epoca in cui non c’era ancora il mondo digitalizzato, salvabile e condivisibile in tempo reale e per sempre. Quindi si rischiava facilmente di perdere i ricordi e le persone, e ci si doveva “sbattere di più”. Ho nostalgia per la creatività e la caducità dell’analogico. Un esempio su tutti: la musicassetta che si realizzava per la propria fidanzata. Era un’epoca su cui si potevano perdere pezzi e ricordi, che abbiamo cercato di recuperare con questo libro.

 

Quanto è rimasto degli anni Novanta ancora oggi, tra intramontabili e remake?

Al cinema è tornato Baywatch, in Tv la serie Twin Peaks. Oggi abbiamo movimenti d’opinione che sembrano figli di X-Files, densi di dietrologia e complottismo che ieri era fiction, oggi è diventata purtroppo dopo l’11 settembre narrazione politica e d’opinione. C’è il giustizialismo di quegli anni che purtroppo vive e lotta insieme a noi, un bipolarismo ed una schizofrenia antropologica che continua ancora oggi, tra berlusconiani e antiberlusconiani.

 

Non solo oggetti, ma anche valori: cosa è scomparso di quegli anni?

E’ scomparsa la speranza, un valore fondamentale per un essere umano. Oggi noi siamo senza speranza, anche se all’epoca probabilmente c’era ma era solo una presa in giro. Si è persa la necessità delle cose in base alla loro caducità, la loro autenticità. All’epoca era più difficile artefarsi, “photoshopparsi”.

 

Quali sono  le 10 icone che hanno contraddistinto gli anni 90?

Tra personaggi ed oggetti, ne citerò più di 10: Kurt Kobain, Pamela Anderson, Silvio Berlusconi, Roberto Baggio, Naomi Campbell, Marco Van Basten, Leonardo Di Caprio, il Tamagochi, il Gameboy, il modem 56k, gli walkman, lo zaino Invicta, le adidas Gazelle.

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