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Luigi Spagnol, ”Con #ioleggoperché ci rivolgeremo per la prima volta in Italia ai non lettori”

Fare un'iniziativa sulla lettura che fosse rivolta ai non lettori, diversa dalle attività che si svolgono attorno al libro, dai saloni ai festival, dalle campagne sconto alle pubblicità, incentrate su chi ha già scoperto il piacere di leggere libri. Nasce così #ioleggoperché...

MILANO – Fare un’iniziativa sulla lettura che fosse rivolta ai non lettori, diversa dalle attività che si svolgono attorno al libro, dai saloni ai festival, dalle campagne sconto alle pubblicità, incentrate su chi ha già scoperto il piacere di leggere libri. Nasce così #ioleggoperché, l’iniziativa nazionale di promozione del libro e della lettura in programma giovedì 23 aprile, in occasione della giornata mondiale del libro e del diritto d’autore e contemporanea con l’inizio del Maggio dei Libri. A presentarci il progetto uno dei responsabili, Luigi Spagnol, amministratore delegato del Gruppo Gems. Spagnol sottolinea aspettative e auspici in vista del prossimo 23 aprile, ponendo l’accento sul primo obiettivo raggiunto grazie all’iniziativa: quello di radunare il mondo del libro, in tutti i suoi attori, a partire dai lettori, intorno alla questione della non lettura in Italia

    

Come nasce il progetto #ioleggoperché?

Il progetto nasce in seno al gruppo di varia dell’Associazione Italiana Editori. Volevamo innanzitutto fare un’iniziativa sulla lettura che fosse rivolta ai non lettori. Gran parte delle attività che si svolgono attorno al libro, dai saloni ai festival, dalle campagne sconto alle pubblicità, sono incentrate su chi ha già scoperto il piacere di leggere libri. Ma la parte più grande della popolazione italiana non l’ha scoperto, oppure l’ha dimenticato.

Ci siamo resi conto, allora, che potevamo contare su due meravigliosi strumenti per provare a spiegare la gioia e la ricchezza che può dare la lettura a chi ancora non lo sa: i libri e i lettori. Non c’è nulla che possa parlare per i libri meglio dei libri stessi e non c’è nessuno che possa raccontare perché valga la pena di farli parlare meglio dei lettori.

 

Quale è stato il riscontro e l’interesse verso l’iniziativa sia da parte degli addetti ai lavori sia da parte di personaggi esterni alla filiera editoriale? 

All’inizio c’è stato un pizzico di comprensibile scetticismo, dovuto secondo me più alla complessità dell’operazione e alla quantità di difficoltà organizzative da superare. Poi, piano piano, man mano che l’iniziativa prendeva forma, alle prime perplessità si è sostituito un entusiasmo (quasi) generale che è andato al di là di ogni più rosea aspettativa. Non posso citare tutti coloro che hanno donato tempo, lavoro, idee e voglia di fare a questo progetto, perché farei torto a qualcuno. Non sto pensando solo alle organizzazioni, alle aziende e ai personaggi famosi che hanno aderito, ma anche alle iniziative capillari che si stanno organizzando su tutto il territorio.

Durante la presentazione del progetto da parte del gruppo di varia agli altri editori dell’Associazione Italiana, era stato detto che il numero più ambizioso era l’obiettivo di 10.000 volontari disposti a fare i Messaggeri. Confesso di essere stato tra quelli che non osavano neanche sperare di arrivarci. Siamo arrivati a 29.000, e solo perché a un certo punto abbiamo dovuto fermare il reclutamento.

 

Perché secondo lei in Italia si legge poco?

Mi avvalgo della facoltà di non rispondere.

 

Quali sono le aspettative e gli auspici nei confronti del prossimo 23 aprile?

Le aspettative, come dicevo, sono già state superate. Il primo obiettivo dell’iniziativa era di radunare il mondo del libro, in tutti i suoi attori, a partire dai lettori, intorno alla questione della non lettura in Italia. Questo obiettivo è stato già raggiunto e la cosa più bella è che, in fondo, per unirci tutti attorno allo stesso progetto è bastato chiedere.

E abbiamo scoperto che molta più gente di quanta forse credevamo sente di appartenere a questo mondo.

L’auspicio è che l’iniziativa non resti isolata. Da un lato, che dopo il 23 aprile si continui, a tutti i livelli, a occuparsi dei non lettori; dall’altro, che Io leggo perché venga ripetuto negli anni a venire.

  

22 aprile 2015

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