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“Versus”, cento anni di storia dell’arte raccontati attraverso fotografie e disegni

A Modena, fino al 5 febbraio, "Versus" la mostra che, attraverso fotografie e disegni, ripercorre gli ultimi cento anni della storia dell'arte

MILANO – Inaugurata il 16 settembre scorso, la mostra “Versus. La sfida dell’artista al suo modello in un secolo di fotografia e disegno” sarà visibile fino al 5 febbraio presso la Galleria civica di Modena. L’esposizione ripercorre, attraverso fotografie e disegni di 125 artisti differenti, gli ultimi cento anni della storia dell’arte, dal 1915 al 2016.

LA MOSTRA – Organizzata e prodotta dalla Galleria civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena in collaborazione con l’associazione Le Arti Tessili, l’esposizione, a cura di Andrea Brucianti, Daniele De Luigi e Serena Goldoni, accanto ad opere di molti tra i protagonisti del Novecento, punto di riferimento irrinunciabile per le successive generazioni, presenta lavori di artisti emergenti (nati tra il 1979 e il 1990), realizzati espressamente per l’occasione e che sono entrati a far parte della collezione del museo. L’esposizione è organizzata in modo che ogni opera appaia come il superamento di quella precedente. Lo scopo è, infatti, quello di far confrontare gli artisti presenti con quelli passati. Come è stato sottolineato dai curatori, il progetto espositivo è imperniato sulla tensione che da qui si genera, anche a distanza, grazie a un confronto privo di competizione fisica diretta, ma non meno intenso e faticoso. L’artista si sottopone dunque a disciplina, sforzo interiore, impegno intellettuale e professionale per affrontare ciò che si materializza come un vero e proprio alter ego.

IL PERCORSO ESPOSITIVO – Sono diversi i temi trattati nel percorso espositivo: si va dal confronto con i propri modelli artistici (dagli archetipi di Mario Sironi e Filippo De Pisis al tema del ritratto fotografico in August Sander, Walker Evans, Thomas Ruff) al paragone con i propri maestri (come nel caso di Carlo Maria Mariani, Marcello Jori e Gillian Wearing che arrivano a immedesimarsi rispettivamente con Leonardo, Max Ernst e Fox Talbot); dallo scontro con le proprie certezze espressive (come nella messa in scena del proprio corpo attuata da Urs Lüthi e negli autoritratti di Roberto Cuoghi realizzati mentre indossa delle lenti deformanti) al conflitto linguistico fra fotografia e disegno (come nelle “Photo-Graffie” di Vincenzo Agnetti o nei paesaggi grafici di Mario Giacomelli, solo per citarne alcuni).

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