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Jacqui Kenny e le foto scattate usando Google Street View

L'agorafobia, il disturbo di cui è affetto Jaqui Kenny, ha dato vita a un progetto tutto particolare realizzato con Google Street View

MILANO –  Jacqui Kenny, un neozelandese che vive a Londra, ha cominciato a esplorare da qualche anno il mondo in Google Street View, dopo aver preso la decisione di chiudere una società che aveva fondato dieci anni prima. In un primo momento, sceglieva le località che più preferiva da casa, stando comodamente seduto davanti al pc. Spiava così le strade di città lontane e creava degli screenshot ogni volta che si imbatteva in un’immagine particolare. Dopo un pò, poi, ha deciso dei definire nuovi obiettivi cercando di catturare certi tipi di vedute. Il suo scopo divenne ben presto quello di “fotografare” regioni aride con orizzonti chiari e paesaggi in cui poteva catturare la luce del sole in determinati momenti della giornata. Vediamo meglio, grazie a thenewyorker, di cosa si tratta.

IL PROGETTOKenny iniziò a dedicare molte ore della sua giornata al progetto, che divenne così  una sorta di “ritiro”. “Non sapevo davvero cosa avrei dovuto fare con la mia vita”, racconta. “Non ero ancora pronto ad affrontare il mondo, e questo mi ha assorbito molta attenzione”. Dopo più di un anno, osservando il lavoro svolto fino a quel momento, si è ritrovato tra le mani circa ventiseimila screenshot. Kenny ha raccolto i suoi scatti su un account Instagram chiamato Agoraphobic Traveler. Kenny, dalla personalità amichevole e spiritosa, soffre di disturbi d’ansia che non lo aiutano a lasciare la sicurezza all’interno delle mura domestiche. E’ per questo motivo che il progetto ha un nome così specifico. L’agorafobia, di cui soffre Kenny, è un disturbo relazionato alla paura nel recarsi in qualsiaisi spazio pubblico. Il progetto Street View è divenatato il suo escamotage per poter visitare tutti quei luoghi che non avrebbe modo di visitare altrimenti.

LE FOTO – Molte delle foto sono caratterizzate da un cielo chiaro e largo che si circonda di una foschia sabbiosa. Le ambientazioni catturate riprendono frammenti di vita da tutto il mondo, da Lima, Perù e Sharjah, U.A.E., a Winslow, in Arizona. Kenny, anche se non si considera un vero e proprio fotografo, ha senz’altro un occhio particolare. Ad attrarre la sua attenzione sono paesaggi rigogliosi e dagli arrangiamenti ordinari: le linee dritte di una strada che si allungano in lontananza, un albero in perfetta simmetria, le farfalle con la loro ombra, le case tutte identiche disposte nella stessa fila. Se si presta attenzione, si possono iniziare a identificare varie regioni con alcune loro peculiarità. La Mongolia con i suoi cavalli, l’Arizona dai suoi alberi rotondi in mezzo ai suoi sassi di ghiaia.

LE PERSONELe persone, quando appaiono occasionalmente in queste immagini, sono di piccole dimensioni, grandi quasi quanto dei giocattoli, danneggiate dal paesaggio e dalle facce offuscate a causa dei protocolli di privacy di Google. Le scene rivelano la realtà dei luoghi screenshottati, come se si sta guardando o spiando la vita quotidiana delle persone attraverso un telescopio. Internet è anche ricca, però, di una serie di immagini dispregiate e inquietanti catturate su Google Street View, immagini che sembrano testimoniare un mondo inafferrabile e imprevedibile. Anche Kenny ha una collezione di costoro, ha deciso comunque di non renderla pubblica. “Le cose che ho visto e catturato sono davvero inimmaginabili, ma ho deciso di non scendere a questo livello”, racconta.

 




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