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Elliott Erwitt, il grande fotografo della commedia umana

Oggi il mondo della fotografia festeggia le ottantotto candeline di Elliott Erwitt, uno dei più celebri fotografi del nostro secolo

MILANO – Oggi il mondo della fotografia festeggia le ottantasei candeline di Elliott Erwitt, uno dei più celebri fotografi del nostro secolo, che con ironia e semplicità ha saputo raccontare – e continua a farlo – il nostro tempo.

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GLI ESORDI – Elliott Erwitt al secolo Elio Romano Erwits è nato a Prigi il 26 luglio 1928 da una famiglia di emigrati russi. Passa i suoi primi anni in Italia e a 10 anni si trasferisce in Francia e nel 1939, a causa del Fascismo, emigra negli Stati Uniti, dapprima a New Tork e poi a Los Angeles. Durante gli studi alla Hollywood High School, Erwitt lavora in un laboratorio di fotografia sviluppando stampe “firmate” per i fans delle star di Hollywood. Nel 1949 torna in Europa viaggiando e fotografando a lungo in Italia e Francia; periodo che segna l’inizio della sua carriera di fotografo professionista. Chiamato dall’Esercito Americano nel 1951, continua contemporaneamente a fotografare per varie pubblicazioni, tra cui la rivista Life.

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L’INCONTRO CON MAGNUM PHOTOS – La grande opportunità gli viene dall’incontro, durante le sue incursioni newyorchesi a caccia di lavoro, con personalità del calibro di Edward Steichen, Robert Capa e Roy Stryker che amano le sue fotografie al punto da coinvolgersi nel suo lavoro come veri e propri mentori. Nel 1953 congedato dall’Esercito, Elliott Erwitt viene invitato ad unirsi a Magnum Photos in qualità di membro, invito che gli giunge da Robert Capa in persona. Nel 1968 diventa Presidente della Magnum, carica che svolgerà per tre nomine. Ancora oggi ne è membro attivo e resta una delle figure leader nel mondo della fotografia.

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OLTRE LA FOTOGRAFIA – I libri di Erwitt, i saggi giornalistici, le illustrazioni e le sue campagne pubblicitarie sono apparse sulle pubblicazioni di tutto il mondo per oltre quarant’anni. Pur continuando il suo lavoro di fotografo, Elliott negli anni ’70 comincia a girare dei film, come ad esempio Beauty Knows No Pain (1971), The Glass Makers of Herat (1997) o Red White and Blue Grass (1973) premiato dall’American Film Institute. Negli anni ’80 Elliott Erwitt produce 17 commedie satiriche per la televisione per la Home Box Office. Dagli anni ’90 fino ad oggi, continua a svolgere un’intensa e varia vita professionale, che tocca gli aspetti più disparati della fotografia. Mentre lavora per i giornali e per clienti industriali e pubblicitari, Erwitt dedica il suo tempo alla creazione di libri e di mostre dedicate al suo lavoro, presso gallerie e musei. Ad oggi è autore di oltre 20 libri fotografici.

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LO STILE & I SOGGETTI – I soggetti sono sempre diversi ma, tra questi, ce ne sono due che ricorrono spesso nelle immagini di Erwitt, ovvero i bambini e i cani, amatissimi dal fotografo a cui egli stesso dedicò anche alcuni libri (per esempio “Dog Dogs” del 2002). Erwitt predilige scatti in bianco e nero, immagini classiche e bellissime, in cui l’ironia, che è l’espressione estrema dell’allegria, è il leitmotiv delle sue fotografie, così come delle sue prime produzioni pubblicitarie e cinematografiche. Un insieme unico e variegato di soggetti che il fotografo coglie in atteggiamenti semplici per poi esaltarli a suo piacimento in espressioni divertenti e mai scontate. Nelle fotografie di Erwitt è evidente l’influenza di Henri Cartier-Bresson per quella capacità unica ed innata di cogliere un soggetto, animato o inanimato, nel suo momento aureo, nel suo attimo più splendente. “Uno dei risultati più importanti che puoi raggiungere, è far ridere la gente. Se poi riesci, come ha fatto Chaplin, ad alternare il riso con il pianto, hai ottenuto la conquista più importante in assoluto. Non miro necessariamente a tanto, ma riconosco che si tratta del traguardo supremo.”

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La mostra fotografica “Retrospective” dedicata a Elliott Erwitt

 

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