Sei qui: Home » Libri » Loredana Pecorini, titolare della Libreria Pecorini di Milano, ”Un suggerimento ai librai: portate avanti scelte d’alto livello”

Loredana Pecorini, titolare della Libreria Pecorini di Milano, ”Un suggerimento ai librai: portate avanti scelte d’alto livello”

Una maggiore selezione delle pubblicazioni e un maggior equilibrio nei rapporti tra grandi gruppi editoriali e piccole realtà indipendenti – piccoli editori e librerie – aprirebbe una via per superare l'attuale crisi del mondo editoriale italiano, questa l'idea affermata da Loredana Pecorini, titolare della Libreria Pecorini di Milano...

Loredana Pecorini analizza i fattori di una crisi che ha portato alla chiusura di numerose librerie indipendenti e dà alcuni consigli per rilanciare l’attività dei librai

 

MILANO – Una maggiore selezione delle pubblicazioni e un maggior equilibrio nei rapporti tra grandi gruppi editoriali e piccole realtà indipendenti – piccoli editori e librerie – aprirebbe una via per superare l’attuale crisi del mondo editoriale italiano, questa l’idea affermata da Loredana Pecorini, titolare della Libreria Pecorini di Milano. Loredana inizia la sua attività nel 1955, affiancando il padre Osvaldo nella distribuzione e promozione in Lombardia della Libreria Editrice Fiorentina dei suoi zii, i fratelli Zani, importante punto di riferimento per la cultura a Firenze. Comincia così un lungo percorso professionale in cui sceglie di privilegiare l’editoria di pregio e distribuire volumi di alta qualità, giungendo poi a vestire lei stessa i panni dell’editrice. Nel 1999 decide infine di aprire una sua libreria a Milano.

 

LA CRISI DELLE LIBRERIE INDIPENDENTI – “Avendo lavorato nella distribuzione, nell’editoria e in libreria ho un’esperienza a 365 gradi del mondo che ruota attorno al libro”, afferma Loredana Pecorini. La sua analisi di questo universo e dei problemi che lo affliggono è dunque la disamina di una voce autorevole, che parla di una realtà vissuta direttamente sulla propria pelle. “Non è mai esistita equità di rapporti tra librai e grandi gruppi editoriali, che da sempre considerano le librerie le loro banche e impongono regole – sui pagamenti e sulle rese – che spesso le librerie indipendenti non sono in grado di rispettare. La mancanza assoluta di rispetto per una categoria che andava protetta, formata da elementi professionali che per tanti anni hanno fatto vivere le librerie più importanti, ha causato la loro chiusura  molto prima dell’attuale crisi. Le scuole per librai nate recentemente sono state pensate per preparare dei facchini più che dei librai veri e propri, elementi da occupare nei grandi supermercati del libro, efficienti nella gestione della enorme  quantità di novità pubblicate.”

 

LE DIFFICOLTÀ DELL’EDITORIA DI PREGIO – “Le librerie indipendenti rimaste si sono dovute adattare a proporre qualche novità di rilievo nella narrativa, qualche volume di saggistica e tanti libri per bambini”, prosegue Loredana Pecorini. “Questa situazione si ripercuote sulla piccola editoria di pregio, che non trova spazi adatti ai suoi prodotti in un mercato saturato dalle pubblicazioni dei grandi gruppi, a basso prezzo e spesso di scarso valore. Me ne rendo conto quando, come editrice e distributrice, presento i miei volumi: le librerie sono intasate, e mancano professionisti in grado di riconoscere il valore delle mie proposte. Internet non aiuta in questo senso: presentare prodotti editoriali di qualità sul web non dà nessuna qualifica. Se l’utente non ha mai sentito nominare un titolo, non saprà di certo riconoscere la qualità di un libro incontrato per caso in rete. In compenso le piattaforme Internet hanno eroso ulteriormente la vendita nelle librerie. In questo modo si rischia di perdere grandi tesori dell’editoria, in particolare del Novecento, secolo d’oro dell’editoria italiana.”

 

SEGNI DI RIPRESA – Un segnale positivo, tuttavia, c’è. “Finalmente il pubblico si sta rendendo conto che i grandi magazzini e supermercati del libro non offrono la stessa assistenza delle piccole librerie indipendenti. I librai si stanno creando una clientela fidelizzata tra quei lettori, stanchi dei grandi magazzini, che hanno necessità di ritornare ad un rapporto di contatto umano e di amicizia. Attraverso questo contatto, non è solo il cliente a ricevere un importante servizio, ma anche lo stesso libraio, che ascoltando il lettore impara a riorientare la sua attività professionale, per rispondere a quegli specifici bisogni che emergono dal dialogo e non trovano risposta altrove. È una realtà che si riscontra soprattutto fuori Milano: l’aria si fa più rarefatta e il rapporto umano diventa più facile coltivare. Mantova, per esempio, è cresciuta benissimo in questo senso.”

 

UNO SGUARDO OLTRE LA CRISI – Quali sono allora i suggerimenti per sopravvivere a questa situazione critica? “Ai librai consiglio di portare avanti scelte di alto livello, sia per contenuto sia per contenitore, con attenzione anche all’aspetto grafico dei volumi. In particolare, suggerisco di ospitare nella loro libreria qualche opera di pregio del nostro grande Novecento – molte sono ancora disponibili – per dare un valore aggiunto alla loro professionalità, con offerte fuori dalle novità globalizzate. Bisogna inoltre coltivare sempre quel contatto umano che è il carattere specifico delle piccole librerie indipendenti: io cerco di tenere costantemente aperto un dialogo con il pubblico, anche attraverso iniziative come il Segnalibro del sabato, incontri in cui si riuniscono in libreria, amici, collezionisti, librai antiquari a parlare di libri e a programmare edizioni di pregio, o Corsi di Storia della Musica. Ma vorrei rivolgere anche ai grandi editori un invito a riflettere, perché si rendano conto che l’eccesso del pubblicato mette a repentaglio una buona scelta dei libri da proporre: una selezione più attenta dei prodotti editoriali favorirebbe tra l’altro una maggior diffusione della lettura.”

 

25 luglio 2012

© Riproduzione Riservata