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Le difficoltà di portare avanti una libreria di periferia al sud. La storia dell’Edicolé di Gela

Costi di gestione molto elevati, difficoltà a portare autori di un certo nome a causa della posizione geografica periferica, numero di lettori molto basso rispetto al numero di abitanti. E’ la storia che accomuna...

MILANO – Costi di gestione molto elevati, difficoltà a portare autori di un certo nome a causa della posizione geografica periferica, numero di lettori molto basso rispetto al numero di abitanti. E’ la storia che accomuna, purtroppo, diverse librerie italiane che sorgono nelle periferie dei rispettivi centri cittadini. Problematiche che riguardano soprattutto librerie del sud dell’Italia come l’Edicolé di Gela, la cartolibreria convertita in libreria vera e propria e diventata Mondadori Point. La titolare, Lina Orlando, ha deciso d’aprirla per continuare l’attività culturale che aveva svolto in tanti anni di insegnamento al liceo classico. Scopriamo insieme problematiche e speranze incontrate nel corso della sua attività di libraia.
 
Come nasce la sua libreria?
La mia libreria esisteva da due anni con un altro titolare che mi ha proposto di associarmi per occuparmi dell’aspetto culturale. Ho accettato la proposta perché, avendo deciso di andare in pensione dall’insegnamento,  volevo continuare ad occuparmi della diffusione della cultura. Ho ritenuto opportuno, inoltre, coinvolgere mio nipote, studente universitario, perché ritengo che i giovani debbano contribuire al sostentamento della cultura.
 
Cosa rappresenta per la comunità locale?
La libreria, che ora da Edicolé è diventata Mondadori point, rappresenta per la città una novità perché a Gela ci sono molte cartolibrerie ma non c’era un luogo dove entrare per visionare libri, sedersi e poterli esaminare.
 
Quali attività proponete al suo interno?
All’interno della libreria vengono proposti incontri con autori per la presentazione delle loro opere; incontri con autori per affrontare delle tematiche specifiche; laboratori didattici e letture animate per bambini; incontri in libreria con le scolaresche. L’attività culturale si sviluppa anche nelle scuole che lo richiedono con merende letterarie, incontri con autori, letture a voce alta.
 
Quali sono le difficoltà e le problematiche incontrate nel corso dell’attività?
Le difficoltà sono state e sono molteplici; anzitutto, i costi di gestione che sono molto elevati; la difficoltà a portare autori di una certa rinomanza perché la nostra posizione geografica è periferica e, quindi, i costi sarebbero esorbitanti. Il lavoro più impegnativo è, però, la diffusione del libro: molti sono i lettori che amano frequentare la libreria; se rapportiamo, tuttavia, il numero dei lettori a quello degli abitanti, si deve riconoscere che c’è squilibrio, che il libro non sempre viene apprezzato per il suo valore, che si preferisce spendere magari di più per qualcosa di diverso dal libro Nonostante tutto, però, io e mio nipote Gabriele cerchiamo di affrontare le difficoltà: ci fanno ben sperare i bambini e i giovani che frequentano la libreria e che con sicurezza e competenza chiedono di libri ed autori.
 
Situazione abbastanza problematica. Come se ne può uscire, a suo parere?
La nostra speranza è riposta nelle nuove generazioni perché per formazione personale e professionale, riteniamo che ciò che faccia crescere e migliorare la società è il sapere consapevole.
 
8 luglio 2015
 
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