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Claudia Pandolfi di ”Un libro al giorno”, ”Su facebook cerco casa per i miei libri”

Una enorme libreria smantellata, tantissimi libri destinati al macero, un padre e una figlia decisi ad accoglierli tutti nella loro cantina pur di salvarli. E' nato così ''Un libro al giorno'', l'iniziativa promossa in rete da Claudia Pandolfi...

L’amministratrice della pagina facebook racconta il suo progetto, nato dal grande amore per i libri e cresciuto grazie alla condivisione in rete

MILANO – Una enorme libreria smantellata, tantissimi libri destinati al macero, un padre e una figlia decisi ad accoglierli tutti nella loro cantina pur di salvarli. E’ nato così “Un libro al giorno”, l’iniziativa promossa in rete da Claudia Pandolfi per trovare lettori desiderosi di adottare i tanti libri salvati dalla distruzione. Claudia ci racconta come si è sviluppato nel tempo il suo progetto, attraverso la condivisione in rete con gli altri utenti della propria passione per i libri, perché “la lettura non sta morendo, ma è mantenuta in vita da belle persone, che nei libri cercano una parte di sé”.

Come è nato “Un libro al giorno"?
"Un libro al giorno" è nato nel Settembre del 2008 sulla piattaforma Splinder – ora chiusa – come blog-vetrina tramite cui ho mosso i primi passi per cercare una sistemazione alle centinaia di libri che avevo recuperato qualche mese prima da scatoloni diretti ai bidoni della spazzatura dopo il trasloco di una parte della mia famiglia, che ne possedeva migliaia e non poteva portarli nella nuova casa. Si trattava di una grossa quantità di libri di ogni genere, dalla manualistica alla narrativa, specialmente degli anni ’60 e ’70, e io stessa in casa mia non avevo lo spazio per tenerli tutti. Dopo aver tentato senza successo di donarli alla biblioteca della mia città e dopo averne regalati tanti ad amici, conoscenti e in alcuni casi – non sempre felici – anche a perfetti sconosciuti, ne rimaneva comunque un buon numero che ha atteso a lungo nella mia cantina che trovassi una soluzione alternativa al macero.

Per quale motivo hai deciso di promuoverlo all’interno di un blog?
Studiando Comunicazione Audiovisiva e Multimediale all’Università, Internet è stato il mio primo pensiero, e il blog era lo strumento più a portata di mano in quel momento. Lo impostai subito come un appuntamento quotidiano: ogni giorno presentavo un libro diverso con i dettagli sulla trama e sullo stato del volume proponendone l’acquisto o lo scambio; l’interesse suscitato fu piuttosto relativo. Dopo qualche tempo provai ad ampliare la visibilità del progetto tramite MySpace, ma c’era sempre qualcosa che mancava: il contatto con i lettori era molto indiretto, unidirezionale e solo funzionale alla sistemazione di quei libri, quasi "Un libro al giorno" fosse un negozio online, ma non era quello che volevo; così lasciai perdere la cosa, ricevendo solo occasionalmente richieste di informazioni.

E alla fine è approdato su Facebook. Quali possibilità in più ti ha offerto?

Sì. Facebook, sul quale il progetto è approdato un anno fa, proprio in occasione del suo terzo compleanno, mi ha infine offerto la possibilità che cercavo: quella di un dialogo, un rapporto interattivo fra me e gli eventuali nuovi proprietari dei miei "libri in cerca di casa"; perché è così che li ho sempre considerati: oggetti con un vissuto, una storia (oltre a quella stampata sulle loro pagine) e una dignità, che hanno il potere di donare tanto e che per questo meritano rispetto e affetto. Era fondamentale, per me, capire chi avevo davanti nel momento in cui mi venivano chieste informazioni su uno dei libri, ed è anche la ragione per cui ho scelto di venderli o scambiarli, anziché limitarmi a donarli: se una persona è disposta a darmi qualcosa in cambio per uno dei miei libri, significa che lo desidera veramente. Con questo nuovo strumento ho trovato davvero la forma perfetta per "Un libro al giorno", e ho conosciuto tante persone splendide che amano davvero la lettura, trovando in loro i perfetti "genitori adottivi" di questi libri sfortunati, dai quali in questi casi mi sono separata senza alcun rammarico. Oggi la pagina conta più di duemila iscritti (buona parte dei quali racimolati nell’ultimo mese, dopo una "restaurazione" di cui ho sentito fortemente l’esigenza) e ha sostituito più che degnamente il blog, sparito quando Splinder ha chiuso i battenti.

Dalla pagina di Facebook ho notato che è diventata una vera e propria intermediaria per i lettori della rete, non solo per quanto riguarda l’adozione dei libri, ma anche per far sì che entrino in contatto per scambiarsi titoli oppure informazioni a proposito di testi introvabili. Si può dire che tu stia facendo una vera e propria promozione alla lettura? Cosa ti muove?
Come ho già detto, ho sempre desiderato un dialogo con le persone che intendono adottare uno dei miei libri, e Facebook è lo strumento ideale in questo senso: offre la possibilità di condivisione dei contenuti, amplifica il naturale passaparola, e quindi è perfetto per far entrare in contatto lettori con interessi simili. Fra le tante persone che si sono iscritte alla pagina di "Un libro al giorno", ce ne sono state molte che mi hanno chiesto se fosse possibile mettere in adozione i propri libri, suggerendomi l’idea di una rubrica dedicata proprio a questo. E’ nato così "Un libro il Lunedì", l’appuntamento settimanale fra lettori che hanno libri o fumetti da cedere, che favorisce il dialogo fra gli stessi e rende perciò la pagina molto vivace. In modo simile, da un’esigenza manifestata dagli utenti, è partita anche la rubrica "In bocca al libro", che consente ai lettori di rendere pubbliche le proprie ricerche di libri introvabili e quindi di chiedere aiuto agli altri. Inoltre condivido, quando ne leggo, articoli interessanti sulla lettura e il mondo editoriale, e collaboro con altre pagine dedicate ai lettori. Non so se questo possa essere considerato "promozione alla lettura": io lo vivo come la condivisione di una mia personale passione con persone che la coltivano allo stesso modo, e che mi arricchisce tanto quanto la lettura stessa.

Quanti dei libri che appartenevano alla libreria privata originaria rimangono invenduti?
Mio padre Giancarlo, che ha cominciato con me questo progetto, ed io non abbiamo mai contato i libri che abbiamo recuperato; ad essi, nel tempo, si sono naturalmente aggiunti alcuni dei nostri e fumetti, magari perché acquisti sbagliati o regali doppi, e la collezione di "libri in cerca di casa" è diventata quindi molto fluida. Della quantità originaria, proveniente dalla libreria privata che abbiamo smantellato, ne rimane forse meno di un centinaio ancora da sistemare. Sono molto soddisfatta di questo risultato, se ripenso ai tanti scatoloni che per anni hanno occupato la mia cantina, pieni zeppi di libri che rischiavano di rovinarsi per via dell’umidità o delle tarme… Ma credo anche che, una volta dato in adozione l’ultimo libro, tutto questo mi mancherà tantissimo.

Quale riscontro hai avuto dal popolo della rete e in generale dal pubblico lettore? Chi sono i principali acquirenti dei tuoi libri?
E’ una domanda che mi coglie impreparata: non mi sono mai interrogata sul "pubblico" di "Un libro al giorno", forse perché non sono arrivata a considerare in questo modo le persone che ci seguono. Tramite questo progetto sono entrata in contatto con migliaia di lettori, una popolazione variegata che rientra in una forbice d’età, di provenienza geografica e di tipologia molto ampia. Ho notato che una forte maggioranza di coloro che hanno adottato un libro è femminile, questo si, ma si va dalle studentesse alle madri (o anche nonne!) di famiglia. Queste persone hanno mostrato grande entusiasmo per il progetto, condividendo i miei stessi sentimenti nei confronti dei libri come "oggetti con un’anima", e spesso hanno adottato un libro anche solo per la gioia di salvarlo; altrettanto spesso sono giunte alla mia pagina dopo la ricerca intenzionale di uno specifico testo, rimanendo sorprese dalla possibilità di ottenerlo in questo modo sicuramente diverso dall’acquisto online che si erano aspettate di fare. In entrambi i casi, "Un libro al giorno" colpisce, mi è stato detto, per il calore riservato ai libri in generale, e questo mi rende molto felice: significa che la lettura non solo non sta morendo, ma è mantenuta in vita da belle persone che nei libri non cercano solo un passatempo o uno strumento didattico, ma una parte di sé. Questo, credo, è il pubblico di "Un libro al giorno", ed è il regalo più bello che i libri che ho salvato potessero farmi per ringraziarmi.

 

29 ottobre 2012

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