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Biblioteche scolastiche, il punto di vista dei Docenti

Alcune settimane fa abbiamo pubblicato l'intervista a Giovanni Peresson, responsabile dell'Ufficio studi dell’AIE, sullo stato delle biblioteche scolastiche in Italia. Peresson evidenziava diverse disfunzioni riguardo a questa realtà...

Il commento di Bianca Ginesu, Docente Utilizzata nella biblioteca scolastica dell’Istituto Superiore “E. Fermi” di Alghero, a proposito dell’indagine dell’AIE sullo stato delle biblioteche scolastiche in Italia

MILANO – Alcune settimane fa abbiamo pubblicato l’intervista a Giovanni Peresson, responsabile dell’Ufficio studi dell’AIE, sullo stato delle biblioteche scolastiche in Italia. Peresson evidenziava diverse disfunzioni riguardo a questa realtà. Secondo l’ultima indagine condotta dall’AIE e presentata settimana scorsa alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna, di cui Peresson ci aveva anticipato alcuni risultati, l’89,4 % delle scuole dichiara di essere dotato di biblioteca. Tuttavia, lamentava lui, a questo riguardo esiste il problema di definire cosa si debba intendere per biblioteca scolastica. “Complica le cose”, dichiarava, “il fatto che nel nostro Paese non esista né la figura del bibliotecario scolastico né il riconoscimento che una scuola debba essere dotata di questa struttura. Non c’è questo riconoscimento a livello legale, ma neppure da parte delle famiglie o dei sindacati insegnanti.”

LA RISPOSTA DI UNA DOCENTE UTILIZZATA A PERESSON – Queste affermazioni hanno suscitato la reazione di una nostra lettrice, Bianca Ginesu, Docente Utilizzata, per 36 ore settimanali, nella biblioteca scolastica dell’Istituto Superiore “E. Fermi” di Alghero e membro del gruppo Copdus (Coordinamento provinciale Docenti Utilizzati Sassari). Chi sono i Docenti Utilizzati? Ce ne aveva già parlato Luisa Marquardt in occasione della nostra inchiesta sullo stato di salute delle biblioteche scolastiche in Italia. Si tratta di quei docenti che, per motivi di salute, non sono più idonei a condurre attività di insegnamento in aula, e che si sono dunque riqualificati attraverso corsi ministeriali per svolgere altri compiti all’interno della scuola. Primo tra tutti quello della gestione delle biblioteche. “L’AIE, evidentemente, ha condotto un’indagine non troppo accurata o, quanto meno, incompleta”, ci ha scritto Bianca Ginesu. “Innanzitutto perché NON tutte le scuole hanno ricevuto il questionario inviato da questa associazione. Secondariamente, perché in questo articolo ci dà prova di non essere a conoscenza del fatto che, OGGI, la maggior parte delle scuole ha, grazie alla presenza dei Docenti Idonei ad altri compiti, personale specializzato sul campo.” Bianca Ginesu crede insomma che l’indagine dell’AIE non renda giustizia all’attività di tanti Docenti Utilizzati come lei, che pur non avendo il titolo ufficiale di “Docenti Bibliotecari” sono formati e preparati per questa mansione, che di fatto svolgono ogni giorno nelle loro scuole. Bianca Ginesu ha voluto dar seguito al suo dialogo con noi inviandoci una lettera, che pubblichiamo qui, in cui ci presenta l’attività svolta dai Docenti Idonei ad altri compiti e i problemi che oggi questi si trovano a fronteggiare a causa dei nuovi decreti ministeriali che li riguardano, questione anche questa che avevamo già trattato con Luisa Marquardt.


LA LETTERA
– “Ci presentiamo: il nostro gruppo – il Coordinamento provinciale Docenti Utilizzati Sassari (Copdus) – è costituito da docenti che, per motivi di salute spesso legati a cause di servizio, sono utilizzati in compiti diversi dall’insegnamento. In tutta Italia siamo circa 3500. La maggior parte di noi è utilizzata nelle Biblioteche scolastiche. Il nostro ministero (MIUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca) a suo tempo ci fece frequentare dei corsi di formazione specifici, finalizzati ad un’ottimale gestione delle stesse. I rimanenti colleghi sono invece utilizzati negli Uffici Scolastici provinciali (USP) e regionali (USR) del MIUR, nei laboratori multimediali, nei progetti scolastici e in tutte quelle attività che sono di reale supporto all’offerta formativa delle nostre scuole.
Una legge iniqua, inizialmente la 111 (del  2011) e successivamente la 135 (del 2012) VORREBBE COSTRINGERCI a lasciare il nostro amato lavoro e farci transitare FORZOSAMENTE nei ruoli amministrativi delle segreterie scolastiche. Questo significherebbe sottrarre il posto di lavoro ai precari amministrativi storici (ATA), che da 10-15 anni aspettano la meritata immissione in ruolo, e allo stesso tempo, a causa dell’insufficiente numero di posti disponibile, esporre noi a una situazione di esubero che ci porterebbe, nell’arco di 2 anni, ad un probabile licenziamento. AVETE LETTO BENE!
Ci rendiamo conto che la nostra situazione ha dell’incredibile, anche perché sinora abbiamo subito un’autentica censura da parte dei media. Fatta eccezione per stringati articoli scritti dai quotidiani locali, cenni generali apparsi su Italia Oggi e brevi filmati trasmessi da emittenti regionali, della nostra situazione, UFFICIALMENTE, ben poche persone sono informate. Noi cerchiamo di farlo tramite il nostro blog (blog.libero.it/copdus) ed abbiamo contattato in quasi 2 anni di lotta ininterrotta e non ancora finita politici, sindacati, riviste di settore, associazioni sulla lettura, scrittori, figure rilevanti che ben si avvicinano al mondo della cultura. Abbiamo inoltre promosso petizioni e aderito a scioperi (anche della fame) e sit-in – soprattutto a Roma, davanti ai ministeri, alla camera e al senato. Abbiamo partecipato a convegni, interloquito con funzionari ministeriali, chiesto interrogazioni parlamentari ed emendamenti, prima presentati e poi clamorosamente bocciati. Abbiamo coinvolto i colleghi docenti idonei, che hanno stilato vari documenti di solidarietà nei nostri confronti […], i nostri dirigenti, che hanno redatto documenti di valutazione positiva del nostro operato fatti pervenire al MIUR, e le famiglie dei nostri alunni, MA non è stato sufficiente.
CONTINUIAMO A LOTTARE insieme ai precari amministrativi e ai colleghi ITP (insegnanti tecnico pratici che vivono una situazione analoga alla nostra). Siamo stati aiutati, sindacalmente, SOLO dai Cobas. Questi, pur essendo un’organizzazione che non siede al tavolo delle trattative ministeriali, ci hanno SEMPRE  sostenuto e hanno consentito l’interlocuzione con politici e funzionari dei diversi ministeri interessati alla firma del decreto che ci riguarda (i 3 ministeri coinvolti in tale decreto interministeriale sono: il MIUR, la Funzione Pubblica e il MEF). Tale decreto sancirebbe: il nostro cambio coatto di profilo (accompagnato da “congelamento dello stipendio”); il nostro successivo e molto probabile licenziamento; la mancata immissione in ruolo dei colleghi ATA, con le inevitabili conseguenze economiche sulle famiglie; LA CHIUSURA DELLE BIBLIOTECHE SCOLASTICHE, fulcro della cultura nelle nostre scuole; il peggioramento delle già precarie condizioni di salute dei Docenti cosiddetti ‘inidonei’ all’insegnamento, sinora proficuamente utilizzati nei compiti citati sopra, e dei colleghi ATA, che a causa del perdurare di questa assurda situazione si stanno a loro volta ammalando.
Recentemente abbiamo sollecitato (per l’ennesima volta) l’intervento e il sostegno dei Partiti, AFFINCHÉ i Docenti inidonei (o meglio Docenti utilizzati in altri compiti), i colleghi ITP e i colleghi ATA POSSANO MANTENERE IL POSTO DI LAVORO per il quale si è tanto lottato, e che è indispensabile per il sostentamento delle rispettive famiglie e per consentire la SOPRAVVIVENZA DELLA CULTURA.
Vi invitiamo a consultare il nostro blog attraverso il quale potrete apprendere maggiori dettagli  sulla nostra situazione.
Bianca Ginesu”

 

2 aprile 2013

 

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