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Zero Fotografia, dieci fotografi indagano il paesaggio agrario attraverso immagini e video

Nei primi giorni del dicembre 2012 Steve Bisson, curatore e fondatore di Urbanautica, giornale online di fotografia, e Fondazione Benetton Studi Ricerche hanno riunito alcuni fotografi e stranieri e il ricercatore spagnolo Ruben Alonso in un workshop a Casa Luisa e Gaetano Cozzi di Zero Branco (Treviso) per indagarne il paesaggio agrario limitrofo...

Sabato 30 novembre inaugurazione pubblica della mostra presso gli spazi Bomben di Treviso

MILANO – Nei primi giorni del dicembre 2012 Steve Bisson, curatore e fondatore di Urbanautica, giornale online di fotografia, e Fondazione Benetton Studi Ricerche hanno riunito i fotografi italiani Luca Capuano, Laura De Marco, Giuseppe De Mattia, Cristian Guizzo, Milo Montelli, Corrado Piccoli, David Wilson, l’inglese Mitch Karunaratne, il canadese David Pollock, la belga Kirsten Trippaers e il ricercatore spagnolo Ruben Alonso in un workshop a Casa Luisa e Gaetano Cozzi di Zero Branco (Treviso) per indagarne il paesaggio agrario limitrofo. Questo intenso lavoro di una settimana viene raccontato per la prima volta attraverso immagini e video nella mostra Zero Fotografia, progettata dall’architetto Massimiliano Foytik e aperta negli spazi Bomben di Treviso da domenica 1° dicembre 2013 a domenica 12 gennaio 2014. Inaugurazione pubblica sabato 30 novembre ore 18.

LA FOTOGRAFIA “LEGGE” IL PAESAGGIO – Il titolo quasi provocatoriamente invita il visitatore a interrogarsi sul contributo che la fotografia può dare alla lettura del paesaggio e più in generale a ciò che ci circonda.
Ciascun autore ha sviluppato un tema attraverso un percorso di indagine personale: il rapporto tra le tipologie di abitazione e il territorio nel quale si collocano, la memoria, l’impatto dell’infrastruttura “Passante”, le tracce, gli alberi e la vegetazione, la zona industriale, gli allevamenti e le produzioni agricole, i campi, le acque e le infrastrutture, e, infine, le strade, sono stati i fili conduttori della ricerca dei dieci fotografi, ciascuno chiamato a portare un contributo alla riflessione sulle modificazioni del paesaggio fra passato, presente e futuro, con il proprio stile e la propria sensibilità.
«In questo senso il workshop» spiega Steve Bisson «ha raccolto ben oltre le aspettative iniziali, stimolando i partecipanti a esprimere la loro personalità, non limitandosi al piano descrittivo. Siamo consapevoli che molto di ciò che ci arriva da lontano non è del tutto perduto, e va per questo testimoniato. Tuttavia non dimentichiamoci del presente, di chi siamo, e di dove stiamo andando, del futuro. È indispensabile per questo conservare una capacità progettuale. Ciascun fotografo porta una propria lettura del tema assegnato, una interpretazione autorale».

LAVORO IN TRE FASI – Le immagini in mostra saranno affiancate da interviste con i fotografi, realizzate durante il workshop da Bisson assieme al ricercatore Ruben Alonso e in post produzione con il supporto di Elisabetta Tasca. Il lavoro si è svolto in tre distinte fasi: all’inizio, in mezzo e alla fine del percorso. Questo materiale in itinere risulta dunque prezioso per osservare come si è evoluta nei partecipanti la percezione della campagna di Zero Branco e conseguentemente l’impronta del progetto fotografico. “Casa Luisa e Gaetano Cozzi, immersa in otto ettari di terreno agricolo – spiega Marco Tamaro, direttore della Fondazione Benetton Studi Ricerche – ci è parsa, con la sua vocazione di laboratorio di paesaggio agrario, la sede ideale per un’iniziativa di indagine sulle modificazioni del territorio. Un tema da sempre caro al lavoro della Fondazione, che questa volta abbiamo voluto affrontare, grazie alla collaborazione di Urbanautica, attraverso il mezzo della fotografia, utile per una riflessione sulla trasformazione progressiva dei territori rurali e per mettere in evidenza alcuni temi critici dell’area in esame”.

L’IMPORTANZA DEL PAESAGGIO – “Perché, innanzitutto – spiega Steve Bisson parlando del progetto – la risposta è piuttosto semplice e sta in ciò che vediamo quotidianamente dal finestrino del treno o della macchina spostandoci da un centro storico e l’altro. Il “lato B”, il paesaggio che nella seconda metà del Novecento è stato sottoposto a un trattamento intensivo di cementificazione senza precedenti. Le ragioni e gli esiti di questa rapidissima e spesso disordinata trasformazione del paesaggio agrario sono stati esaminati da studiosi di varia estrazione. Inutile richiamare i numerosi contributi della Fondazione Benetton in questo senso. Nonostante ciò questo processo continua, seppure attenuato dalla crisi del settore edilizio, aldilà delle conferenze e dei dibattiti elettorali. Nel mentre, tuttavia, in Veneto come in altre regioni d’Italia, una cerchia crescente di fotografi, molti dei quali architetti, ha iniziato a investigare criticamente questo fenomeno mediante la fotografia. E non si tratta solo di una reazione al collettivo senso di impotenza che si vive nell’osservare il proliferare della “capannite” o delle nuove “topolinia”. C’è di più, c’è il bisogno di testimoniare, di raccontare, archiviare quanto sta accadendo. C’è la voglia di confrontarsi non più solo con gli esperti, ma con la gente comune e di farlo con linguaggi nuovi, più immediati ma non per questo banali. Urbanautica, giornale online di fotografia nato nel trevigiano e primo publisher indipendente di fotografia contemporanea al mondo, da qualche anno si è fatto portavoce di questo nuovo sentire anche rispetto alle istituzioni del territorio”.

21 novembre 2013

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