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Taglio del personale, le case editrici il Mulino e Carocci in sciopero

È in corso lo sciopero del personale di Carocci Editore di fronte alla sede bolognese de Il Mulino, casa editrice che ne detiene la proprietà dal 2009. In segno di solidarietà, dalle 11.00 fino alle 14.00 si unirà alla protesta anche il personale dell’editore bolognese.

BOLOGNA – È in corso lo sciopero del personale di Carocci Editore di fronte alla sede bolognese de il Mulino, casa editrice che ne detiene la proprietà dal 2009. In segno di solidarietà, dalle 11.00 fino alle 14.00 si unirà alla protesta anche il personale dell’editore bolognese. La manifestazione congiunta è la reazione all’annuncio da parte della direzione Edifin (società che controlla entrambe le case editrici) di procedere con la cassa integrazione straordinaria a zero ore per 17 dei 32 dipendenti di Carocci, prevedibile preambolo ai futuri probabili licenziamenti che ridimensioneranno l’azienda, se non ne metteranno in discussione addirittura la stessa sopravvivenza.

STRUTTURA FLESSIBILE – L’Amministratore delegato di Carocci Giuliano Bassani ha negato la volontà da parte del gruppo di smantellare l’editore romano: “Di certo non è questa la nostra intenzione. Quel che è certo è che dobbiamo raggiungere una struttura dei costi più flessibile. La Carocci sarà rilanciata, ma deve prima diventare un vascello più agile. Attualmente ha un numero di dipendenti sproporzionato rispetto al fatturato”. A rendere più amara la delusione in casa Carocci, il parallelo progetto di rilancio de il Mulino, con un aumento di capitale da 1,2 milioni di euro mirato a una modernizzazione digitale della produzione, e un piano di ristrutturazione che non prevede alcun licenziamento.

 

PETIZIONE – Intanto i dipendenti della Carocci fanno sentire la propria voce: una pagina facebook ad hoc e una raccolta di firme sono soltanto le prime reazioni volte a scongiurare il ridimensionamento dell’azienda. Alla loro protesta si uniscono i dipendenti de il Mulino, secondo cui la “cessione comporta lo snaturamento di ciò che ha contraddistinto la casa editrice nei suoi 60 anni di attività, con la perdita dell’identità che ha rappresentato la forza di questo marchio.” A sostegno della causa si espongono anche illustri rappresentanti della cultura italiana: in un comunicato congiunto il critico e scrittore Alberto Asor Rosa, il linguista Tullio De Mauro, lo storico Adriano Prosperi e il filologo Luca Serianni esprimono la loro preoccupazione circa il destino di una casa editrice che “ha sempre mostrato grande interesse e curiosità nei confronti degli studi, delle ricerche, delle più vive espressioni culturali del paese”, auspicando inoltre a una soluzione che possa garantire la piena occupazione al personale di Carocci, preservando, ancor meglio rafforzando, il pluralismo dell’editoria italiana.

APERTURA AL DIALOGO – L’Ad Giuliano Bassani apre comunque al dialogo, manifestando la disponibilità dell’azienda a ragionare su possibili soluzioni alternative. “Capisco la protesta dei lavoratori, un modo per farsi sentire. Dal canto nostro, siamo disponibili a riaprire la trattativa.” Non resta che seguire i nuovi sviluppi per determinare secondo quali modalità si delineerà il nuovo panorama editoriale italiano.
17 dicembre 2014

 

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