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”Robert Capa in Italia”, raccontare la guerra fotografando emozioni

Ha inaugurato ieri a Troina, in Sicilia, la mostra “Robert Capa in Italia. 1943 - 1944”. Legato a quella terra, dove ha trascorso quasi un anno, Robert Capa è riuscito a immortalare con la sua solita capacità poetica una realtà orribile. Scatti autentici, di vita, di persone...

Da ieri e fino al 30 settembre a Troina sarà possibile ammirare gli scatti del padre del fotogiornalismo. Nel saper creare arte e suscitare emozioni anche da una realtà dolorosa come quella della guerra sta la bravura di Robert Capa, il fotografo ungherese che più di ogni altro ha saputo cogliere l’attimo nei suoi scatti.

 

 

MILANO – Ha inaugurato ieri a Troina, in Sicilia, la mostra “Robert Capa in Italia. 1943 – 1944”. Legato a quella terra, dove ha trascorso quasi un anno, Robert Capa è riuscito a immortalare con la sua solita capacità poetica una realtà orribile. Scatti autentici, di vita, di persone comuni, di emozioni quotidiane e rigorosamente in bianco e nero saranno esposti dal 5 luglio al 30 settembre a Troina grazie a una collaborazione del Comune con la Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia e il Museo Nazionale Ungherese di Budapest.

 

ROBERT CAPA, FOTOREPORTER DI GUERRA – Dopo il successo di Roma, Firenze, Genova e Milano arriva anche in Sicilia la mostra dedicata a Robert Capa, che racconta gli anni della seconda guerra mondiale in Italia. L’esposizione, curata da Beatrix Lengyel, racconta lo sbarco degli Alleati in Italia attraverso gli occhi di colui che è considerato il padre del fotogiornalismo, uno dei più grandi fotografi di tutti i tempi che ha saputo guardare da vicino gli eventi, affiancandosi al dolore: ‘se le tue fotografie non sono all’altezza, non eri abbastanza vicino’ diceva Robert Capa.

 

GLI ATTIMI DELLA GENTE COMUNE – Le 78 fotografie che saranno esposte mostrano una guerra fatta di gente comune, di piccoli paesi ridotti in macerie, di soldati e di civili vittime di una stessa strage, tutto trattato da Capa con la stessa solidarietà che gli permette di fermare la paura, l’attesa, l’attimo prima dello sparo, il riposo, la speranza.

 

FOTOGRAFARE UN’EMOZIONE – Un viaggio fotografico che dallo sbarco in Sicilia nel 1943 si spinge fino ad Anzio, per arrivare al 1944 e rivelare le tante facce della guerra, abbandonando la retorica per spingersi dentro il cuore del conflitto. Come spiega John Steinbeck ‘Capa sapeva cosa cercare e cosa farne dopo averlo trovato. Sapeva, ad esempio, che non si può ritrarre la guerra, perché è soprattutto un’emozione. Ma lui è riuscito a fotografare quell’emozione conoscendola da vicino’.

 

LA MACCHINA FOTOGRAFICA AL POSTO DEL FUCILE – Pochi soldati hanno visto tante guerre quante Capa, nato Endre Friedmann, a Budapest, nel 1913. E se non fosse stato per la macchina fotografica impugnata al posto del fucile, non sarebbe stato facile distinguerlo tra i militari sbarcati in Normandia, o tra gli uomini delle truppe americane arrivati in Sicilia per liberare l’Italia.

 

OTTO MESI IN SICILIA – Fedele al suo stile Capa atterra in Sicilia, nel luglio del ‘43, col suo paracadute, è appena stato licenziato dalla rivista «Collier’s Weekly», ma alla notizia dello sbarco degli alleati si unisce alle truppe e con loro passa otto mesi, prima in Sicilia, poi a Napoli, su fino ad Anzio, «embedded», quando ancora il termine (riferito ai giornalisti che si muovono con i soldati) non esisteva.A questi otto mesi di lavoro intenso, che gli varranno l’assunzione a «Life», è dedicata la mostra «Robert Capa in Italia. 1943-1944»: 78 fotografie che raccontano una guerra lontana dai luoghi comuni, una guerra fatta di persone, soldati in attesa, di quotidianità semplice nella sua eccezionalità. Nel diario che Capa tiene e che verrà pubblicato nel 1947 col titolo «Slightly out of focus» («Leggermente fuori fuoco») a proposito della battaglia di Troina, in Sicilia, scrive: «Era la prima volta che seguivo un attacco dall’inizio alla fine, fu l’occasione per scattare ottime foto. Erano immagini molto semplici. Mostravano quanto noiosa e poco spettacolare fosse in verità la guerra».

 

TROINA, TRAMPOLINO DI LANCIO DI CAPA– La scelta del Comune di Troina di ospitare l’importante evento culturale non è casuale. Il servizio giornalistico di Capa dedicato alla famosa “Battaglia di Troina” venne pubblicato nell’agosto 1943 sulla celebre rivista americana LIFE. Da lì inizia un proficuo rapporto di collaborazione che farà diventare Capa uno dei più grandi fotoreporter di tutti i tempi. Una parte significativa degli scatti che verranno esposti nella mostra riprendono lo sbarco alleato in Sicilia e in particolare i giorni cruenti della Battaglia di Troina. Il visitatore avrà la possibilità, visitando la mostra, di poter visionare i luoghi in cui Capa scattò le celebri immagini conosciute in tutto il mondo.

 

FOTO DA TUTTO IL MONDO – La selezione di fotografie in mostra proviene dalla serie Robert Capa Master Selection III conservata a Budapest e acquisita dal Museo Nazionale Ungherese tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009. La serie, composta da 937 fotografie scattate da Capa in 23 paesi di 4 continenti, è una delle tre Master Selection realizzate da Cornell, fratello di Robert Capa, anch’egli fotografo, e da Richard Whelan, biografo di Capa, all’inizio degli anni Novanta e oggi conservate a New York, Tokyo e Budapest. Le serie, identiche tra loro e denominate Master Selection I, II e III, provengono dalla collezione dell’International Center of Photography di New York, dove è conservata l’eredità di Capa.

6 luglio 2015

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