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”Ritratti di città”, scenari urbani nell’arte italiana dal XX secolo fino a oggi

Ieri a Villa Olmo è stata inaugurata la mostra ''Ritratti di città. Da Boccioni a De Chirico, da Sironi a Merz a oggi'', a cura di Flaminio Gualdoni. L'esposizione, che rimarrà aperta al pubblico fino a metà novembre...

Ha inaugurato ieri presso Villa Olmo a Como la mostra “Ritratti di città. Urban sceneries”, un percorso tra le  opere dei più grandi pittori, che indaga per la prima volta l’incidenza dell’immagine della città moderna nell’arte italiana dal XX secolo fino ai nostri giorni

MILANO – Ieri a Villa Olmo è stata inaugurata la mostra ”Ritratti di città. Da Boccioni a De Chirico, da Sironi a Merz a oggi”, a cura di Flaminio Gualdoni. L’esposizione, che rimarrà aperta al pubblico fino a metà novembre, è la seconda tappa del progetto triennale del Comune di Como che ha preso avvio lo scorso anno con la mostra ”La città nuova. Oltre Sant’Elia”.

LA MOSTRA – “Ritratti di città. Urban Sceneries” presenta oltre sessanta opere, alcune provenienti da collezioni private e pertanto mai esposte al grande pubblico, attraverso un percorso che intende indagare, per la prima volta attraverso una mostra, l’incidenza dell’immagine della città moderna – tra utopia, mito e realtà – nell’arte italiana del XX secolo e dei nostri giorni. Più di altre culture, quella italiana è legata alla tradizione visiva del genere paesaggistico, dunque a un’idea di natura che di gran lunga prevale sull’immagine urbana; ed è solo con le spinte moderniste di fine ‘800 e soprattutto con l’avanguardia futurista che la visione urbana entra progressivamente in scena nell’immaginario collettivo. È da qui che prende avvio l’adozione della città come soggetto e oggetto d’arte: luogo dell’anima, di progettazione architettonica e sociale ma anche di rappresentazione, mediante la pittura e sempre più negli anni successivi attraverso la fotografia.

IL PERCORSO ESPOSITIVO – Il percorso espositivo è scandito da 8 macro sezioni, che si alternano e si intrecciano creando un racconto unitario sul ruolo della città. In Futurismi, Boccioni o Balla prefigurano una città che ancora non c’è ma va inventata, assumendo a soggetto principe delle loro opere, due aspetti  della nuova città che va nascendo: l’espandersi delle periferie, l’aggregarsi umano e l’energia sprigionata dalla vita cittadina. Dall’utopia futurista si passa allo Sguardo Metafisico di pittori come De Chirico, allo smarrimento dell’uomo che si sente espulso dalla realtà; per poi ritornare alla visione di Altri Futurismi, quelli di Depero per esempio, che fortemente influenzato dalla città di New York, comincia a realizzare opere di aeropittura, apologia perfetta del dinamismo e dell’idea ottimistica di modernità. In Paesaggi di Città, da Rosai a De Pisis, passando per Bucci e Guttuso, la città assume di volta in volta connotazioni diverse con note espressioniste qua e là; mentre Geometrie Urbane e Nuove Metafisiche espongono lo stile di artisti come Galli o Soldati, esponenti dell’astrazione geometrica degli anni ’30. In Scultura, Architettura, Luogo il dibattito si sposta sulla scultura, coinvolgendo Maestri come Pomodoro, Rotella, Schifano o Merz; si prosegue poi con Icone e Iconografie, in cui il mezzo principe per rappresentare la città è la fotografia, che da un ruolo squisitamente documentario matura sino ad assumere quello di strumento d’indagine e di creazione tout court. La generazione storica di Berengo Gardin o di Fontana propone una sorta di reportage quasi saggistico della città; mentre autori più giovani come Ghirri o Basilico fanno della fotografia uno strumento di indagine critica specifica. Infine, in Visioni Urbane (con opere di Velasco, Galliano, Guaitamacchi, Presicce ecc.) lo sguardo è rivolto al contemporaneo, a un immaginario collettivo che si nutre di cinema, fotografia, letteratura e arte, creando una nuova ed inedita visione della città.

VILLA OLMOVilla Olmo, è la più celebre e sontuosa tra le dimore storiche comasche ed è opera dell’architetto Simone Cantoni. Iniziata a fine ‘700 e conclusa nel 1812 fu realizzata su commissione del marchese Innocenzo Odescalchi; destinata a residenza estiva per i marchesi, è un illustre esempio di architettura neoclassica, oggi sede di sede di manifestazioni culturali e di mostre d’arte.

29 giugno 2014

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