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“Recto Verso”, il “lato B” delle tele protagonista alla Fondazione Prada

Scoprire il retro delle opere per una suggestiva riscoperta dell'arte attraverso vari procedimenti come la tecnica tradizionale del trompe-l'œil

MILANO – “Recto Verso” è una mostra tematica, allestita nella galleria Nord fino al 14 febbraio 2016, che presenta una selezione di opere nelle quali gli artisti hanno consapevolmente posto in primo piano l’elemento abitualmente nascosto, dimenticato o trascurato del retro del quadro. Concepita dal Thought Council della Fondazione, composto attualmente da Shumon Basar, Elvira Dyangani Ose, Cédric Libert e Dieter Roelstraete, l’esposizione riunisce opere della Collezione Prada e lavori provenienti da collezioni e gallerie italiane e internazionali.

LA MOSTRA – La tradizione occidentale concepisce il dipinto principalmente come un artefatto frontale (“recto”). Il retro (“verso”) sembra trasmettere un significato culturale trascurabile, non essendo destinato allo sguardo del pubblico, perché visibile solo dall’artista e dagli addetti ai lavori. In questa mostra gli artisti portano in primo piano il retro della tela usando vari procedimenti come la tecnica tradizionale del trompe-l’œil, resa famosa dai pittori fiamminghi, in cui è la cornice e non la figura ad assumere un ruolo fondamentale. O ancora, la fotografia a doppia esposizione è impiegata per vedere attraverso l’opera stessa ed enfatizzare le caratteristiche fisiche e strutturali dell’oggetto. Nel caso del movimento francese della fine degli anni Sessanta Supports/Surfaces, la superficie dipinta sparisce completamente e ciò che resta è il semplice materiale di supporto. In altri lavori, messaggi segreti sono nascosti dietro il quadro in attesa di essere rivelati.

GLI ARTISTI – Espongono alla Fondazione Prada artisti di generazioni e tendenze diverse, come Carla Accardi, Louis-Léopold Boilly, Gerard Byrne, Sarah Charlesworth, Daniel Dezeuze, Llyn Foulkes, Philippe Gronon, Roy Lichtenstein, Matts Leiderstam, Gastone Novelli, Giulio Paolini e Pierre Toby, hanno trasformato un semplice gesto in un’approfondita indagine storica sul vero, l’illusione e le modalità della visione.

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