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On. Gianfranco Miccichè ”La cultura è il perno fondamentale della mia azione di governo”

Attuare un cambio strutturale di pensiero nei siciliani, partendo dal ripensare l'intero modello amministrativo siciliano, rivoluzionandone gli arcaicisimi e proponendo un profondo rinnovamento della prospettiva culturale. E' questa la ricetta proposta ai siciliani per ripartire da parte dell'Onorevole Gianfranco Miccichè, candidato alla Regione Siciliana sostenuto da Grande Sud-Mpa-Fli...

Il candidato a Presidente della Regione Siciliana sostenuto da Grande Sud-Mpa-Fli spiega l’importanza rivestita dalla cultura all’interno del suo programma di governo

Libreriamo sta conducendo un’inchiesta in vista delle prossime elezioni regionali previste il 28 ottobre in Sicilia, chiedendo ai vari candidati il loro impegno nel valorizzare la cultura di questa terra. Abbiamo intervistato l’Onorevole Gianfranco Miccichè, leader della federazione Grande Sud, parlamentare dal 1994 e che conta diversi incarichi ricoperti nel corso dei governi Berlusconi. Riteniamo sia importante per la rinascita di un territorio di grande tradizione come la Sicilia investire sulla cultura come volano per la rinascita sociale ed economica dell’isola. La cultura inoltre può rappresentare un importante rivoluzione culturale a sostegno della lotta alla mafia.

MILANO – Attuare un cambio strutturale di pensiero nei siciliani, partendo dal ripensare l’intero modello amministrativo siciliano, rivoluzionandone gli arcaicisimi e proponendo un profondo rinnovamento della prospettiva culturale. E’ questa la ricetta proposta ai siciliani per ripartire da parte dell’Onorevole Gianfranco Miccichè, candidato alla Regione Siciliana sostenuto da Grande Sud-Mpa-Fli. Il leader della federazione Grande Sud, nata dall’unione di Forza del Sud, Noi Sud – Libertà e autonomia e Io Sud, nonché parlamentare dal 1994 con diversi incarichi ricoperti nei governi Berlusconi, sottolinea le carenze della Sicilia dal punto di vista infrastrutturale e ribadisce la necessità di ricreare un saldo dialogo tra le strutture accademiche e scolastiche e il mondo del lavoro.

Lei è candidato alla regione Sicilia. Nel suo programma a che posto colloca la cultura, di recente protagonista di tagli di spesa da parte del governo centrale?
Se le rispondessi collocando la cultura in una non meglio precisata “posizione in classifica” nel mio programma di governo farei la parte del politicante di turno che si improvvisa cultore e strenuo difensore delle arti. La ‘cultura’ fa invece parte integrante della mia azione di governo, anzi ne è un perno fondamentale. A dimostrazione di ciò, molte delle ricette che propongo ai siciliani partono, inevitabilmente, da un cambio strutturale di pensiero, da un balzo culturale che va oltre le barriere degli stereotipi che media e società continuano a propinarci. Ripensare l’intero modello amministrativo siciliano, rivoluzionandone gli arcaicisimi, è un cambio radicale di mentalità, un profondo rinnovamento della prospettiva culturale. Il mio messaggio è, prima di tutto, una rivoluzione culturale.

 

Se verrà eletto, ha intenzione di dare spazio nelle nomine a scrittori o intellettuali locali?
Sarebbe stupido non affidarsi a personalità di spessore del panorama culturale siciliano qualora il ruolo lo suggerisse.

Crede si sia fatto abbastanza in passato per promuovere la cultura nel territorio siculo?
L’influenza di certa classe politica ha condizionato tanto l’azione del governo nazionale che dai programmi scolastici nazionali sono spariti illustri esponenti della letteratura italiana di natali siciliani. Dovremmo ripartire innanzitutto dalla restituzione del giusto peso alla cultura siciliana all’interno del panorama italiano.

 

Qual è lo stato in Sicilia di centri di cultura come scuole, biblioteche, librerie, teatri?
Prima di addentrarsi nell’ambito specifico della funzione culturale, è necessario rendersi conto che in Sicilia il problema è fondamentalmente di carenza infrastrutturale. Quasi 650 su 690 edifici scolastici presi in considerazione dal rapporto annuale di Legambiente sulla sicurezza scolastica sono inadeguati e seriamente a rischio sismico. Le librerie, escludendo le grandi catene di distribuzione nazionale, soffrono la concorrenza dei ‘supermercati del libro’. Se dovessimo fare un parallelismo, le condizioni delle librerie indipendenti non sono migliori di quelle delle attività commerciali al cui fianco sorgono i grandi centri commerciali.

La Sicilia è una regione con una grande tradizione culturale, basta pensare ad autori come Leonardo Sciascia, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Elio Vittorini, Andrea Camilleri. Cosa si può fare per continuare a trasmettere questa tradizione culturale?
La cultura siciliana ha dato al mondo, nel corso dei secoli, esponenti di spicco del panorama umanistico e scientifico. Oggi questo flusso costante di contributi culturali si è trasformato in emorragia. I cervelli fuggono dall’Italia? Figuriamoci dalla Sicilia. Ricostruire un orizzonte di possibilità è un dovere. Ricreare un saldo dialogo tra le strutture accademiche e scolastiche e il mondo del lavoro è possibile soprattutto ripensando come un ponte tra questi la formazione professionale. Infine una riflessione: grandi personalità sono nate in quelli che consideriamo momenti bui della storia dell’uomo. In un momento di grave crisi internazionale, di difficoltà del Paese, di forti disagi che si ripercuotono inevitabilmente sulla Sicilia, non mi stupirei del fatto che si nasconda già, da qualche parte nell’Isola, un novello Vittorini…

Una maggiore diffusione e promozione della cultura nel territorio può favorire il debellamento dei mali di questa terra, come la criminalità organizzata e della mafia?
Esperienze come quelle di un eroe siciliano quale Don Pino Puglisi, che fece dell’istruzione strumento di lotta alla pseudo cultura mafiosa, hanno già appieno dimostrato la forza dell’istruzione nello sradicamento, soprattutto tra i giovani, della criminalità dalle strade e dai quartieri. La scuola, in questo, ha una responsabilità che va oltre il mero obbligo di legge dell’istruzione: formare persone libere è il compito più alto dell’istituzione scolastica. Garantire loro efficienti e funzionali spazi di espressione e continuo confronto, quali i teatri, i musei e le biblioteche, sarà dovere dell’istituzione regionale che rappresenterò.

 

Saro Trovato

 

25 ottobre 2012

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