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Ma per il Quirinale perché non si punta mai su uno scrittore?

La letteratura italiana meriterebbe un Presidente della Repubblica. Purtroppo, però, la scarsa propensione degli italiani al leggere, finisce nel mettere in secondo piano scrittori...

Sarebbe splendido avere un grande scrittore (una grande scrittrice) contemporaneo/a alla Presidenza della Repubblica. Potrebbe regalarci un brivido di speranza, di innovazione, di vero e sano cambiamento. I problemi della gente comune meritano il massimo dell’attenzione ed è per questo che bisogna agire subito nell’interesse della popolazione. Troppo chiacchiericcio, o meglio rissa verbale da bar fa male solo al Paese

La letteratura italiana meriterebbe un Presidente della Repubblica. Purtroppo, però, la scarsa propensione degli italiani al leggere, finisce nel mettere in secondo piano scrittori che per loro sensibilità e saggezza, potrebbero benissimo rappresentare tutti gli italiani e diventare i veri garanti dell’Unità d’Italia.

Personaggi come Andrea Camilleri, Umberto Eco, Simonetta Agnello Hornby, Sveva Casati Modigliani, lo stesso Massimo Gramellini, Edoardo Nesi, Susanna Tamaro, Alessandro Baricco potrebbero benissimo coprire quel ruolo, per saggezza, esperienza e spirito critico. Ma, ahimè, il gioco delle parti porta sempre a guardare all’interno del mondo economico-finanziario e/o della stessa politica.

L’Italia meriterebbe sicuramente un grande intellettuale, uno scrittore a capo della Repubblica, in grado di ridare fantasia, passione e umanità a tutti i cittadini. Oggi c’è bisogno di creatività, di speranza, di schemi nuovi e diversi rispetto a quelli che seguono tutti, e personaggi come quelli su citati potrebbero benissimo contribuire in questa direzione.

Da parte nostra ci interessa poco la politica così come ci appare, siamo molto più interessati al benessere sociale e psicologico della popolazione italiana, sempre più disillusa e amareggiata nel dover assistere a dibattitti televisivi e in streaming in cui non si affrontino i reali e concreti problemi degli italiani.

Sì, ci vorrebbe meno dibattito sterile e più proposte costruttive, meno chiacchiericcio da bar e più temi ed argomenti concreti vicini alla gente comune. Rendiamoci conto che basta aprire qualsiasi video, navigare in rete o sui social network,  ed assistere a delle liti continue, dove non c’è nessuno che ascolta ma tutti che parlano.

Siamo diventati tutti profeti di verità assolute, nessuno di noi ha in sé il senso del limite, tutti indistintamente protagonisti di poter dire ciò che si vuole, senza nessun limite, senza nessuna barriera, privi di qualsiasi autocontrollo. L’importante è affermare ciò che passa in testa in quel momento, senza provare timore nell’attaccare chi si vuole esclusivamente perché la pensa in un modo diverso.

Questo a nostro avviso è il danno vero che ci conduce irrimediabilmente non trovare soluzioni alla crisi. E’ il  motivo concreto per cui nessuno fa niente per un Paese che sta scivolando verso la povertà. Per questo l’armonia mentale che potrebbe regalare un grande scrittore del nostro tempo potrebbe dare un senso alla speranza, alla novità, alla volontà di cambiare decisamente pagina.

Non pensavamo che la libertà di espressione assoluta generata dalla primavera  digitale significasse questo. Poter dire la propria senza limiti presuppone anche rispetto nei riguardi degli altri. Allora è meglio scomparire come fanno tanti veri intellettuali, lavorare alle proprie opere e fuggire dai riflettori. E’ nell’animo dei grandi agire in tal senso, ed è per questo che sarebbe per noi magico avere un grande scrittore alla Presidenza della Repubblica.    

17 aprile 2013

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