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Leggere… fa bene alla salute!

Secondo una recente ricerca, le persone che hanno capacità di lettura scarse tendono a sentirsi meno in salute di quelle che leggono facilmente. L'alfabetizzazione si rivela dunque un fattore importante di benessere personale...
Da una recente ricerca norvegese risulta che chi ha difficoltà a leggere tende a essere meno in salute rispetto ai lettori forti 
MILANO – Secondo una recente ricerca, le persone che hanno capacità di lettura scarse tendono a sentirsi meno in salute di quelle che leggono facilmente. L’alfabetizzazione si rivela dunque un fattore importante di benessere personale. A darne notizia è stata proprio in questi giorni la rivista scientifica Science Daily.
LA RICERCA – “Sembra che le persone con scarse capacità di lettura abbiano più difficoltà ad ottenere corrette informazioni sulla loro salute”, spiega la professoressa Kjersti Lundetræ, del Centro di Lettura dell’Università di Stavanger, in Norvegia. La professoressa Lundetræ, insieme al collega professor Egil Gabrielsen e con la collaborazione del medico generico Reidar Stokke, ha pubblicato un articolo sull’argomento intitolato “Health in Every Word” (“Sano in ogni parola”). Questo conclude che esiste una relazione tra salute percepita e alfabetizzazione, facendo ricorso a dati tratti da un’indagine internazionale sull’alfabetizzazione degli adulti e le loro competenze per la vita.
LA RELAZIONE TRA ALFABETIZZAZIONE E BENESSERE – La percezione di un cattivo stato di salute può implicare dolori, condizioni fisiche che rendono più difficoltose le attività quotidiane, senso di fatica o problemi emotivi che danneggiano le relazioni sociali. “Una ricerca mostra che la salute percepita è strettamente collegata al benessere generale della persona, cui concorrono anche la capacità di leggere e scrivere”, spiega la professoresse Lundetræ. “Così, è probabile che adulti con basso livello di alfabetizzazione abbiano condizioni fisiche peggiori di quelli che sanno leggere con facilità”.
UN DIVARIO CHE CRESCE CON L’ETÀ – La percezione di un cattivo stato di salute tra i lettori deboli aumenta con l’età: è più accentuata nella fascia tra i 45 e i 65 anni, mentre è più attenuata tra giovani tra i 16 e i 24 anni. “Quando si è giovani, ci si sente più facilmente in buona salute, non importa tanto la percezione generale che si ha di se stessi”, spiega Lundetræ. “È naturale dunque che la relazione tra capacità di lettura scarse e la percezione di un malessere generale si faccia sentire di più con l’età, quando generalmente si sentono gli effetti di uno stile di vita non salutare.”
INFORMARSI PER STARE BENE  – Rispetto al genere, all’età, al grado di istruzione e al reddito, l’alfabetizzazione è la variabile che ha la correlazione più forte con la salute percepita. “Informazioni sulla nutrizione, sull’importanza di un’alimentazione sana e dell’attività fisica vengono sempre più spesso veicolate dai giornali o su internet”, prosegue la professoresse Lundetræ. “Riceviamo una gran quantità di informazioni leggendo: è possibile che certe persone non ricevano avvisi importanti sulla salute perché leggono poco e male”. Spesso inoltre il medico di famiglia, dopo la visita, consegna al paziente brochure e volantini con informazioni integrative oltre a prescrivere le classiche medicine. Questi testi possono essere piuttosto complicati e contenere termini tecnici, risultando di difficile comprensione per i lettori deboli. Un miglioramento delle capacità di lettura può dunque avere un effetto positivo sulla salute delle persone e, a lungo termine, consentire di abbassare i costi del servizio sanitario.
17 ottobre 2013
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