Sei qui: Home » Arte » Le mostre da non perdere questo week end a Mantova

Le mostre da non perdere questo week end a Mantova

Per la nostra rubrica “Artiamo in viaggio” questo fine settimana vi suggeriamo numerosi appuntamenti d’arte da non perdere a Mantova.

MILANO – Capolavori dalla nota bellezza come la “Camera degli Sposi” di Andrea Mantegna o quadri che ripercorrono la storia di alcuni dei più potenti signori di Mantova come i Gonzaga e ancora, sculture espressioniste contemporanee. Molti e svariati gli appuntamenti che da non perdere a Mantova questo fine settimana. Alcune mostre rimarranno aperte solo fino a questo week end, non lasciatevi sfuggire quest’occasione!

GONZAGA. I VOLTI DELLA STORIA – Dal fasto del potere di Vincenzo I Gonzaga, circondato dallo splendore delle sue collezioni, a un nuovo viaggio nella storia della secolare dinastia. Ultimo week end per visitare al museo Diocesano di Mantova la mostra “Gonzaga. I volti della storia“, l’esposizione genealogico-iconografica a cura dello storico Giancarlo Malacarne. Come dire…i Gonzaga usciranno dai libri per mostrarsi al pubblico in un percorso che sarà allestito nell’imponente Sala delle colonne restaurata per l’occasione. Un itinerario che attraverso il volto di tanti nobili, ripercorre il cammino della grande famiglia protagonista della storia italiana ed europea. Oltre un anno di lavoro per la scelta dei preziosi pezzi, databili dal ’500 al ’700, e circa cento opere in mostra di cui una sessantina formata da soli dipinti. E poi ancora genealogie gonzaghesche, armi, monete e oggetti del quotidiano. «Tutti i quadri e buona parte degli oggetti – conferma il curatore – sono opere inedite. Mai viste insomma, se non in qualcuno dei miei libri. Questo tesoro arriva infatti da un “giacimento” straordinario che è quello dei collezionisti. Nelle sale poi saranno esposte anche ceramiche, vasellame, armi e tutto quello che è riconducibile documentariamente ai Gonzaga. I prestatori – aggiunge – sono collezionisti privati ma anche il museo Gonzaga di Novellara, la biblioteca Maldotti di Guastalla e Unicredit di Mantova». La mostra si snoderà attraverso un percorso in nove sezioni dove saranno presentati i Gonzaga dominanti, le donne, gli ecclesiastici, i rami cadetti ma anche esemplari di medaglie e ceramiche.

GUARDANDO ALL’URSS. REALISMO SOCIALISTA IN ITALIA DAL MITO AL MERCATO – Per la prima volta a Palazzo Te a Mantova, un progetto espositivo che indaga le relazioni, gli scambi, gli sguardi e i “fuochi incrociati” tra arte italiana del secondo dopoguerra e arte sovietica del realismo socialista, riflettendo su affinità elettive e divergenze culturali e linguistiche, in una mostra di grande respiro internazionale e ricca di documenti, video e fotografie, manifesti e libri, poco o per nulla conosciuti al pubblico. Fino al 4 ottobre i visitatori potranno rivivere gli anni della frontale contrapposizione politica tra comunisti e democristiani, quelli di don Camillo e Peppone, di Dio ti vede e Stalin no. Agli anni in cui per metà degli italiani l’URSS era il mito, il paradiso della giustizia sociale e il demonio per l’altra metà. Gli anni in cui grandi intellettuali italiani (Levi, Calvino, Moravia tra i tanti) compivano il loro pellegrinaggio laico a Mosca. Al centro di questa esposizione è la riflessione sull’immagine mitica dell’URSS nell’Italia del secondo dopoguerra e sul ruolo assunto dall’iconografia realista nella sua diffusione e veicolazione. “Parlare del mito dell’URSS in Italia nel secondo dopoguerra significa sollevare il coperchio su un mondo complesso nei linguaggi e nei significati, impossibile da risolvere in una mostra e in una pubblicazione, ma al quale, finalmente e senza falsi miti o negazioni, si vuole guardare – puntualizza Vanja Strukelj, curatrice della mostra mantovana con Ilaria Bignotti e Francesca Zanella. “Innanzitutto abbiamo cercato di restringere il campo della nostra ricerca a un territorio rigorosamente storico artistico, focalizzando l’attenzione sulla ricezione del realismo socialista sovietico in Italia, inquadrandolo in un contesto di scambi e rapporti culturali.”
“L’altro fronte su cui abbiamo lavorato è quello delle esposizioni: ripercorrendo le sale dei Premi suzzaresi e delle Biennali veneziane, certi del confronto fertile tra una manifestazione solo apparentemente di periferia e l’altra ufficiale e internazionalmente riconosciuta.  Abbiamo lavorato alla ricerca di un filo rosso che si dipana e si ritrova nella consapevolezza che parlare di realismo socialista in Italia, dalla nostra prospettiva, significa rileggere la nostra cultura e anche metterla un po’ in crisi. Ma non è forse questo il compito di una mostra e di una pubblicazione che vogliano dare un vero contributo all’oggi?”.

I QUATTRO ELEMENTI. CARLO PREVITALI, SCULTURE – Nell’ambito delle iniziative culturali programmate in occasione di EXPO 2015, il Museo diocesano “Francesco Gonzaga” presenta fino a domani, 20 settembre, la mostra personale dello scultore Carlo Previtali, dedicata ai quattro elementi della Natura. Nelle opere del noto scultore bergamasco, le tematiche oggetto dell’Esposizione Universale sono ricondotte a un alfabeto primario di materia e colore: Aria, Acqua, Terra, Fuoco – i quattro elementi della Natura prendono forma nelle allegorie plastiche di Carlo Previtali e scandiscono un percorso espositivo in cui l’artista si fa sensibile interprete della dialettica Uomo/Natura, attraverso un importante corpus di sculture in ceramica che documenta, nel suo insieme, la centralità del linguaggio archetipico del Mito all’interno della poetica dell’artista. “Grazie all’accentuazione espressionistica tipica del suo linguaggio, Carlo Previtali dà vita a un teatro di figure scultoree di grande impatto visivo ed emotivo, in cui la scelta di differenti soluzioni tecniche traduce sempre profonde ragioni poetiche”

RIAPERTURA DELLA CAMERA DEGLI SPOSI DEL CASTELLO DI SAN GIORGIO – Ha riaperto, già da aprile, definitivamente al pubblico il percorso museale del Castello di San Giorgio, che include la visita all’illustre Camera degli Sposi, a conclusione dei lavori di consolidamento strutturale e miglioramento sismico delle architetture della torre Nord-Est e dei locali attigui. Per l’occasione è stato presentato il nuovo allestimento degli ambienti del Castello che viene ulteriormente valorizzato dall’esposizione di straordinari pezzi della collezione Romano Freddi, nota a livello internazionale, frutto di un accordo dell’imprenditore con la Soprintendenza. Si tratta di un patrimonio che concerne in gran parte l’eredità delle collezioni gonzaghesche, costituito da dipinti, bronzetti, maioliche, armi, arredi e manufatti che raccontano la poliedrica cultura della corte mantovana, magnificente anche negli aspetti più quotidiani della vita di corte. Sono beni recuperati con grande caparbietà, durante tutta la sua esistenza, dal collezionista mantovano, omogenei e pertinenti alle stanze del Castello che contribuiranno ad arricchire.

19 settembre 2015

© Riproduzione Riservata