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L’apparente semplicità e il grande realismo delle pitture di Giorgio Morandi

Ricorre oggi l’anniversario di morte del pittore Giorgio Morandi, celebre soprattutto per le sue indimenticate nature morte, per il suo misuratissimo accordo di toni e per il costante rigore del suo stile. La sua pittura fu profondamente influenzata da Giotto, Masaccio....

Esprimere ciò che è nella natura cioè nel mondo visibile è la cosa che maggiormente mi interessa”

 

MILANO – Ricorre oggi l’anniversario di morte del pittore Giorgio Morandi, celebre soprattutto per le sue indimenticate nature morte, per il suo misuratissimo accordo di toni e per il costante rigore del suo stile. La sua pittura fu profondamente influenzata da Giotto, Masaccio, Piero Della Francesca e Paolo Uccello sebbene mostrò interesse anche per le tendenze futuriste e fece sua la lezione della pittura metafisica di De Chirico e di Carrà. Non meno importante dell’opera di pittore è quella d’incisore, che ne riprende i temi con tecnica originale e raffinatezza.

 

LA VITA – Giorgio Morandi (Bologna, 20 luglio 1890 – Bologna, 18 giugno 1964) è stato pittore e incisore, indiscusso protagonista della pittura italiana del Novecento ed è considerato tra i maggiori incisori mondiali del secolo. Fin da ragazzo dimostrò grande passione per l’arte figurativa convincendo i genitori a iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove conobbe Severo Pozzati, Osvaldo Licini e Giuseppe Vespignani, giovani artisti in erba come lui. Dopo la morte del padre però, Morandi e la sua famiglia traslocarono in via Fondazza, dove ci rimase per tutta la sua vita. Morandi cominciò a dipingere nel 1911 e a esporre nel 1914 e, pur vivendo quasi sempre a Bologna, era fin da allora informato sulle opere di Paul Cézanne, André Derain e Pablo Picasso. Dopo un viaggio a Firenze, riconsiderò anche grandi artisti del passato come Giotto, Masaccio, Piero della Francesca e Paolo Uccello, che faranno parte dello sviluppo artistico del pittore bolognese. Morandi morì nella sua Bologna nel 1964. Nel 1992 è nato il Museo Morandi, dal 2012 trasferito temporaneamente nella sede del MAMbo, per consentire i lavori di ripristino di Palazzo d’Accursio in seguito agli eventi sismici che hanno colpito la regione Emilia-Romagna.

 

LA POETICA – La fama di Morandi è legata alle nature morte e in particolare alle ‘bottiglie’. I soggetti delle sue opere sono quasi sempre oggetti abbastanza usuali; vasi, bottiglie, caffettiere, fiori e ciotole che, composti sul piano di un tavolo, diventano i veri protagonisti della scena. La sua opera si compone anche di ritratti e paesaggi, che lui chiama “paesi” come i dipinti realizzati nella casa estiva di Grizzana. Usare pochissimi colori è una sua particolare caratteristica, che lo rende poetico e surreale e anche se non particolareggiava i suoi soggetti, si può notare come essi non perdano di realismo. Di grande importanza nel lavoro di Morandi sono le acqueforti così come le incisioni, realizzate fin da quando era ventenne. Forse l’oggetto che nell’immaginario collettivo rimanda maggiormente a Morandi sono proprio le sue bottiglie: colori tenui, spesso ‘gessati’, illuminati da una luce impalpabile, ma viva e magica. La bottiglia, quindi, da semplice oggetto funzionale, privata della sua identità specifica, si trasforma in una sorta di ‘musa ispiratrice’, da riempire ogni volta con nuovi significati, indotti dagli stati d’animo del momento.

 

18 giugno 2015

 

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