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”Jing Shen”, l’arte pittorica cinese in mostra a Milano

Leggere con occhi nuovi o scoprire per la prima volta la specificitร  del gesto pittorico in Cina tra tradizione e contemporaneitร  attraverso dipinti, grandi installazioni, disegni, sculture e video. Per artisti, critici, curatori, collezionisti e pubblico, la pittura รจ ed รจ sempre...

Nella cultura cinese la pittura ha un ruolo eccezionale. Basti pensare che in Cina scrivere è dipingere. E viceversa. A conferma di tale teoria e nell’ambito di “Expo in città” arriva la mostra “Jing Shen. L’atto della pittura nella Cina contemporanea”, a Milano da oggi e fino al 6 settembre.

 

MILANO – Leggere con occhi nuovi o scoprire per la prima volta la specificità del gesto pittorico in Cina tra tradizione e contemporaneità attraverso dipinti, grandi installazioni, disegni, sculture e video. Per artisti, critici, curatori, collezionisti e pubblico, la pittura è ed è sempre stata un dispositivo privilegiato per riflettere e comprendere il mondo e l’arte. È un mezzo che produce ancora riflessioni e risultati di largo e profondo significato. Ha un’influenza tanto pervasiva da affiorare e informare di sé non solo tele o carta, ma anche installazioni, performances, scultura, video e opere digitali. La mostra, ideata e curata dal Comitato Scientifico del PAC, è parte di Expo in Città, il palinsesto culturale del Comune di Milano per il semestre dell’Esposizione Universale.

 

TRE GENERAZIONI A CONFRONTO – ‘Jing Shen. L’atto della pittura nella Cina contemporanea’ analizza – attraverso un punto di vista completamente inedito – l’emergere di temi e modi tipici dell’arte classica cinese nel lavoro di venti artisti di tre diverse generazioni. Non una mostra di quadri – o non solo – ma una mostra sul rapporto che la pittura intrattiene con altri linguaggi; sulla sua essenzialità all’interno di un universo culturale.

 

DIALOGO CON L’OCCIDENTE – Con una prospettiva curatoriale del tutto originale, la mostra va oltre l’interpretazione che vorrebbe l’arte contemporanea cinese come riflesso della sua controparte – e origine – occidentale. Jing Shen argomenta che l’arte classica cinese contiene già gli ingredienti e i nutrienti di pensieri, attitudini e forme che costituiscono la ricchezza dell’arte cinese contemporanea. Il dialogo con l’occidente e con altri mondi (non dobbiamo dimenticare la nostra marginalità all’interno della geografia culturale cinese), arricchisce questa osmosi tra passato e presente, questa continuità – a volte problematica – ma non la sostituisce.

 

IL SIGNIFICATO DEL TITOLO – ”Jing Shen” vuol dire ”consapevolezza del gesto”, ma anche ”forza interiore”. Si riferisce al momento che nella pittura classica – anche di matrice buddista e taoista – precede l’atto pittorico. È l’apice del lavoro preparatorio che viene prima di affrontare la produzione di un’immagine. Un’idea e una pratica che mettono l’accento sulla ricerca meditata della consapevolezza e sul suo risultato attivo: il gesto, l’atto della pittura.

 

UNA PITTURA ATTIVA – Una pittura ”attiva”, che ha il suo mezzo originale nella liquidità dell’inchiostro e nella calligrafia, le cui tracce affiorano nei modi più diversi nella selezione delle opere e degli artisti in mostra al PAC. Jing Shen vuole anche suggerire quanto l’arte e le avanguardie occidentali del secondo dopoguerra siano state influenzate da questa cultura artistica, dalla pittura a inchiostro e dalla calligrafia, e dalle filosofie a queste sottese. E vuole pensare all’arte nel suo insieme come al risultato di uno scambio e di influenze continue attraverso il tempo e lo spazio, dove i canoni interpretativi non possono che essere erranti, adattabili e temporanei.

 

GLI ARTISTI IN MOSTRA – Birdhead, Chen Shaoxiong, Ding Yi, Guo Hongwei, He Xiangyu, Kan Xuan, Lee Kit, Li Huasheng, Li Shurui, Liao Guohe, Lin Ke, Qiu Zhijie, Su Xiaobai, Tang Dixin, Wang Gongxin, Wu Chi-Tsung, Xu Zhen, Yan Pei-Ming, Zhang Enli, Zhao Zhao.

10 luglio 2015

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