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Jim Rosenau, ”Leggere è una delle grandi gioie della mia vita”

Jim Rosenau è un uomo eclettico. Nella vita oltre a fare lo scrittore e sceneggiatore – i suoi scritti sono apparsi sul New Yorker e su altre importanti riviste americane – è anche un falegname che ha ideato un modo nuovo di fare arte...
L’artista americano famoso per i suoi lavori nati dal riutilizzo dei libri ci spiega il suo processo creativo, determinato dal suo rapporto stretto con la lettura, una delle cose che ama di più fare

MILANO – Jim Rosenau è un uomo eclettico. Nella vita oltre a fare lo scrittore e sceneggiatore – i suoi scritti sono apparsi sul New Yorker e su altre importanti riviste americane – è anche un falegname che ha ideato un modo nuovo di fare arte: dissacrando il rapporto che aveva con i libri, trasmessogli nel corso dell’infanzia dai genitori, entrambi editori. Affascinato, quasi divertito, dall’idea di poter plasmare la materialità dei libri per dare vita a strutture di arredamento, Rosenau ha iniziato a costruire librerie, scaffali, mensole per i libri e con i libri, dando loro nuova vita e nuovo significato. Lo scultore di libri, diventato famoso anche nel nostro Paese grazie alla rete, in quest’intervista racconta come è nato il suo progetto d’arte “This Into That” e come realizza di volta in volta le sue particolari creazioni, dal riscontro con il pubblico al suo personale rapporto con la lettura.

Qual è l’origine del progetto "This Into That"?

Sono cresciuto in una casa con 5.000 libri. Mio padre era un editore e così anche mio nonno, il padre di mia madre. È per questo che i miei genitori si sono conosciuti. Durante i fine settimana adoravamo andare in biblioteca. Da giovane sono diventato un falegname perché volevo fare qualcosa di concreto. Quando poi mi sono annoiato, sono diventato scrittore, editor e sceneggiatore.
L’idea precisa per questo lavoro mi è venuta dopo aver letto sulla rivista New Yorker un saggio di Nicholson Baker dal titolo “Books as Furniture”, libri come mobili, oggetti di arredamento. In realtà il messaggio di Baker era metaforico più che letterale, ma considerando la mia storia, mi sono chiesto: “Se potessi scolpire dei libri nel legno, che tipo di mobili potrei creare?”. Delle mensole-libro fu la mia buffa risposta, non pensando assolutamente che avrei davvero fatto una cosa del genere. Dopo tutto non ero un artista e non avevo la più pallida idea di come realizzarne una. E mi sembrava così sbagliato dal momento che mi avevano allevato insegnandomi a non fare alle pagine dei miei libri neppure una piega. Non sapevo che la gente riuscisse a creare arte attraverso i libri! Ma ho disegnato l’idea, mi sono messo a ridere e non l’ho svelata a nessuno per 7 anni. Era solo uno scherzo, un gioco privato.

Cosa ti ha spinto ha realizzare e vendere scaffali tematici, libri-mensola ricavati dai libri d’epoca?
Per due volte mi sono riservato un paio di mesi per scrivere saggi di creative non-fiction, un’altra forma d’arte che ammiro molto; ma non riuscivo proprio a stare seduto e a concentrarmi sul lavoro. Innervosito e frustrato mi sono così messo a fare la mia prima libreria ricavandola da alcune enciclopedie del 1938: ho rimosso dai libri la maggior parte delle pagine e ho creato una cornice di legno riciclato da inserire nelle cornici vuote: sotto questo punto di vista il mio modo di lavorare è simile all’imbalsamazione. Da qui il responso per la mia opera è stato così forte che ho continuato e pochissimo tempo dopo ho anche iniziato a giocare con i titoli dei libri, cercando di creare allo stesso tempo delle combinazioni tematiche divertenti e delle composizioni strutturali interessanti.

Quale filosofia sta alla base dei tuoi lavori?
La maggior parte di noi lavora simultaneamente nel regno del concreto e del simbolico, una dicotomia tragica considerate le nostre facoltà umane. Io spero che il mio lavoro ricordi al pubblico – che vive sempre di più in un mondo dominato dal digitale – la supremazia del mondo fisico.

Leggi mai i libri prima di utilizzarli per creare le tue opere?
Raramente leggo i libri che poi trasformo nei miei lavori d’arte. Se ogni volta mi fermassi a leggerne uno come potrei combinare qualcosa? Generalmente quando leggo un libro poi lo presto ad altri. I libri con i quali lavoro non sono né preziosi né rari.  

Secondo te è importante leggere e promuovere la lettura?
Leggere è una delle grandi gioie della mia vita e leggo ora molto di più di quanto facessi in passato.
Inoltre ogni anno sostengo le biblioteche comprando molti libri durante i loro periodi di vendita al pubblico.

Cosa pensa la gente delle tue creazioni?
Quando nel 2002 ho iniziato a creare i miei primi pezzi, alcune persone sono rimaste scioccate dalla violazione dell’oggetto-libro. La maggior parte di loro non aveva mai visto nessuna opera d’arte creata con i libri, per questo la mia era per loro un’idea nuova e isolata. Ho avuto la fortuna di trovare una forma d’arte che è allo stesso tempo innovativa e facile da comprendere. Ora molti altri creano opere d’arte attraverso i libri e le persone guardano ai miei lavori attraverso la prospettiva di lettori digitali e pensano: “Perché no?”.

Ora stai lavorando ad un progetto particolare?
Al momento sto restaurando 8 pezzi d’arte che mi sono stati restituiti mesi dopo un furto subìto all’inizio di quest’anno, nel quale ho perso 26 pezzi che erano pronti per un’esposizione. Allo stesso tempo sto completando uno scaffale-dizionario nel quale grandi lettere di legno sono la struttura di supporto per il libro. Il suo titolo, “Supporting Characters” è un gioco di parole comune nella lingua inglese perché viene comunemente utilizzato nei titoli di coda di film e opere teatrali.

8 novembre 2012

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