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Jacques Prévert, le poesie più belle

Il 4 febbraio del 1900 a Neully sur Seine nasceva il poeta francese Jacques Prévert. Aderì al surrealismo (1926-30), ma se ne distaccò per tentare esperienze letterarie personali, segnate dal gusto per le divagazioni eleganti...

Per ricordare l’anniversario della nascita del poeta francese Jacques Prévert, una selezione delle sue poesie più belle

 
MILANO – Il 4 febbraio del 1900 a Neully sur Seine nasceva il poeta francese Jacques Prévert. Aderì al surrealismo (1926-30), ma se ne distaccò per tentare esperienze letterarie personali, segnate dal gusto per le divagazioni eleganti e lievemente paradossali. La sua poesia, attenta agli aspetti quotidiani della realtà, ha spesso la leggerezza e la facilità delle canzoni.

 
Per celebrare l’anniversario della sua nascita, ecco una selezione delle sue poesie più intense:

 

 
I ragazzi che si amano
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’abbagliante splendore del loro primo amore
 

 
Per te amore mio
Sono andato al mercato degli uccelli
E ho comprato uccelli
Per te
amor mio
Sono andato al mercato dei fiori
E ho comprato fiori
Per te amor mio
Sono andato al mercato di ferraglia
E ho comprato catene
Pesanti catene
Per te
amor mio
E poi sono andato al mercato degli schiavi
E t’ho cercata
Ma non ti ho trovata
amore mio.
 

 
Il mazzo di fiori
Che fai laggiù bambina
Con quei fiori appena colti
Che fai laggiù ragazza
Con quei fiori quei fiori seccati
Che fai laggiù bella donna
Con quei fiori che appassiscono
Che fai laggiù già vecchia
Con quei fiori che muoiono
 
Aspetto il vincitore
 

 
Immenso e rosso
Immenso e rosso
Sopra il grand palais
Il sole d’inverno viene
E se ne va
Come lui il mio cuore sparirà
E tutto il mio sangue se ne andrà
Se ne andrà in cerca di te
Amore mio
Bellezza mia
E ti ritroverà
In qualunque posto tu sia
 

 
Sabbie mobili
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano già si è ritirato il mare
E tu
Come alga dolcemente accarezzata dal vento
Nella sabbia del tuo letto ti agiti sognando
Dèmoni e meraviglie
Venti e meree
Lontano già si è ritirato il mare
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per annegarmi.
 
 
Non bisogna
Non bisogna lasciar giocare gli intellettuali con i fiammiferi
Perché Signori miei se lo si lascia solo
Il gran mondo mentale miei Sssignori
Non è per niente allegro
E non appena è solo
Lavora arbitrariamente
Innalzando tutto per sé
Con tante chiacchiere generose sul lavoro dei muratori
Un auto-monumento
Ripetiamolo dunque miei Ssssignori
Se lo si lascia solo
Il mondo mentale
Mente
Monumentalmente.
 
 
Le canzoni più corte
L’uccello che canta nella testa
E mi ripete che t’amo
E mi ripete che m’ami
L’uccello del fastidioso ritornello
Lo ammazzerò domani.

 

 
Alicante
Un’arancia sul tavolo
Il tuo vestito sul tappeto
E nel mio letto, tu
Dolce dono del presente
Frescura della notte
Calore della mia vita.
 
 
Canzone
Che giorno è
È tutti i giorni
Amica mia
È tutta la vita
Amore mio
No ici amiamo noi viviamo
Noi viviamo noi ci amiamo
E non sappiamo cosa sia la vita
Cosa sia il giorno
E non sappiamo cosa sia l’amore.

 

 

 
4 febbraio 2015

 

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