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In mostra al pubblico l’Autoritratto di Leonardo da Vinci a Roma, dopo la prima ‘pulitura’

Uno dei disegni più famosi della storia, conosciuto in tutto il mondo ma ammirato da pochissimi, fino ad oggi. Il celeberrimo Autoritratto di Leonardo da Vinci per la sua estrema fragilità è stato rarissimamente mostrato al pubblico, ma adesso arriva per la prima...

Uno sguardo enigmatico, che ha fatto perfino dubitare di che si trattasse dell’autoritratto di Leonardo. Pochi gli eletti che hanno potuto soffermarsi su questo disegno così misterioso e così celebre, ma da oggi si presenta un’occasione straordinaria. Il famoso Autoritratto, a Roma per un’operazione di restauro, sarà esposto al pubblico fino al 3 ottobre

 

MILANO – Uno dei disegni più famosi della storia, conosciuto in tutto il mondo ma ammirato da pochissimi, fino ad oggi. Il celeberrimo Autoritratto di Leonardo da Vinci per la sua estrema fragilità è stato rarissimamente mostrato al pubblico, ma adesso arriva per la prima volta a Roma, ai Musei Capitolini dove verrà esposto da oggi al 3 ottobre. L’iconico disegno, di proprietà della biblioteca Reale di Torino, è stato infatti sottoposto, nella sede dell’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario, ad una operazione delicatissima di ‘ripulitura’. Nonostante la scritta «Leonardus Vincius ritratto di se stesso assai vecchio», secondo alcuni ricercatori dietro quello sguardo enigmatico si nasconderebbe l’immagine di antichi filosofi, Pitagora o Demostene, o addirittura Piero da Vinci, padre di Leonardo.

 

UN LAVORO ATTENTO E NECESSARIO – Maria Cristina Misiti, la direttrice degli specialisti restauratori dell’Istituto Centrale per il Restauro del Libro di Roma ha raccontato che il foglio era «Inamovibile dal caveau dopo le valutazioni compiute negli anni Novanta, ma l’assunzione di responsabilità da parte di molti ha infranto un tabù. È stata un’impresa audace e coraggiosa portare il ritratto nella Capitale. L’Autoritratto è un ‘malato grave’, perciò è importante che tutto funzioni come un orologio svizzero. Abbiamo fatto il primo trattamento conservativo moderno mai fatto sull’autoritratto: a secco per togliere larve, tracce di insetti e inquinamento perché in passato è stato esposto per 30 anni senza vetro’. Il disegno è arrivato a Roma direttamente dalla Biblioteca Reale di Torino a bordo di un treno ad alta velocità e come specifica Pietro Folena, presidente dell’associazione culturale MetaMorfosi, “l’autoritratto di un Leonardo anziano, dallo sguardo profondo, è un’opera invidiata da molti che qualcuno ha impropriamente definito come la ‘sindone laica’. Per portarla qui è stato necessario fare sistema, con la speranza che i turisti colgano quest’opportunità irripetibile, perché non tornerà più a Roma».

 

APPARATI DIDATTICI COMPLEMENTARI – Nelle sale di Palazzo Caffarelli l’Autoritratto verrà accompagnato da apparati didattici. In tre sezioni espositive i visitatori, prima di ritrovarsi a tu per tu con lo sguardo ipnotico e senza tempo di Leonardo, potranno rileggere gli avvenimenti più importanti della sua vita , le vicende che accompagnarono l’opera nei secoli e le caratteristiche della tecnica a sanguigna utilizzata da Leonardo. L’Autoritratto verrà raccontato anche da tre preziosi documenti audiovisivi messi a disposizione da Rai Teche e dall’Istituto Luce. «È un evento eccezionale – spiega Claudio Parisi Presicce, sovrintendente capitolino ai Beni Culturali – perché il disegno, che ha una certa fragilità, non si era mai allontanato da Torino».

 
UN’OCCASIONE IMPERDIBILE – ‘Ha più meno 500 anni. Avere qui a Roma questo autoritratto è per me un grande onore. È straordinario il lavoro fatto da tutti gli scienziati che si sono dedicati al restauro ancora incompleto di questa opera’, ha detto il sindaco di Roma Ignazio Marino durante l’inaugurazione della mostra. Un prestito straordinario che, a causa delle condizioni del disegno, forse non si ripeterà mai più. ‘Normalmente quando è nel caveau della biblioteca reale di Torino non è visibile al pubblico, viene conservato gelosamente, ci sono state altre esposizioni ma occasionali. Il tempo di riposo tra un’esposizione e l’altra potrebbe essere anche cinque anni. Farlo uscire da Torino di nuovo? Dovranno passare sul mio cadavere penso’, ha detto il responsabile della Biblioteca Reale di Torino Giovanni Saccani.

 
LA STORIA DELL’AUTORITRATTO – Alla sua morte, nel 1519 Leonardo lasciò i suoi manoscritti e il suo corpus di disegni e appunti al fedele collaboratore Francesco Melzi. Gli eredi del Melzi dispersero in seguito la collezione vinciana e di questo foglio non si seppe più nulla. La prima notizia dell’Autoritratto si ebbe solo agli inizi del XIX secolo a Milano, quando venne riprodotto da una copia a stampa come antiporta al volume di Giuseppe Bossi sul Cenacolo. Ricomparve nuovamente nel 1839, quando Giovanni Volpato – collezionista originario di Riva di Chieri che, viaggiando per l’Europa, aveva messo insieme un’interessante collezione di disegni – lo vendette a re Carlo Alberto, assieme ad altri disegni di maestri italiani e stranieri come Raffaello, Michelangelo, Rembrandt, Poussin. In particolare la collezione Volpato, oggi patrimonio della Biblioteca Reale, è composta da circa 700 disegni italiani e da più di 400 fogli di maestri stranieri. «Nonostante i dibattiti sulla sua natura, la storia del ritratto suscita sempre un certo interesse – precisa Giovanni Saccani, direttore della Biblioteca Reale di Torino – perché ancora non sappiamo come l’antiquario Giovanni Volpato sia stato in grado di mettere insieme la sua collezione da oltre 1800 pezzi ma, sul finire della seconda guerra mondiale, l’opera fu sottratta alla cupidigia dei nazisti e nascosta per qualche tempo proprio a Roma. Dopodiché, il disegno è tornato a essere ‘esposto’ nel caveau della biblioteca. Anche lì nessuno può sottrarsi al suo sguardo».

23 giugno 2015

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