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Giorgio Faletti, la speranza tra retorica e comicità

DAL NOSTRO INVIATO A PORDENONELEGGE - Un incontro in bilico tra retorica e letteratura, stemperato dalla comicità dell'attore recentemente votato alla scrittura. Parliamo di Giorgio Faletti, il quale, tutte le perplessità che suscita presso la critica un autore che fino a ieri era attore comico, non si può certo dire che non sia apprezzato da una grande fetta di pubblico...

Incontro con Giorgio Faletti, che a Pordenonelegge illustra la sua idea di speranza. Con un omaggio al poeta francese Edward Le Fou

 

PORDENONE – Un incontro in bilico tra retorica e letteratura, stemperato dalla comicità dell’attore recentemente votato alla scrittura. Parliamo di Giorgio Faletti, il quale, con tutte le perplessità che suscita presso la critica un autore che fino a ieri era attore comico, non si può certo dire che non sia apprezzato da una grande fetta di pubblico. È che ha forse uno sguardo umano, che talvolta diventa fin troppo semplicistico nella sua visione del mondo, ma che forse si avvicina proprio per questo a un pubblico molto ampio. Lasciando credere a tutti che sia possibile ridere di qualunque cosa: dai propri difetti – l’autoironia dell’autore nell’affermare che “non ho ancora realizzato completamente di essere un sex symbol. Sono praticamente la risposta italiana a George Clooney. Il problema è che nessuno fa la domanda” – alla vita di tutti i giorni.

 

IL NUOVO LIBRO DELLO SCRITTORE – Faletti, considerato lo scrittore noir più in voga tra gli italiani, alla stregua di Camilleri e Lucarelli — almeno stando ai numeri delle vendite dei suoi romanzi — presenta oggi nella kermesse pordenonese il suo ultimo romanzo, “Tre atti e due tempi”, un titolo rubato al lessico della musica per un libro che si presenta “composto come una partitura musicale e teso come un thriller, che toglie il fiato con il susseguirsi dei colpi di scena mentre ad ogni pagina i personaggi acquistano umanità e verità”. Questo si legge nel comunicato di presentazione del volume, e questo il pubblico spera di trovare, unitamente alla capacità dell’autore di tenere vivo il rapporto con i propri lettori, parlando loro di sentimenti in maniera fresca e sincera, spontanea come dicono di essere i suoi show.

 

LA SPERANZA SECONDO FALETTI – Una sorta di lectio magistralis in chiave satirica questo incontro, che ha spaziato dalle lettere di San Paolo Apostolo ai Corinzi, che “scriveva scriveva, ma nessuno dei Corinzi gli rispondeva, quel povero San Paolo, reduce dalla caduta da cavallo, era stato colpito dall’illuminazione, aveva piacere nello scrivere delle lettere”, passando per il Profeta Isaia, che diceva delle cose “delle quali non si capiva un cazzo”, arrivando alla sua teoria personale di speranza. “Nel momento in cui mi vedo davanti a uno specchio e ho il coraggio di definirmi un sex symbol, quella è ovviamente autoironia, perché se io ci credessi davvero, sarei a livello di quello che legge le centurie di Nostradamus per trovare e decifrarle”. “Strutturalmente, dal mio punto di vista, sono portato ad avere una visione positiva della vita, automaticamente significa speranza, un sentimento che in qualche modo ti va vivere meglio, finché l’oggetto delle mie speranze non si avvera. Io spero di trovare l’amore, poi lo trovi, e son cazzi”. Tra saggezza popolare e luoghi comuni, l’autore porta il pubblico per mano in una visione del mondo un po’ facilona e a tratti banale, stemperata, però, da una comicità che, almeno all’apparenza, sembra essere genuina.

 

OMAGGIO A EDWARD LE FOU – L’incontro, piuttosto breve – una mezz’ora appena, l’autore non si concede poi molto al pubblico – si chiude con un omaggio dello scrittore milanese al poeta Edward Le Fou, con una poesia, Conquistare il cielo, a tema sul sentimento “mappato” da Faletti. “Se potessi pugnalare il cielo/ ucciderei questi giorni di pioggia/ Se potessi trapassarlo/ guarderei attraverso ed oltre/ dipingerei la mia volta celeste// Quante cose che/ potremmo fare/ all’ora giusta/ nel giusto momento/ del tempo […]”. E con un appuntamento per oggi, quando sarà presentato il libro Tre atti e due tempi, nella suggestiva Piazza San Marco, sempre a Pordenone, alle 15,30.

 

Anna Castellari

22 settembre 2012

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