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Come leggere un libro, i consigli di Virginia Woolf

Chi è un buon lettore? La scrittrice inglese delinea le caratteristiche del lettore ideale

 MILANO – Il blog Brain Pickings riporta il pensiero della scrittrice inglese, considerata una delle principali figure della letteratura del XX secolo, in merito alle caratteristiche che dovrebbe avere un buon lettore, ce lo spiega nel saggio “Come andrebbe letto un libro?” chi sono coloro che sanno leggere bene un libro, che hanno il giusto approccio e che quindi sanno trarre il massimo beneficio dalla lettura.

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SOGGETTIVITA’ E INDIPENDENZA – “L’unico consiglio che una persona può dare a un’altra sulla lettura è di non ricevere consigli, seguire solo il proprio istinto, usare la propria ragione, arrivare alle proprie conclusione. L’indipendenza – dice Virginia Woolf – è la più importante qualità in assoluto che un lettore deve possedere”.

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ABOLIRE I PRECONCETTI – Non avere pregiudizi. Sarebbe un vero peccato decidere di non leggere un libro solo perché l’autore di turno non ha la nostra idea politica o non è della nostra stessa religione. In questo modo verrebbe meno una delle principali utilità della lettura, ovvero arricchirsi, conoscere nuovi punti di vista benché non li si condivida. “Fino a che punto un libro è influenzato dalla vita, dalle simpatie e dalle antipatie del suo scrittore? E fino a che punto dobbiamo cedere a queste evidenze o al contrario starne lontani? – ci domanda la Woolf a tale proposito – Ognuno di noi deve essere libero di scegliere come comportarsi. Ma possiamo anche decidere di approcciare il testo non per capire meglio la letteratura o per familiarizzare con personaggi famosi, ma per dare nuova linfa ed esercitare i nostri poteri creativi.”

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IL REGALO DELLA LETTURA – “La fase in cui riceviamo singole impressioni è solo la prima metà del processo della lettura. Se vogliamo ottenere il piacere massimo dobbiamo aggiungere dell’altro. Ma dobbiamo aspettare che i dubbi della lettura svaniscano – aggiunge la Woolf – che le domande e i conflitti generati, vengano meno; camminare, parlare, togliere i petali morti da una rosa, o addormentarsi. Poi a un certo punto, senza volerlo… il libro tornerà, ma in modo diverso e fluttuerà nella nostra mente nel suo complesso.” Questa è senza dubbio la riflessione più importante dell’autrice, che ci avverte quanto sia difficile rielaborare ciò che si è letto per trarne i giusti insegnamenti per la vita di tutti i giorni.

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