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Buon compleanno – 24 ottobre. Tanti auguri allo scrittore Carmine Abate

Spegne 61 candeline oggi lo scrittore Carmine Abate, conosciuto al grande pubblico per aver vinto, nel 2012, la 50esima edizione del Premio Campiello

MILANO – Spegne 61 candeline oggi lo scrittore Carmine Abate, conosciuto al grande pubblico per aver vinto, nel 2012, la 50esima edizione del Premio Campiello con il romanzo ”La collina del vento”.

CARMINE ABATE – E’ nato nel 1954 a Carfizzi, un piccolo paese della Calabria. Dopo essersi laureato in Lettere all’Università di Bari si trasferisce ad Amburgo dove insegna in una scuola per figli di emigranti e inizia a scrivere i primi racconti. Nel 1984 appare la sua prima raccolta di racconti, a cui segue nel 1984 un saggio in lingua tedesca, scritto in collaborazione con Meike Behrmann, storia e vita di una comunità calabrese e dei suoi emigranti. Ritornato in Italia si stabilisce a Besenello, in Trentino, dove continua l’attività di scrittore e insegnante. È autore di numerosi romanzi e racconti di successo. I temi prevalenti nelle sue opere di narrativa sono il ricordo delle tradizioni culturali di origine, e l’incontro con le popolazioni che risiedono laddove più forte è l’emigrazione del Meridione. In alcune opere di Abate, specialmente nella raccolta di racconti intitolata ‘Il Muro dei Muri’, viene trattato profondamente il tema del razzismo.

LA COLLINA DEL VENTO – Impetuoso, lieve, sconvolgente: è il vento che soffia senza requie sulle pendici del Rossarco, leggendaria, enigmatica altura a pochi chilometri dal mar Jonio. Il vento scuote gli olivi secolari e gli arbusti odorosi, ulula nel buio, canta di un antico segreto sepolto e fa danzare le foglie come ricordi dimenticati. Proprio i ricordi condivisi sulla ‘collina del vento’ costituiscono le radici profonde della famiglia Arcuri, che da generazioni considera il Rossarco non solo luogo sacro delle origini, ma anche simbolo di una terra vitale che non si arrende e tempio all’aria aperta di una dirittura etica forte quanto una fede. Così, quando il celebre archeologo trentino Paolo Orsi sale sulla collina alla ricerca della mitica città di Krimisa e la campagna di scavi si tinge di giallo, gli Arcuri cominciano a scontrarsi con l’invidia violenta degli uomini, la prepotenza del latifondista locale e le intimidazioni mafiose. Testimone fin da bambino di questa straordinaria resistenza ai soprusi è Michelangelo Arcuri, che molti anni dopo diventerà il custode della collina e dei suoi inconfessabili segreti. Ma spetterà a Rino, il più giovane degli Arcuri, di onorare una promessa fatta al padre e ricostruire pezzo per pezzo un secolo di storia familiare che s’intreccia con la grande storia d’Italia, dal primo conflitto mondiale agli anni cupi del fascismo, dalla liberazione alla rinascita di un’intera nazione nel sogno di un benessere illusorio.

 

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