Il volume, edito da Postcart, rappresenta un viaggio nelle nove province dell’isola, una terra in cui grandezza e bassezza da sempre convivono
MILANO – Una Sicilia insolita raccontata in sessantatré immagini bianco/nero. E’ quanto contenuto all’interno di “Breviario Siciliano”, il libro fotografico di Andrea Attardi, che attraverso il suo obiettivo conduce un viaggio lungo venticinque anni (1984 – 2009) nelle nove province dell’isola. Rovesciando gli stereotipi di una comune cultura oleografia (il trionfo dell’estate, il turismo, le vestigia archeologiche e barocche) Attardi filtra invece i segni, i simboli e le architetture attraverso una geometria dei vuoti: assenze nello spazio riempite da frettolosi passaggi perennemente in bilico tra finzione e teatralità.
DIMENSIONE SENZA TEMPO – Senza euforia o dramma, tipici eccessi della regione meno italiana del nostro Paese, in queste immagini prevale il senso di una dimensione atemporale, dove l’ostentazione di un carattere antropologicamente forte e tragico viene messa da parte; gli attori della fotografia di Andrea Attardi sono i personaggi che appaiono e scompaiono dal loro palcoscenico, sedie, automobili e pompe di benzina abbandonate a se stesse, luci diagonali che accecano di metafisica lo spettatore.
IL DUALISMO DI UNA TERRA – Sguardo appartato, mai diretto eppure dentro le scene e gli scenari, capace di restituire un mondo instabile e l’atavica solitudine che si cela nei gesti o nella cupa gravità delle nuvole. Tuttavia proprio questa condizione esistenziale delle genti di Sicilia, da sempre straziata dal dolore, si trasforma in bellezza. Le fotografie di Andrea Attardi rimandano sottilmente a decenni durissimi per il meridione: indigenza, finto lavoro, silenzi imposti, delitti e malversazioni senza fine. Una terra in cui grandezza e bassezza da sempre convivono, anche in un altrove che queste immagini suggeriscono: una vecchia copertina di una rivista, la gamba femminile di un manichino, una cattedrale avvolta da tendaggi mobili. Un “breviario” come unità di misura dove si mescolano geometrie e sospensioni, astrazioni e movimenti inconsulti, realtà e paradosso.
L’AUTORE – Andrea Attardi nasce a Roma nel 1957. Ha insegnato Tecnica della Fotografia all’ Accademia di Belle Arti di Palermo dal 1984 al 1995. Attualmente è docente ordinario di Fotografia presso l’ Accademia di Belle Arti di Roma. E’ autore delle immagini dei volumi: “Ugo Attardi, le sculture” (Ed. Carte Segrete, 1981) – “Sul palcoscenico di Minerva” (Ed. Il Fotogramma, 1982) – “Paris/Soupault” (Ed. Carte Segrete , 1983) – “Giornale di bordo” (Ed. Carte Segrete, 1984) – “Indie” (Ed. Ferro di Cavallo, 1986) – “Per la libertà” (Edit Labor, 1986) – “Atlante di Sicilia” (Ed. Lavoro, 1994) – “Paesaggi siciliani” (Ed. Peliti, 2001) – “Vetri, porti: una corsa per Palermo e dintorni” (Ed. Plumelia, 2009). Nel 2003 pubblica il saggio “Buenos Aires ora zero” (Ed. Desiderio & Aspel) sulla vita e la storia più recente della capitale argentina.
5 dicembre 2012