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8 marzo, i 10 personaggi femminili più indimenticabili della letteratura

SPECIALE 8 MARZO - Ci sono alcune storie e alcuni personaggi che hanno superato i confini del tempo e dello spazio e che ancora oggi, a fine 2013, mantengono la lora forza, il loro valore, il loro messaggio. Di donne indimenticabili, nei libri, ce ne sono tantissime...

Da Anna Karenina a Beatrice, ecco le donne della letteratura che ci sono rimaste più impresse nella memoria

SPECIALE 8 MARZO – Ci sono alcune storie e alcuni personaggi che hanno superato i confini del tempo e dello spazio e che ancora oggi mantengono la lora forza, il loro valore, il loro messaggio. Di donne indimenticabili, nei libri, ce ne sono tantissime. Giovani o più mature, buone o cattive; sempre complesse e sfaccettate, sempre problematiche e pronte a far riflettere il lettore. Dopo i romanzi più belli dedicati alle donne, abbiamo scelto anche dieci donne protagoniste della letteratura, le più chiacchierate, le più discusse, le più intramontabili. Ancora un volta, al centro delle nostre celebrazioni oggi, loro, le donne, che abbiamo già raccontato attraverso i ritratti più belli che l’arte ha prodotto, le poesie più emozionanti e gli aforismi d’autore dedicati a loro.

LE EROINE TRAGICHE – Quando si parla di personaggi femminili letterari non si può non pensare quasi subito alle storie non a lieto fine – come quelle di Anna Karenina, Emma Bovary e Catherine Earnshaw di ‘Cime tempestose’. Se si esclude la fine tragica, questi tre personaggi sono diversissimi l’uno dall’altro, segno evidente che nei libri non esistono caratteri prefissati, da adottare ogni volta che si vuole raccontare un certo tipo di storia. Di Anna Karenina si apprezza il coraggio, si perdona l’infedeltà perché dietro le sue azioni si scorge sempre una profondità e un’emozione vera; di contro, è difficile mandare giù la mancanza di trasporto e la scontentezza cronica di Emma Bovary. Catherine di ‘Cime tempestose’ ha un carattere ancora diverso: sospesa tra quella cattiveria un po’ infantile che hanno le persone viziate, voglia di essere qualcuno, passione.

LE DONNE DI CARATTERE – Personaggi attuali per eccellenza, queste eroine di polso dimostrano come, anche nei periodi storici in cui la donna non si era ancora emancipata come ai giorni nostri, c’era margine per dire la propria e affermarsi come individuo. Elizabeth Bennett di Orgoglio e pregiudizio è una delle più amate di sempre dai lettori. Ironica, intelligente, sensibile, quello che piace di lei sono le sue mille sfaccettature, così realistiche e reali. Rossella O’Hara è la combattente letteraria per eccellenza, disposta a tutto – anche a sposarsi per ben due volte senza amore – per ottenere ciò che vuole. Qualcuno potrebbe vederla come un’opportunista, certo non è un personaggio positivo a 360°, ma l’interpretazione di Vivien Leight nel film tratto dal libro e diretto da Fleming nel 1939 le hanno assicurato fama imperitura. Meno nota al pubblico europeo ma più che meritevole di entrare in questa speciale classifica è l’eroina nata dalla penna di Henry James, Isabel Archer. Chi ha letto Ritratto di signora sa bene che la ragazza viene presentata come un personaggio di carattere, con le proprie opinioni e una gran voglia di forgiare il proprio destino. Durante la storia, però, Isabel si farà più umana, commettendo degli errori e finendo in una situazione tutt’altro che idilliaca.
Malvagia, ma certo di carattere è anche la perfida Milady dei Tre moschettieri. Spia, doppiogiochista, bugiarda e ingannatrice, la contessa de Winter è certamente il personaggio femminile più forte del romanzo.

LE BUONE – Forse meno problematiche e incisive delle sette signore nominate sopra, ma certamente indimenticabili sono questi personaggi completamente positivi. Penelope è la donna paziente, la moglie devota. Nonostante l’assenza di Ulisse duri una cosa come venti anni, lei non si dà mai per vinta, continua a lottare per mantenere il trono del suo uomo, l’eredità di suo figlio. Tra le donne dell’Odiesse, seducenti, malvage, tentatrici, la regina di Itaca si staglia come uno scoglio – irremovibile, immutabile. Quello dei Promessi sposi è uno strano destino: generazioni e generazioni di studenti sono stati costretti a leggerlo, pungolati da insegnanti non sempre illuminati, e hanno finito per detestarlo. Il capolavoro di Manzoni meriterebbe una seconda possibilità. Detto questo, quando si parla di bontà e virtù, non si può non fare un accenno a Lucia Mondella. Vittima di ogni tipo di sventura – dal rapimento alla peste – la donna non perde mai la fede, quella luce completamente positiva. Chiudiamo questa rassegna niente meno che con una santa, la Beatrice di Dante. Poco importa cosa o chi sia stata la donna nella Firenze di fine 1200, il fatto rilevante è che attraverso la poesia della Divina Commedia Beatrice assurga al rango di guida niente meno che in Paradiso. Dove la saggezza (cioò Virgilio) non può arriovare, ecco che in soccorso del pellegrino Danta arriva la fede – nella forma di questa donna bellissima, portatrice di salvezza.

Ecco l’elenco delle dieci eroine: 

Anna Karenina – Anna Kareina di Lev Tolsotj

Emma Bovary – Madame Bovary di Gustave Flaubert

Catherine Earnshaw, Cime tempestose di Emily Brontë

Rossella O’Hara, Via col vento di Margaret Mitchell

Elizabeth Bennett, Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen

Isabel Archer, Ritratto di signora di Henry James

Milady, I tre moschiettieri di Alexandre Dumas

Penelope, Odissea di Omero

Lucia Mondella, I promessi sposi di Alessandro Manzoni

Beatrice, La divina commedia di Dante

Roberta Turillazzi

8 marzo 2014

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